Guida allo svezzamento biologico
Il momento dello svezzamento del nostro bambino è arrivato. Come destreggiarsi tra svezzamento e auto-svezzamento? Come scegliere tra un'alimentazione tradizionale e uno svezzamento biologico? Quali sono i principi da seguire e le regole da tener presente? Proviamo a fare chiarezza sullo svezzamento biologico con una breve guida.
In questo articolo
Quando iniziare lo svezzamento
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) indica – senza possibilità di equivocare - che lo svezzamento dovrebbe cominciare dai 6 mesi compiuti e, su una linea simile, si muovono anche la Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (ESPHGAN), l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l'Associazione dei pediatri americani che indicano in una finestra compresa tra i quattro e i sei mesi, il momento ideale per introdurre altri alimenti in aggiunta al latte.
E' importante sottolineare che queste indicazioni – cioè di non svezzare mai prima almeno del quarto mese – sono valide tanto per i bambini allattati al seno quanto per quelli nutriti con latte artificiale e se per questi ultimi, talvolta, i pediatri suggeriscono di cominciare ad introdurre qualche passato di verdure già al quinto mese, è solo per iniziare ad abituarli a sapori diversi dal momento che il latte formulato – al contrario di quello materno – ha sempre lo stesso sapore.
Consigli pratici
Ovviamente – come sempre – al di là delle prescrizioni mediche, vale anche il buon senso della mamma e le specificità di ogni bambino. Non è detto, dunque, che allo scoccare del sesto mese sia obbligatorio introdurre la pappa, piuttosto è fondamentale che lo svezzamento avvenga in maniera serena e non sia percepito dal bambino come un'imposizione.
Chiunque proponga il cibo al bambino perché se ne prende cura, deve farlo sempre in maniera positiva e tranquilla. Il momento del pasto deve essere sereno e rilassato, non fonte d'ansia e di agitazione.
E, in ogni caso, il bambino deve essere pronto anche da un punto di vista neuromotorio.
Ovvero:
- deve saper stare seduto;
- deve saper deglutire gli alimenti, perdendo quel riflesso della suzione che lo porta a tirar fuori la lingua;
- deve saper afferrare il cibo con le mani per portarlo alla bocca e, soprattutto, deve mostrare interesse per il cibo stesso.
E teniamo presente che se - a svezzamento cominciato – salta un pasto, non è la fine del mondo perché mangerà con più appetito la volta successiva. Così come non facciamoci prendere dalla paura che il bambino mangi poco: se nostro figlio è sereno e i controlli periodici dal pediatra dicono che cresce in modo regolare, vuol dire che la sua alimentazione è corretta. Anche nelle quantità. Si tenga presente che tra i sei mesi e un anno un pasto dovrebbe comprendere solo 20 grammi di cereali, 20 grammi di carne fresca e 30 grammi di verdura. Va da sé, però, che se - passati i 7 mesi - il bimbo continua a non mostrare alcun interesse per cibi diversi dal latte, è necessario essere un po' più insistenti con proposte di cibi alternativi e confrontarsi con il proprio pediatra così da non incorrere in possibili carenze di alcuni micronutrienti come ferro e zinco.
Svezzamento biologico: è davvero meglio?
Sicuramente il principio che deve guidarci, sin dall'inizio dello svezzamento, è quello dell'alimentazione sana e quindi cibi freschi, ortaggi e frutta di stagione e prodotti, in generale, di qualità. In tale ottica, i prodotti biologici possono offrirci maggiori garanzie in fatto di tutela della salute dei nostri bimbi che sono più esposti al rischio di accumulare livelli elevati di sostanze chimiche tossiche, rispetto a un adulto.
Non bisogna dimenticare, infatti, che il sistema immunitario dei bambini è ancora in via di sviluppo nel momento in cui cominciamo lo svezzamento ed è, per questo motivo, più vulnerabile alle conseguenze dell'uso di pesticidi e di altre sostanze chimiche sugli alimenti.
Addirittura alcuni studi hanno mostrato che il corpo di un bambino non è completamente in grado di metabolizzare le tossine fino all'età di sette anni, cioè quando il fegato inizia a maturare e che nutrire il bambino con alimenti biologici, sin dalla prima infanzia, riduce le probabilità che abbia problemi di salute in futuro. Questo anche perché la concentrazione di antiossidanti è decisamente più alta nei prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali.
Che cosa significa biologico?
Quando frutta e verdura vengono coltivate biologicamente, infatti, non si usano né pesticidi né sostanze chimiche come fertilizzanti e antiparassitari e questo induce le piante a dover combattere da sole contro insetti e malattie ed è proprio questa spinta alla "sopravvivenza" che cambia la composizione nutrizionale della pianta. Basti pensare che frutta e verdura biologica hanno livelli più elevati di vitamina C e antiossidanti rispetto ai prodotti coltivati in modo tradizionale.
