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Il bimbo piange di notte? Meglio non accorrere per calmarlo

di Redazione PianetaMamma - 04.01.2013 Scrivici

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Una studiosa consiglia di resistere alla tentazione e aiutare il bambino ad imparare a riaddormentarsi da solo

Il sonno è uno degli argomenti maggiormente gettonati dalle neomamme. Come far addormentare i bambini? E' giusto lasciarli piangere nel loro lettino o è meglio cullarli fino a che non si calmano?
Le teorie si sono sprecate negli ultimi anni (LEGGI), ma il dibattito resta più che mai aperto.


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Potrebbe contribuire a fare chiarezza il risultato di un recente studio condotto dai ricercatori americani che mostrano che alzarsi di notte se il bambino piange non servirebbe ad abituare i bambini ad addormentarsi e ri-addormentarsi da soli.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Developmental Psychology, ha coinvolto 1200 genitori che hanno risposto a una serie di domande circa le abitudini del sonno dei propri figli e ha distinto i genitori in due gruppi diversi quando i figli avevano sei mesi di vita: due terzi dei bambini dormiva tutta la notte mentre un terzo si svegliava almeno una volta.
Quelli che erano maggiormente propensi a svegliarsi erano maschietti, allattati al seno, le cui madri erano maggiormente vulnerabili alla depressione.


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Come ha spiegato Marsha Weinraub, della Temple University di Philadelphia, che ha condotto la studio, è del tutto normale che durante il sonno notturno il bambino cambi ciclo del sonno ogni ora e mezzo-due ore. E in queste fasi di passaggio, il sonno diventa più leggero, il bimbo può svegliarsi e piangere. Secondo la studiosa se la madre accorre immediatamente in questi momenti rischia non solo di svegliare completamente il bambino, ma anche di impedirgli di imparare a riaddormentarsi da solo.

La studiosa ribadisce che è importante stabilire una routine del sonno (LEGGI): il bambino va messo a letto sempre alla stessa ora ed è meglio lasciare che riprenda a dormire da solo se dovesse svegliarsi.

Analizzando le abitudini del sonno dei 1200 bambini, la studiosa ha concluso che la maggior parte dei bambini di quell'età dorme tutta la notte e si risveglia di notte, in media, solo una volta alla settimana, ma non tutti i bambini seguono questo modello di sviluppo.



I bambini sono stati quindi divisi in due gruppi: i dormitori e i cosiddetti "dormitori transizionali", cioè quelli che, nelle fasi di cambiamento del ciclo di sonno notturno si svegliano e piangono perchè non riescono a riaddormentarsi da soli. Questi bambini, a 36 mesi, sono risultati essere maggiormente irritabili e più inclini a distrarsi e non riuscire a mantenere la concentrazione.

La ricercatrice ha concluso precisando che la privazione del sonno (LEGGI) rappresenta un problema sia per i bambini, che devono essere messi in condizione di riaddormentarsi da soli, che per le madri, che possono essere maggiormente vulnerabili nei confronti della depressione.
Ciò spiega, quindi, quanto sia importante resistere alla tentazione di accorrere ogni notte ogni volta che il bambino piange e aiutarlo, invece, ad imparare a calmarsi e addormentarsi da solo.


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