Il pianto del neonato e "l'ora delle streghe”
Sono le sei o le sette di sera e il vostro bel neonato di poche settimane inizia a piangere: succede tutte le sere, senza eccezioni, e pensate che accada solo a voi. Vi state chiedendo dove sbagliate e cos'ha il vostro bambino che non va, date la colpa alle coliche e provate tutti i rimedi possibili. Forse siete arrivati fin qui perché qualcuno vi ha parlato del collegamento tra pianto del neonato e l'ora delle streghe: vediamo insieme di cosa si tratta.
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Che cos’è l’ora delle streghe?
È chiamato ora delle streghe un periodo della giornata in cui, secondo la leggenda e il folklore, streghe, demoni e fantasmi pare che abbiano tantissimo potere. La leggenda nasce secoli fa e nel tempo ha cambiato collocazione di orario, così come sono cambiati i ritmi di sonno delle persone. Oggi, è considerata ora delle streghe quella che va da prima di cena alla tarda serata, o anche notte. Per questo si citano spesso insieme il pianto del neonato e l'ora delle streghe.
Pianto del neonato, verso sera diventa ingestibile
Capita a tantissimi genitori, seppur non a tutti. Se è capitato anche a voi, sappiate che né voi né il vostro bambino siete speciali, anzi! Se verso l'ora di cena o appena dopo il vostro piccolo inizia a piangere disperato e niente sembra calmarlo, la spiegazione non ha a che fare con le streghe ma con qualcosa di molto più semplice: la stanchezza!
Ma com'è possibile che un neonato di poche settimane si stanchi? In realtà, gli stimoli sensoriali a cui è sottoposto sono fortissimi e intensi, molto difficili da gestire. Per questo molti arrivano a sera talmente distrutti da non riuscire più a calmarsi.
Ora delle streghe o coliche?
Molti genitori credono che il pianto serale del neonato sia dovuto alle coliche: quindi provano di tutto, dalle gocce omeopatiche al massaggio, dal cambio di latte al biberon, dall'allattamento a orari alla dieta diversa della mamma. In realtà, le coliche sono molto meno frequenti di quel che si crede e hanno sintomi piuttosto evidenti, tra cui pianto improvviso acuto (di dolore), gambe al petto, molte flatulenze, diarrea o al contrario stitichezza. Confrontatevi col pediatra per capire se vostro figlio soffre davvero di coliche, prima di cambiare abitudini o introdurre rimedi. Se il pianto è continuo e non è accompagnato da altri sintomi e arriva solo la sera, potete stare piuttosto tranquilli: è l'ora delle streghe!
Come calmare il neonato che piange di sera
Ai neo-genitori viene spesso detto: passerà. È assolutamente vero, ma quando si è nel mezzo della tempesta l'unica cosa di cui si ha voglia è scappare lontano dove c'è silenzio.
Quindi, invece di usare frasi fatte, meglio dispensare qualche piccolo consiglio pratico che può davvero fare la differenza nel gestire il pianto del neonato e l'ora delle streghe.
Ecco alcuni consigli per fare in modo che il piccolo arrivi a sera più rilassato:
- più dorme, meglio è: non svegliatelo per paura che non dorma la sera, i neonati sono come i gatti, devono dormire! Se serve, provate anche un power nap verso le 17, in modo da ricaricarlo
- dopo le 18, no a giochi, suoni, musica, luci, tv accese, canzoncine: meglio luci soffuse, voce calma, attività tranquille (niente papà che gettano per aria al loro arrivo)
- se il bagnetto lo calma, è un ottimo modo per rilassarsi, altrimenti anticipatelo a un altro momento della giornata
Ecco invece cosa si può fare per aiutare un neonato che piange disperato alla sera:
- praticare lo swaddle, cioè avvolgerlo per calmarlo
- cullarlo, rassicurarlo
- portarlo in fascia/marsupio
- cantare ninne nanne con voce tranquilla
- tenerlo in una stanza al buio, magari con un carillon
- allattarlo al seno più spesso e meno a lungo
- provare un massaggio, con luci soffuse e in una stanza tranquilla, per esempio la sua cameretta, continuando a parlargli
L'ora delle streghe è quell'orario in cui i neonati piangono senza un'apparente ragione. Spesso si dà la colpa alle coliche, ma più spesso si tratta di stanchezza dovuta a iperstimolazione. In genere dura poche settimane e verso i sei mesi i fenomeno è del tutto scomparso, ma per i genitori può sembrare anche infinito: è normale!