Educare al sonno, i consigli dei pediatri
Parliamo di sonno del neonato. O meglio della possibilità o meno di "insegnare ai neonati a dormire".
Possibile che dopo aver trascorso nove mesi nella pancia della mamma il bebè una volta nato non abbia paura, non abbia bisogno di sentire il calore materno, non abbia bisogno di tempi per abituarsi ed adattarsi alla vita fuori dall'utero? E' inumano e cinico pensare di insegnare a un bambino di 8 settimane a dormire da solo?
Le teorie si sprecano. L'ultima è firmata dal pediatra Michel Cohen, fondatore dello studio Tribeca Pediatrics che ha in cura circa 32mila bambini newyorchesi.
Chi ha buttato via il libro "Fate la nanna" di Estivill perché non sopportava l'idea di lasciar piangere il bambino nel suo lettino per cinque interminabili minuti (che poi potevano diventare sei, sette e cosi via) sappia che secondo Cohen il bambino va messo a dormire nella sua culla nella sua stanza alle 19 e lasciato lì fino alle 7 del mattino dopo.
Se piange non va alzato. Niente coccole, ninne nanne, teatrini per convincerlo a dormire. Insomma si dorme e basta. E non a 8 anni, ma a 8 settimane!
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Una mamma ha raccontato di aver mostrato parecchie perplessità di fronte al pediatra che consigliava di lasciare il neonato nella stanza da solo senza cibo e senza consolazione per 12 ore. Il pediatra disse
Si tratta di questo. Avete il coraggio di fare quello che sto suggerendo? Se è così, vedrai che funziona.
E se no? Chiese lei. E il dottor Cohen rispose:
Se no mi aspetto di vederti di nuovo tra sei mesi, esaurita, a chiedermi perché tuo figlio si sveglia ancora ogni tre ore di notte
Non sono pochi i pediatri che propongono un programma di formazione del sonno dei neonati.
Funzionano? E’ giusto educare i bambini al sonno?
Ci sono vari gradi di formazione. Partendo da Cohen e scendendo di un gradino fino alla teoria di Estivill, più in basso troviamo Tracey Hogg, che ha aiutato moltissime neomamme alle prese con il sonno del bebè. Essenzialmente la teoria della Hogg è questa: creare una routine che sia riconoscibile e sempre uguale per il bambino e poi mettere il bebè a nanna nel suo lettino uscendo dalla stanza. Se piange la tecnica è quella Pick Up/Put Down (cioè alza su, metti giu). Il neonato viene preso in braccio, coccolato e calmato (senza sovrastimolarlo) e quando si è calmato viene rimesso giù mentre è ancora sveglio. Non va addormentato in braccio ma solo calmato.
E poi scendendo ancora più giù nella piramide dei vari esperti di sonno dei neonati troviamo i promotori del co-sleeping come Margot Sunderland, direttrice del Center for Child Mental Health di Londra, che consiglia ai genitori di accogliere i bambini nel lettone fino a cinque anni. Anche perché intorno a questa età tutti i bambini decidono di andare a dormire da soli nel proprio letto ma nel frattempo hanno viste soddisfatte le loro esigenze di coccole e accadimento.
Esiste una ricetta perfetta per far dormire i bambini? E’ possibile trovare un giusto compromesso tra le esigenze dei piccolissimi e quelle dei genitori bisognosi di riposo?
Ogni neomamma ha dentro di sé la risposta. Ma, come dice Michele Zip in questo accorato articolo, quelle notti insonni passano. I bambini crescono così in fretta e all’improvviso te li ritrovi grandicelli e ricordi quando le loro piccole teste stavano nel palmo delle vostre mani, erano così delicati e avevano bisogno di tutto.