A determinare questa maggiore ricchezza di frutta e verdura bio è anche una caratteristica della metodologia di coltivazione: l'agricoltura biologica, infatti, usa il sistema della rotazione delle colture ovvero non si coltiva il terreno in maniera intensiva. In questo modo il terreno, non "stressato", ha il tempo di recuperare i minerali che perde durante le stagioni di crescita e non si impoverisce. Va da sé che se i terreni sono ricchi di sostanze nutritive, anche gli alimenti cresciuti su quei terreni lo saranno. E non dimentichiamoci che anche gli allevamenti e la pesca possono essere biologici. Dunque quando scegliamo
Come spiega il Professor Andrea Vania, già Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del Policlinico Umberto I / Università Sapienza di Roma:
Gli alimenti biologici hanno sempre un marchio specifico, il "logo biologico UE", che viene concesso da organismi certificatori autorizzati, i quali testimoniano che sono stati rispettati i Reg. CE 834/07 e CE 889/0, o il Reg. CE 1235/08 nel caso di importazione da Paesi terzi, che comunque devono aver rispettato i primi due regolamenti citati, per la produzione di quel cibo.
Vantaggi dello svezzamento biologico
Se è vero che anche le pappe e gli omogeneizzati non biologici, sono sottoposti in ogni caso a regole molto rigide in Italia perchè la normativa sugli alimenti destinati all'infanzia è estremamente restrittiva in fatto di livelli di inquinanti e sicurezza alimentare; è altrettanto vero che - quando parliamo di una qualità migliore dell'alimentazione biologica e, quindi, anche dello svezzamento biologico - facciamo riferimento non solo ai livelli di nutrienti, ma anche alla migliore qualità igienico-sanitaria degli alimenti bio.
Con il biologico, infatti, c'è un controllo in più sulle materie prime e la scelta del bio, per questo motivo, diventa fortemente consigliata se il pasto del bambino viene preparato dai genitori con frutta, verdura e altri prodotti destinati al consumo dell'adulto. Oppure se si sceglie la strada dell'auto svezzamento per cui ai bimbi si danno gli stessi cibi consumati da mamma e papà. In questo caso la scelta di alimenti biologici sarebbe l'unica da perseguire.
Come scegliere i prodotti biologici
Oggi poi i prodotti biologici non sono più una nicchia di mercato ma sono entrati a pieno diritto anche nella grande distribuzione. Li troviamo, in poche parole, anche nei supermercati di quartiere. E se di solito hanno uno spazio tutto loro sugli scaffali, è vero anche che hanno etichette che ne rendono facile l'identificazione.
C'è sempre, infatti, il nome dell'azienda che ha confezionato il prodotto e quello dell'azienda che lo ha maneggiato; il metodo di produzione biologico utilizzato; gli ingredienti che lo compongono e che, per almeno il 95% del peso del prodotto, devono essere di natura biologica; il numero di codice, vero e proprio identikit dell'alimento che compriamo e il logo europeo per gli alimenti biologici ovvero una foglia sullo sfondo verde.
Se poi - per motivi di budget o logistici - bisogna effettuare una scelta tra cosa comprare biologico e cosa tradizionale, scegliamo allora quelli con il miglior rapporto qualità-prezzo. Un esempio? Optiamo per prodotti biologici di maggior consumo e prezzo più contenuto, come la pasta, il latte o la frutta, soprattutto se sappiamo che la mangeremo con la buccia.
Come fare lo svezzamento biologico
Per prevenire allergie o intolleranze alimentari è bene cominciare con un solo alimento alla volta e, se al nostro bimbo piace, sarebbe opportuno continuare per almeno tre giorni prima di proporne uno nuovo. Se, invece, ci rendiamo conto che non gli piace, aspettiamo qualche giorno prima di offrirglielo nuovamente.
- Cerchiamo di non mescolare troppi alimenti diversi e piuttosto facciamo in modo che il bambino possa distinguere i diversi sapori così da conoscere poi le sue preferenze.
- Cuociamo con pochissima acqua per non disperdere enzimi, sali minerali e vitamine e non aggiungiamo zucchero e sale ai cibi.
- 'ideale è cuocere poco e bene e per questo, che sia svezzamento o autosvezzamento, è molto indicata la cottura al vapore che mantiene il colore e le vitamine degli alimenti, e anche il loro sapore.
Svezzamento tradizionale biologico vs autosvezzamento biologico
Ormai, come spiega il professor Andrea Vania, non si danno più indicazioni precise e vincolanti sulle modalità di introduzione degli alimenti e questo ha dato una spinta in più al cosiddetto autosvezzamento.
L'esperto spiega che ormai la scelta maggiormente caldeggiata dai pediatri:
è una via di mezzo tra l'avvio tradizionale dell'alimentazione complementare e quella responsiva (cioè l'autosvezzamento). Ma anche se si sceglie di seguire uno svezzamento più tradizionale, con uno schema dei pasti più preciso, è bene che la famiglia sia svezzata al più presto da questa modalità, che può esser utile, seppure non in tutti i bambini, nei primi mesi del divezzamento, ma che già verso gli 11-12 mesi dovrebbe lasciar spazio a modalità più interattive di approccio al cibo.