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"Mamma, papà… sarà solo per questa notte!”

di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus - 17.06.2019 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Per un bambino iniziare a dormire da solo può essere un passo molto difficoltoso da compiere. Come gestire la fase di transizione? Come superare le paure? Serve pazienza e gioco di squadra tra i genitori

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"Mamma, papà… sarà solo per questa notte!”

Dopo che mamma e papà hanno rimboccato le coperte, augurato sogni d’oro e chiuso la porta, cosa anima di notte la cameretta del bambino?

Una volta solo, il piccolo si trova ad affrontare le sue paure: i mostri che, nella fantasia, abitano sotto al letto fanno visita ai suoi sogni. Il buio può nascondere delle insidie troppo grandi che quindi, senza la sua mamma accanto, non è ancora capace di affrontare, timori che, quando sarà cresciuto, avranno un volto diverso, meno spaventoso. Per il momento, però, è più sicuro cercare rifugio nel lettone dei genitori: loro sapranno come far scomparire tutte le creature terrificanti!

Il bisogno di avvertire una presenza

Fin dal primo giorno, il bambino ha la certezza che la sua mamma avrà sempre una risposta pronta ad ogni richiesta e domanda: l’abbraccio materno nutre il cuore del piccolo instaurando così un legame per lui indispensabile e unico. Agli occhi della donna, questo legame simbiotico è espressione dell’amore che prova nei confronti del proprio figlio.

Quando il bambino si trova nel suo lettino, da solo, a fare i conti con tutto ciò che suscita in lui una sensazione di solitudine e paura, è portato a richiamare l’attenzione della mamma, che riesce ad accogliere le sue preoccupazioni facendogli spazio nel lettone: ecco che questo, molte volte, può diventare così un luogo di cura sicuro e condiviso da tutta la famiglia, da cui il piccolo si separerà gradatamente secondo le proprie tempistiche e modalità.

Una favola raccontata dai genitori, le ninne nanne intonate, una lucina accesa, la compagnia del peluche del proprio personaggio preferito possono addolcire il rifiuto che il piccolo mostra nei confronti del proprio lettino. Questi rituali, se ripetuti e regolati, aiutano infatti il bambino ad allontanare le paure legate alla separazione da mamma e papà, fungendo da piccoli ma importanti segnali della loro presenza.

Una tappa importante per costruire una nuova relazione

Il passaggio dal lettone al lettino implica infatti, da parte dell’infante, la rinuncia alla calorosa e costante vicinanza percepita in risposta ai suoi bisogni durante i risvegli notturni; perdita che coinvolge anche i genitori, che devono accettare che il figlio si crei un proprio spazio di autonomia. Ogni perdita, però, viene compensata dalla conquista che ne consegue.

Dormire da solo nel proprio lettino, infatti, può anche permettere al bambino di scoprirsi come un individuo unico e distinto dalla propria madre, insinuando una crepa in quel legame mamma-figlio che fino a quel momento era basato sul “non aver bisogno di altro e altri”.

In questo modo si comincia anche ad accettare una nuova modalità relazionale a tre: il padre ha, in questa occasione, l’opportunità di promuovere una maggior separazione della coppia madre-bambino, conquistandosi lo sguardo di entrambi. Il papà può mostrare il suo desiderio per la compagna e allo stesso tempo creare con il proprio figlio momenti speciali da vivere insieme.

Condivisione e supporto

Fare spazio al proprio uomo permette poi alla donna di condividere l’avventura della genitorialità: il lettone può così tornare a essere un luogo per la coppia coniugale in cui poter vivere la propria intimità.

Spesso la difficile gestione dell’addormentamento e dei risvegli notturni, la stanchezza di mamma e papà, sommati alle diverse regole e rituali educativi di ogni giorno, sono aspetti che mettono a dura prova le decisioni e le scelte che i genitori prendono di continuo.

Quando il mio bambino piange, è giusto farlo dormire nel lettone? E se poi questa abitudine diventa un vizio a cui non può e non vuole più rinunciare? Si sentirà solo e triste nel suo lettino? Tutte queste sono questioni che non accolgono una risposta univoca. Questo perché la crescita è un percorso lungo e ricco di avventure, che non ha un manuale fatto di passaggi e regole da seguire alla lettera.

Ciascun bambino è unico e offrire spazi di autonomia senza far mancare la propria presenza rassicurante, rispettando i suoi ritmi e bisogni, è sicuramente un compito difficile, ma prezioso della genitorialità.
Diventare grandi è infatti un percorso che va costruito insieme, all’interno di una relazione d’amore.

A cura di Associazione Pollicino Onlus

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