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La triste storia di Rawan e delle spose bambine

di Monica De Chirico - 10.09.2013 Scrivici

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La storia della piccola Rawan, che leggiamo oggi su tutti i quotidiani, è come un pugno nello stomaco che ci spinge a riflettere su uno dei drammi più diffusi in paesi come lo Yemen: le spose bambine morte

Ci sono paesi in cui l'infanzia è negata ogni giorno, in cui decine di milioni di bambine e adolescenti sono state costrette a rinunciare ai loro diritti, e allora libertà. La storia della piccola Rawan, che leggiamo oggi su tutti i quotidiani, è come un pugno nello stomaco che ci spinge a riflettere su uno dei drammi più diffusi in paesi come lo Yemen: le spose bambine morte.


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Rawan, è una bambina di 8 anni, che sarebbe stata concessa in sposa ad un uomo di mezza età in Yemen. Dopo la prima notte di nozze, però la bimba sarebbe morta in seguito a delle gravissime lesioni interne dovute all'atto sessuale con il suo sposo. Le autorità yemenite avrebbero negato tutto, ma c'è chi afferma che il governo come la polizia starebbero cercando di insabbiare la storia. A portare alla luce il dramma della bambina sarebbe stato il giornalista yemenita freelance, Mohammad Radman, che insiste sulla veridicità della notizia e l’attendibilità delle sue fonti.

Quella di Rawan è solo una delle tante, troppe, vicende di

spose bambine morte

: nel 2009 ci fu il caso della dodicenne

Fawziya

, deceduta con il bambino in grembo, nato dal matrimonio con un uomo che aveva ameno il doppio dei suoi anni. Un altro caso che ha attirato l'attenzione dei media e ha fatto discutere è stato quello di

Nada al-Ahdal

, che si era ribellata ai genitori che la volevano dare in sposa ad un adulto sconosciuto. Le parole dell’undicenne sono una richiesta disperata di aiuto, fanno riflettere e con semplicità portano alla luce un dramma di tutte quelle che si sono trovate nella sua condizione: "

Cosa è successo all’innocenza dell’infanzia

? Cosa hanno fatto di sbagliato le bambine? Io ho cercato di risolvere i miei problemi, ma non tutti bambini ci riescono.

E allora possono anche morire, o suicidarsi, o fare quello che gli passa per la testa in quel momento. Sono solo bambini: non hanno tempo per studiare, non hanno tempo di fare nulla. Io non sono l’unica, come me ce ne sono tanti. E piuttosto che sposarmi preferirei essere morta. Alla mia famiglia dico che con loro ho chiuso, hanno rovinato tutti i miei sogni".

Ma lo Yemen non è l'unico paese al mondo noto per le spose bambine o per le violenze nei confronti delle minorenni, la geografia del fenomeno è vasta. Lo conferma l'

Unicef

che ha lanciato una campagna a sostegno delle bambine nei paesi in via di sviluppo. "I matrimoni precoci sono ancora diffusi in molte regioni del mondo soprattutto nelle zone rurali e nelle comunità più povere, perpetuando il circolo vizioso della povertà. In alcune regioni l'incidenza del matrimonio precoce è particolarmente alta: il 46% in Asia meridionale, e 37% nell'Africa subsahariana.  I 10 Paesi dove è più alta la percentuale di donne tra i 20 e i 24 anni che si sono sposate – o hanno iniziato a convivere - prima dei 18 anni sono: Niger 75%; Repubblica Centrafricana 68%; Ciad 68%; Bangladesh 66%; Guinea 63%; Mozambico 56%; Mali 55%; Burkina Faso 52%; India 47%; Eritrea 47%. "

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Bambine così piccole dovrebbero solo pensare a giocare ed essere spensierate. E di certo non devono essere costrette a sposarsi. Ogni anno, secondo i dati raccolti dall'Unicef, sono almeno

50.000 le ragazze tra i 15 e i 19 anni che muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto.

Ragazze che, in molti casi, sono state costrette a sposarsi, magari con un uomo molto più grande di loro, che potrebbe avere l'età del padre. Una situazione inaccettabile. La campagna è stata lanciata anche da

Paola Saluzzi, Goodwill Ambassador dell’UNICEF

Italia, che in un

video-messaggio

si è fatta portavoce di tutte le spose bambine, alle quali è stata negata l'infanzia: "Mi hanno negato il diritto a giocare. Mi hanno negato il diritto all’istruzione. Mi hanno negato il diritto a una vita sana. Mi hanno sottratto l’infanzia. La mia vita. I miei diritti”.

Negli ultimi 30 anni, fa sapere l'Unicef, i matrimoni precoci sono diminuiti a livello mondiale, grazie ad una serie di leggi che tutelano i diritti dell'infanzia. Ma sono ancora troppe le spose bambine che ogni anno vengono costrette ad unirsi in matrimonio con una persona che magari non hanno mai visto prima. I matrimoni precoci sono ancora molto diffusi nelle aree più povere del mondo. E sono proprio queste bambine che devono essere aiutate, per offrire anche a loro la possibilità di avere una infanzia

GUARDA IL VIDEO DI PAOLA SALUZZI

Fonte e Video Credits|

Unicef

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