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Turismo sessuale: italiani i primi pedofili nel sud del mondo

di Monica De Chirico - 06.06.2013 Scrivici

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Ecpat Italia e Fiab onlus hanno lanciato una campagna per sensibilizzare l'opinione pubblica, le istituzioni e la società civile sul dramma dello sfruttamento sessuale dei bambini. Gli italiani sarebbero tra i più attivi nella "caccia" di bambine nel sud del mondo

Sulle due ruote per dire di no al turismo sessuale a danno dei minori.

È quanto faranno i cicloamatori che

domenica 9 giugno

saliranno in bicicletta in 29 città che hanno già aderito alla

campagna lanciata insieme da Ecpat Italia e Fiab onlus.

Obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica, le istituzioni e la società civile sul

dramma dello sfruttamento sessuale dei bambini.

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L'

Ecpat

, l’organizzazione che in 70 Paesi del mondo lotta da sempre

contro lo sfruttamento sessuale dei bambini

, ha lanciato un allarme: sono sempre di più, i vacanzieri che vanno a caccia di bambini nei Paesi dove, per non morire di fame, si accetta ogni tortura. Sarebbero sempre più giovani, tra i 20 e i 40 anni, sempre più depravati per scelta, e non per malattia, un terzo dei

tre milioni di turisti sessuali in tutto il mondo.

Solo il 5 per cento di loro, infatti, è un caso patologico. Gli altri, informa l’Ecpat, lo fanno per provare un’emozione nuova, in modo occasionale (60%), oppure abituale (35%).

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Si tratta spesso di uomini che a casa sembrano gente qualunque, gente a posto: figli, mariti, padri, lavoratori che si trasformano in demonio per bambine indifese, fragili, che spesso neanche arrivano in altezza all'anca dei loro "predatori". E il dato più allarmante per il nosto paese è che sarebbero soprattutto gli

italiani

, tra quelli che ”consumano” di più a

Santo Domingo, in Colombia, in Brasile

.

Italiani, i primi pedofili del Kenya

. Attivissimi in questo "commercio" che travolge 15.000 creature, il 30 per cento di tutte le bambine che vivono tra Malindi, Bombasa, Kalifi e Diani. Piccole schiave del sesso per turisti.

In vendita a orario continuato, per mano, talvolta, dai loro genitori.

In genere si tratta di bambine che hanno tra i 14 e i 12 anni. Ma in alcuni casi possono averne anche 9, anche 7, anche 5.


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Vittime che si "trasformano" in foto e filmati da portare a casa come souvenir.

Pacchetti di vacanza all inclusive con alloggio, vitto, viaggio, drink, preservativi e ragazze. Per non parlare della Rete dove ci sono forum aperti e siti creati apposta per il turismo sessuale. Ecco perché domenica, al grido

"Un altro viaggio è possibile" ci sarà una marcia ciclistica lungo le strade di 29 città,

organizzata dall’Ecpat e dalla Fiab, che porterà in giro

l’indignazione contro lo sfruttamento sessuale dei bambini.

Pedalando, si segnalerà che questa è un’emergenza, che secondo le stime ufficiali un milione e duecentomila bimbi sono sfruttati nel sesso, nell’accattonaggio, nei lavori forzati. I dati ufficiosi sono ben altri: solo i piccoli schiavi del sesso sarebbero almeno due milioni. Ognuno di loro frutterebbe 67.200 dollari all’anno

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