Si chiama “giardino degli angeli” ed è un’area di 600 metri quadrati all’interno del camposanto del Laurentino a Roma e dedicato esclusivamente alla sepoltura dei feti abortiti.
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La polemica e il rischio di strumentalizzazioni sono dietro l’angolo. Da un lato chi, come il vicesindaco Sveva Belviso, promuove l’iniziativa “che non vuole intaccare i principi sanciti dalla legge 194 ma vuole dare una risposta alle richieste di coloro che intendono seppellire il loro figlio mai nato”, dall’altro chi coglie l’occasione e strumentalizza la notizia per lanciarsi in un inno alla vita che rischia di colpevolizzare le donne che hanno preso la difficile decisione di sottoporsi a un aborto terapeutico o un aborto per delle proprie e rispettabili motivazioni personali.
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Non è la prima volta che l’idea di aprire uno spazio nel cimitero dedicato alla sepoltura dei feti trova seguito. Lo scorso luglio a Caserta la firma di un Protocollo d’Intesa tra l'Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano e l'associazione Difendere la vita con Maria per promuovere la sepoltura dei bambini mai nati suscitò un mare di polemiche.
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Il sindacato medico Fp-Cgil Medici definì l’iniziativa una “violenza psicologica sulle donne da fermare”, mentre il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella commentò che "la donna che sceglie di abortire può avere sentimenti ambivalenti e spesso l'idea di una sepoltura del feto può consolare”. La Roccella spiegò che se la donna richiede la sepoltura del feto abortito non la si dovrebbe negare. Un inno alla libertà e alla personale decisione della donna, dunque.
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