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I cartoni animati intelligenti

di Mariaelena LaBanca - 10.06.2013 Scrivici

La nostra pedagogista spezza più di una lancia a favore di alcuni programmi televisivi e cartoni animati molto educativi, studiati e modulati per le loro esigenze

Per la prima volta nella mia vita di pedagogista sono costretta, mio malgrado, a spezzare una lancia a favore dei cartoni animati “intelligenti”. Sono una mamma di un diavoletto di 2 anni, e a volte mi trovo davanti allo schermo e penso: ”però questo programma è educativo” oppure “guarda com’è istruttivo questo programma”.



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Se penso che la mia generazione è cresciuta con i cartoni animati più diseducativi in circolazione (pensiamo a Remì, Georgie, Lady Oscar, Pollon, Candy Candy, Mazinga z, Daitarn3….), rifletto sul fatto che i nostri figli sono fortunati ad avere programmi studiati e modulati per le loro esigenze.
Gli stessi Teletubbies (che, personalmente, non tollero proprio) in realtà sono adatti per i bimbi di età prescolare.
I cartoni animati interattivi (che prevedono una risposta, seppur minima, da parte dello spettatore) come Dora l’esploratrice, La casa di Topolino e molti altri, gettano nuove basi per una televisione che non sia solo una scatola multicolore davanti alla quale rimanere passivi ma anche uno strumento di apprendimento.

Cartoni animati  “multilingue” come Manny tuttofare che ripete alcune semplici frasi di circostanza in inglese e in italiano, cartoni animati brevi e semplici, divertenti e istruttivi come l’agente speciale OSO, aiutano i piccoli spettatori a fare una valigia in tre fasi, oppure a prepararsi al mattino.



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La televisione resta, comunque, uno strumento da utilizzare con la massima parsimonia. Se qualche tempo fa mi ero schierata a favore dei dvd e assolutamente contro i cartoni animati in tv, ora mi trovo a fare un passo indietro ma, comunque, dettando le stesse regole. Uno dei motivi che mi spingeva a dire “no” ai cartoni animati in tv è la pubblicità. I piccoli spettatori vengono bombardati da numerose proposte di acquisto, i bambini che si vedono nelle pubblicità sono sempre bellissimi, magrissimi e felicissimi, appaiono scarpe con il tacco per le bambine piccole, un mostro che secerne muchi verdastri, snack più o meno salutari da consumare ovunque capiti, in barba a tutte le regole dettate dal buon senso.

Nei palinsesti di alcune emittenti a pagamento non c’è la pubblicità, i cartoni animati durano, al massimo, 30 minuti e per noi genitori è più semplice decidere cosa si può guardare e cosa no.
Uno strumento che reputo utilissimo a tal fine è il parental control che permette ai bambini di poter accedere solo ad alcuni canali che i genitori hanno appositamente selezionato per loro.

Quanto tempo possono trascorrere i bimbi davanti alla TV?
La pedagogia moderna raccomanderebbe di non far stare i piccoli per più di mezz’ora al giorno davanti al televisore, ma, alla luce di questi nuovi programmi studiati espressamente per i bambini, la mia esperienza di pedagogista e di mamma, suggerisce un giusto compromesso di 45 minuti, e, vi assicuro, non è semplice mettere d’accordo i due ruoli!!!



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Alla mamma piacerebbe che Matteo guardasse i cartoni animati di sera, mentre si cucina, si riordina e si scambiano due parole con il partner, la pedagogista concorda sull’orario ma è assolutamente irremovibile sul fatto che, comunque, i bambini non vadano lasciati soli davanti alla tv e ricorda alla mamma che “la televisione non è una baby-sitter”.

Dunque la mamma decide di rimanere nella stanza con Matteo ma, comunque, riordina mentre il piccolo diavoletto rimane seduto a gustarsi il suo cartone animato preferito!!!
La pedagogista chiude un occhio e intanto ascolta i contenuti dei programmi pronta a “criticare” ma, di fronte al balletto di Matteo che ascolta il suo gingle preferito, alle risate e all’armonia che ne sono diretta conseguenza, è costretta, suo malgrado a rimanere in silenzio…anche quando Matteo chiede di vederlo “ancora”…

A cura della Mamma (pedagogista) dott.ssa Mariaelena La Banca

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