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Il respiro del neonato nel sonno: quando preoccuparsi ?

di Maurizio Alagna - 28.02.2019 Scrivici

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Il respiro del neonato nel sonno sembra strano e irregolare? Il pediatra ci spiega: quando preoccuparsi e cosa fare

In questo articolo

Respiro del neonato nel sonno

Mi rivolgo a voi mamme di piccoli bimbi in età compresa fra 1 mese e 6 mesi: almeno più di una volta, di sicuro, vi siete messe ad osservare il vostro piccolo come respira. Vi sarete già accorte che normalmente respira più veloce di noi adulti ma mentre dorme, soprattutto se è raffreddato o se ha la febbre, il suo respiro può essere molto particolare.

È per questo motivo che voglio sappiate cosa è perfettamente normale e cosa invece va preso in considerazione come sicuro segno di allarme.

Respiro veloce nel sonno

Il vostro piccolo è nel suo lettino accanto a voi, nella vostra stanza da letto. Sta bene, non è raffreddato, non ha febbre ed ha poppato senza problemi.

È sera tardi, voi state per spegnere la luce ed iniziare a dormire, l’ultimo sguardo si posa su di lui: vi accorgete che dorme tranquillo ma ha il respiro accelerato, a tratti sembra fermarsi e poi ricomincia un ritmo regolare.

Non preoccupatevi! Soprattutto nella fascia di età molto bassa (primi 2 mesi) è molto evidente, durante il sonno profondo , il cosiddetto “Respiro periodico”.

Si tratta di un tipo di respiro irregolare fatto appunto di fasi periodiche che si alternano fra di loro. Voi osserverete accelerazioni, brevi pause respiratorie, respiri normali. Questo è dovuto ad una immaturità dei centri del respiro tipica di questa età.

Cosa farete? Non dovete fare nulla, potete stare tranquille poiché siete di fronte ad un fenomeno normale. Se proprio volete fare la prova, fate una piccola stimolazione manuale al piccolo e vedrete che il suo respiro cambierà diventando temporaneamente più regolare, nel breve periodo in cui il suo sonno si farà più leggero.

Al contrario se è raffreddato o ha febbre, nel sonno un respiro veloce regolare potrebbe essere segno di vera difficoltà respiratoria. In tal caso è bene fare visitare il bambino.

Fischio nel respiro

Vi potrà capitare di ascoltare un lieve fischio, un lievissimo sibilo.

Ora esamineremo in sequenza il suo significato a seconda della fascia di età.

  • Se il vostro bambino ha meno di 2 mesi, non è raffreddato e non ha febbre, sono le piccole irritazioni della mucosa del nasino che possono provocare un rumore di fischio nella respirazione o semplicemente un respiro leggermente rumoroso. Questo accade soprattutto quando l'aria dell'ambiente è molto secca, ad esempio in inverno quando sono accesi i riscaldamenti. Cosa farete? Umidificare l’aria è quasi sempre la soluzione più rapida ed efficace. Se non basta, a volte può essere necessario praticare lavaggi nasali con soluzione fisiologica la sera nel bambino entro il primo mese oppure lavaggi con bicarbonato e soluzione ipertonica nel lattante più grandicello
  • Se al contrario il vostro piccolo è raffreddato e ha tosse frequente, un rumore di leggerissimo fischio durante il sonno può essere dovuto a restringimento dei piccoli bronchi e viene chiamato “wheezing”. È dovuto all'infiammazione dei piccoli bronchi, si ha durante infezioni virali delle vie respiratorie. Ed in questo caso cosa fare? Questo è un segno di allerta: farlo visitare dal pediatra che potrà somministrare la terapia adatta. Nel bambino più grande (maggiore di 2 anni) un rumore di leggero fischio durante il sonno notturno nella fase di espirazione può essere dovuto ad asma e spesso è accompagnato da tosse, in genere tosse secca. In questo caso va fatta la valutazione pediatrica su cause di tipo allergico.

Respiro catarroso del neonato

Se il vostro piccolo è raffreddato, cioè presenta le prime vie respiratorie infiammate (naso e bocca) e con abbondante produzione di muco (nasino che cola), è molto probabile che nel sonno il suo respiro sarà parecchio rumoroso. Il rumore che voi ascolterete proviene dal flusso di aria attraverso il nasino, che è reso difficoltoso dalla presenza di gonfiore interno e muco.

Cosa farà la mamma in questo caso?

Questa situazione va affrontata cercando di tenere il più possibile pulite le fosse nasali (le cavità all’interno del nasino), utilizzando lavaggi nasali con soluzione fisiologica e nei più grandicelli (da 6 mesi i poi) con soluzione ipertonica e bicarbonati.

Così facendo il vostro piccolo respirerà meglio e senza rumore.

Questa situazione banale e molto comune deve tuttavia essere considerata diversamente e con molta più attenzione se il piccolo ha meno di 2 mesi di età. Infatti a questa età c’è maggiore possibilità che un banale “raffreddore” delle prime vie respiratorie (naso e faringe) si possa complicare anche rapidamente,cioè nel giro di poche ore, in una vera e propria infezione respiratoria dei piccoli bronchi (bronchiolite).

I segni di questa complicazione sono:

  • difficoltà respiratoria con respiro accelerato costante,
  • difficoltà di alimentazione,
  • possibile cianosi (cambio di colorito delle labbra verso il violaceo).

Questo è un segno di allerta: una situazione che richiede una  valutazione pediatrica immediata.

