Home Il bambino

I problemi legati all'allattamento al seno

di Beatrice Spinelli - 10.07.2018 Scrivici

i-problemi-legati-all-allattamento-materno
Fonte: iStock
All’origine dei disturbi più comuni legati all’allattamento c’è spesso una posizione errata del bebè, oppure una produzione di latte molto abbondante

In questo articolo

Problemi allattamento al seno

Non ci sono dubbi: il latte materno è l’alimento più completo per la crescita e lo sviluppo del bambino almeno fino ai sei mesi di vita. Si tratta di un processo del tutto naturale e sono rari i casi in cui gravi difficoltà lo precludono. Oltre ad essere unanimemente raccomandato dalla comunità mondiale dei pediatri e neonatologi, l’allattamento al seno ha anche una  grande importanza dal punto di vista affettivo perché serve a rafforzare il legame speciale che lega la mamma e il bambino fin dalla gravidanza.
Dovrebbe essere quindi un momento di vero piacere per entrambi; tuttavia a volte possono presentarsi dei disturbi, in genere di lieve entità e relativamente facili da risolvere, che possono scoraggiare la neo-mamma, in un momento così delicato come quello che segue il parto, portandola a privare il proprio bambino e sé stessa di un’esperienza unica e preziosissima. 

All’origine dei disturbi più comuni legati all’allattamento c’è spesso una posizione errata del bebè, oppure una produzione di latte molto abbondante. Gli insuccessi iniziali sono molto frequenti ma in genere possono essere facilmente superabili. Prima di esaminarli singolarmente è importante ricordare che NON è normale sentire dolore quando si allatta, se ciò accade è probabile che il bambino assuma una posizione scorretta durante la poppata irritando il capezzolo che diventa arrossato e dolente.
Sottovalutare una situazione del genere comporta il serio rischio che il bambino si affatichi a succhiare senza prendere il nutrimento di cui necessita e ciò non fa scattare il meccanismo naturale che fa aumentare la produzione di latte a seconda del fabbisogno reale del bambino. Tutto ciò può compromettere il proseguimento dell’allattamento al seno.

Sono dei veri e propri taglietti che si formano al centro del capezzolo e sono causati da un'errata posizione del bambino.

Il dolore può essere molto forte e un modo per alleviarlo è attaccare al seno il bebè appena sembra avere fame: se non è troppo affamato succhierà con meno vigore. È  molto utile anche cambiare posizione tra una poppata e l'altra e lavare i capezzoli dopo ogni poppata solo con acqua tiepida (senza sapone) e, se possibile, lasciare asciugare il seno all'aria. È da evitare l'uso di coppette assorbilatte che trattengono l'umidità impedendo alle ferite di rimarginarsi. Se il taglietto sanguina e allattare è troppo doloroso è bene tirarsi il latte o spremerlo manualmente dandolo al bambino con il biberon. Aspettare che passino le ragadi prima di riprendere ad allattare comporta il rischio che insorga un altro problema: l'ingorgo mammario.

Si manifesta con indurimento del seno, gonfiore, pelle tesa e lucida e in alcuni casi anche con dolore e febbre. In genere il latte fa fatica a fuoriuscire perché vi è un’eccessiva tensione dei dotti galattofori. L’ingorgo mammario può sopraggiungere in diversi casi: ad esempio quando si saltano alcune poppate o se il bambino assume una errata posizione di suzione, se si indossa un reggiseno molto stretto o ancora se si dorme a pancia in giù. È bene non sottovalutare il problema perché l’ingorgo mammario può degenerare in mastite.

I rimedi più efficaci consistono in impacchi caldi e massaggi che favoriscano lo svuotamento del seno. Un modo per risolvere il problema è applicare per un quarto d’ora sull’areola una panno caldo bagnato. Questo permette di ammorbidire il seno in modo che il bambino possa attaccarsi. Fare questi impacchi prima della poppata è utile per agevolare il flusso del latte; per risolvere l’ingorgo è necessario quindi svuotare il seno molto spesso e per questo scopo può essere utile il tiralatte.

Un modo indolore ed efficace per far uscire il latte è anche quello di usare una bottiglia di vetro a bocca larga sterilizzata e raffreddata: bisogna premerne leggermente  il collo  sull’areola in modo che aderisca bene e ciò permetterà la naturale fuoriuscita del latte.

Il blocco di un dotto galattoforo

Può essere causato da poppate poco frequenti e/o da un’inadeguata rimozione del latte e provoca un gonfiore localizzato spesso molto fastidioso. Per scongiurare l’insorgere di questo problema è bene evitare di dormire a pancia in giù e di indossare reggiseni troppo stretti. È importante anche controllare che il bebè assuma una corretta posizione durante la poppata.

Può essere causata da diversi fattori: blocco di un dotto, ingorgo mammario, ragadi non curate, urto al seno, temporaneo abbassamento delle difese immunitarie materne. La mastite è un’infezione che colpisce una parte del seno e spesso una sola mammella. Tra i sintomi più comuni ci possono essere dolore localizzato, febbre, arrossamento o anche nausea e mal di testa. In caso di mastite si raccomanda il riposo ma non l’interruzione dell’allattamento. Bisogna assicurarsi che il piccolo si attacchi nella maniera corretta e cambiare spesso posizione durante la poppata. Anche in questo caso sono molto utili gli impacchi caldi e la spremitura manuale del seno che favorisce il riassorbimento della tumefazione. Se la mastite si accompagna a dolore intenso si può ricorrere all’uso della bottiglia così come per l’ingorgo mammario.

Il mughetto

È un’infezione provocata da un fungo che il piccolo può contrarre durante il passaggio dal canale del parto (se la mamma ne è affetta) oppure durante i primi mesi di vita e trasmetterlo alla mamma durante la poppata. In questi casi la mamma può avvertire dolore durante la poppata; i  capezzoli si irritano, bruciano e pizzicano e possono diventare lucidi, la sensazione di bruciore può protrarsi per un po’ di tempo anche dopo la poppata.

In questi casi è necessario intervenire subito usando sul capezzolo una pomata specifica

gpt inread-altre-0

Articoli correlati

Ultimi articoli