È quasi una tappa obbligata per tutti i genitori: abituare i bambini a dormire da soli è una di quelle fasi che segna i confini tra mamma, papà e figli, insegna loro a essere indipendenti e li mette nelle condizioni di sconfiggere le loro ansie. Tuttavia, non sempre le cose vanno lisce: nonostante gli sforzi, infatti, i nostri figli potrebbero presentarsi in camera nostra nel cuore della notte.
Per quanto si possa essere indulgenti le primissime volte e nei casi in cui si presentino incubi, purtroppo, dobbiamo imparare a essere fermi e a spiegare loro che andare a letto non è e non può essere per sempre un'attività di gruppo. Per farlo, però, dobbiamo cercare di capire cosa li preoccupa e come ovviare al problema.
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Dormire da soli: cosa impedisce ai bambini di farlo?
Innanzitutto, una premessa: se i nostri bambini non riescono a dormire da soli non è necessariamente un nostro fallimento e non ci si deve per forza disperare. La fase di transizione dal lettone o dalla camera da letto alla cameretta è una fase che non ha tempi prestabiliti e può durare più o meno tempo anche in base al carattere dei nostri bimbi.
Ci sono, però, delle cose che di base rendono le cose più difficili per i bambini: si tratta delle associazioni che, in maniera più o meno inconscia, creano con la cameretta e con l'atto di andare a dormire. Se, per esempio, il bambino associa alla cameretta o al lettone tutte le azioni di gioco della giornata e continua a giocare fino a poco prima di andare a dormire, sarà comunque sovreccitato e non gli riuscirà semplice addormentarsi.
Allo stesso modo, se associa alla cameretta o al suo lettino delle distrazioni (come vedere la tv o guardare video), non riuscirà a metabolizzare subito il concetto di riposo.
Oltre alle associazioni, poi, ci sono dei motivi "tecnici" per cui i bambini non vogliono dormire da soli: luci troppo forti, colori troppo accesi e un senso di insicurezza per qualcosa che li spaventa possono essere estremamente vincolanti.
Dormire da soli: come fare
Come si fa, dunque, per cercare di abituare i bambini a dormire da soli? Innanzitutto, facendo luce sulle cause. Se effettivamente ciò che abbiamo detto sopra (associazioni a gioco e distrazioni, luci troppo alte, insicurezze) sono problemi esistenti, non bisogna fare altro che eliminarle e abituare gradualmente i piccoli al riposo in solitaria.
Poi, c'è una cosa imprescindibile da fare, ovvero impostare una routine pre-nanna. Ciò significa, innanzitutto, stabilire un orario per andare a letto (fisso e senza sconti!): infatti, aspettare ogni sera che i bambini siano stanchi non è affatto una buona abitudine, perché fa sì che ogni notte si dorma per un numero di ore diverso, cosa che va assolutamente evitata.
Un paio d'ore prima dell'orario in questione, è buona norma cominciare ad abbassare le luci e interrompere i giochi più frenetici in favore di attività più rilassanti, come leggere, disegnare o colorare. È anche bene evitare caramelle o cibi ricchi di zuccheri: qualora chiedessero uno spuntino prima di andare a nanna è meglio optare per una tazza di latte caldo o per una camomilla.
Sempre prima dell'orario della nanna non dimentichiamo il bagnetto caldo che, se unito a delle sane coccole, concilia il sonno. Prima di andare a letto, si può anche fare in modo che i nostri figli scelgano il loro giocattolo preferito (un peluche o una bambola) per avere un po' di "conforto" nell'affrontare la notte da soli.
Una volta sotto le coperte sì alla favole della buonanotte, ma attenzione: se per i primi tempi ci metteremo accanto ai bambini nel lettino, gradualmente dobbiamo anche iniziare ad allontanarci, sedendoci un po' più distanti.
Infine, una volta data la buonanotte è bene fare due cose, ovvero concedere di lasciare una lucina (piccola e tenue) accesa e rassicurare i bambini dicendo loro che non stiamo scomparendo: siamo solo nella stanza accanto.
Dormire da soli: cosa non fare
Cos'è, invece, che si deve evitare di fare? Intanto, pretendere che i bambini si abituino all'improvviso: non è così che funziona, specie se il periodo passato in camera da letto/nel lettone è stato particolarmente lungo. Infatti, più i bambini crescono più il distacco da mamma e papà nel momento del sonno diventa difficile.
Essere rassicuranti è essenziale per garantire che il sonno di tutta la famiglia sia felice e sereno. Questo significa che quando i bambini si presenteranno in camera da letto per provare a dormire con noi, bisognerà essere fermi nell'impedirglielo ma senza sgridarli o urlare. Bisogna anche essere pronti ad affrontare crisi di pianto mantenendo i nervi saldi: si tratta della loro risposta emotiva ed è nostro compito guidarli, accompagnandoli nuovamente in cameretta e spiegando loro che non c'è nulla da temere.
Bisogna anche pensare che, anche se alcuni genitori concedono ai figli di dormire nel lettone (co-sleeping), a lungo termine questa abitudine può diventare problematica per il sonno di tutti: i bambini crescono velocemente, gli spazi che occupano aumentano e si rischia di dormire male insieme e di fare passi indietro.
Dormire da soli: perché è importante per i bambini
C'è anche di più: in base agli studi del dottor Oliviero Bruni, neuropsichiatra infantile, a lungo termine far dormire i bambini nel lettone porta a una serie di disturbi che non tutti attribuiscono all'alterazione del sonno.
Ridotta memoria, scarso controllo degli impulsi, livelli più bassi nelle performance scolastiche e di apprendimento, ma anche obesità, predisposizione al diabete, rischio di sviluppare ADHD e disturbi depressivi sono alcune delle problematiche che il dottor Bruni porta alla luce.
Dall'altra parte, invece, imparare a dormire da soli presto porta i bambini a sviluppare una buona indipendenza e a imparare, per altro, che esistono dei momenti per raccogliersi in sé stessi. Per aiutare ancora di più i nostri figli è bene parlare con loro durante la giornata e spiegare l'importanza dell'avere un lettino accogliente, uno spazio tutto per loro e di quanto siamo orgogliosi che si impegnino a essere "coraggiosi" nel fronteggiare la notte come fanno i grandi.
Fonti articolo: Healthline, VerywellFamily, Società Italiana Pediatria