Rantolo del lattante dopo la poppata

Può accadere che dopo la poppata, il vostro lattante mentre dorme emetta un leggero rantolo appena udibile in lontananza. Se toccate la sua schiena potreste anche sentire sotto la mano una piccola vibrazione all'atto del respiro.

Di cosa si tratta? Se sta bene e non è raffreddato, questo rumore può essere dovuto ad un reflusso gastroesofageo. Si sente molto meglio quando il piccolo è sdraiato a pancia in su e dopo la poppata.
Infatti piccole quantità di latte, anche se non si vedono rigurgitare dalla bocca, possono risalire nel faringe (dietro la bocca) e con il passaggio dell'aria della respirazione creare questo rumore di rantolio, che si trasmette per vibrazione al torace.

A volte capita che, dopo la poppata, alcuni lattanti in posizione sdraiata, oltre a questo piccolo rumore di rantolio, hanno frequenti colpetti di tosse o muovono la testa da un solo lato. Sono tutti segni collegabili al reflusso gastroesafageo.  

Come comportarsi in questi casi?

  • Mantenere il piccolo in posizione dritta in braccio per 10 minuti dopo la poppata per facilitare il “ruttino” può migliorare la situazione.
  • Se questa semplice manovra non è sufficiente una valutazione pediatrica non urgente stabilirà se è il caso di effettuare qualche terapia.

Respiro intercostale del neonato

Il neonato ed il lattante nello stato di benessere utilizzano un tipo di respiro che utilizza il muscolo diaframma, un muscolo a forma di grossa cupola che separa i polmoni dalla cavità addominale.

Una infezione respiratoria o una crisi di asma possono provocare una grossa difficoltà respiratoria: in questi casi capita che il piccolo utilizzi i muscoli intercostali per respirare meglio.

Ve ne potete accorgere perché vedrete sulla parte bassa del torace, nel punto di confine fra la parete toracica e l'addome, movimenti respiratori molto evidenti che hanno l’aspetto di rientramenti, denominati “respiri intercostali “o “rientramenti intercostali”

In casi più accentuati noterete dei rientramenti anche al giugulo cioè la piccola zona a forma di fossetta che si trova alla base del collo proprio sopra lo sterno.

Sono segni di allerta: il bambino va messo a sedere, bisogna fargli respirare aria ossigenata e consultato subito il pediatra.

Neonato respira male nel sonno: può soffocarsi?

Il neonato che respira rumorosamente nel sonno a causa di un raffreddore può avere difficoltà respiratoria importante soltanto a seguito di un rigurgito di latte. Questo avviene perché, se il nasino è pieno di muco, il piccolo potrebbe avere problemi a respirare proprio nel momento del rigurgito. Ma sappiate che è a basso pericolo di soffocamento se è allattato esclusivamente al seno e se dorme in posizione corretta a pancia in su.

Infatti i rigurgiti di latte sono molto più frequenti nei piccoli allattati con latte artificiale.

Comunque cosa potete fare?

Mantenere il più possibile libere e pulite le narici prima del sonno notturno, attraverso l’uso di lavaggi nasali con soluzione fisiologica o, se necessario, con soluzione ipertonica e bicarbonato.

Respiro del neonato con apnea

Il breve momento di assenza del respiro (pausa respiratoria) durante il sonno è un evento frequente e non è mai considerato un segno di allarme.

Abbiamo già visto che se il vostro piccolo ha meno di 2 mesi i brevi momenti di assenza del respiro durante il sonno profondo fanno parte del normale “respiro periodico” del lattante.

L‘importante è invece osservare se compare una pausa respiratoria più lunga, circa 20 secondi, che chiamasi “apnea”. L’apnea si accompagna molto spesso ad un importante segno: la “cianosi” (colorito bluastro delle labbra). Questa ultima situazione può avvenire solo in seguito ad un rigurgito abbondante di latte, in genere sono più esposti i lattanti allattati con latte in formula.

Una presenza costante, ripetuta nei giorni, di apnee da reflusso richiede anche se non in urgenza, una valutazione pediatrica. Le apnee nei lattanti (da 1 a 6 mesi) sono quindi spesso associate al forte  reflusso gastroesofageo, ma alcune volte non hanno una causa precisa.

Inoltre, vi indico le misure di prevenzione per le apnee del lattante da possibile soffocamento accidentale, misure da adottare durante il sonno dei vostri piccoli. Queste fanno parte delle raccomandazioni per prevenire la SIDS (morte improvvisa del lattante).

  1. fare dormire il piccolo sempre a pancia in su e su una superficie rigida
  2. la testa del lettino non deve essere mai inclinata poiché esiste il rischio di scivolamento del piccolo sotto le lenzuola e possibilità di soffocamento
  3. tenere lontano il piccolo da cuscini, peluche, coperte
  4. umidificare l’aria della camera da letto
  5. non fumare e non lasciare i vestiti del fumatore nella stanza da letto
  6. se dorme nel letto con voi, non fatelo dormire in mezzo a voi due papà e mamma (per evitare il rischio soffocamento accidentale ); piuttosto meglio  posizionarlo dal lato materno.

Conclusioni

Le situazioni di vero allarme sono fortunatamente poche e sono causate soprattutto dallo stato generale del piccolo che può causare modifiche del tipo di respiro durante il sonno.

Usando questi piccoli accorgimenti voi stesse noterete gli effetti positivi sul respiro del vostro piccolo. Nel caso in cui esistessero i segni di allerta che vi ho precisamente indicato non esitate a chiedere il parere pediatrico. Ed ora davvero posso dare la Buonanotte a tutte voi.

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