In questo articolo
VOTI SCUOLA ELEMENTARE - I voti alla scuola primaria sono un giudizio utile alla formazione o rischiano di essere demotivanti?
I veri protagonisti sono i più scettici: i bambini sanno che il voto significa premio o punizione, anche nelle conseguenze a casa, mentre gli insegnanti sono in difficoltà a condensare un giudizio in un numero senza poter spiegare e dare indicazioni più costruttive.
TI POTREBBE INTERESSARE: Scuola: dal metodo Montessori alle classi bilingue
Per come vede la situazione un bambino, la conseguenza di una insufficienza è la punizione di stare senza videogiochi per una settimana, non lo sprona a cambiare metodo di studio. Serve un dialogo più approfondito per spiegare il motivo di un giudizio e per chiarire che è assegnato al lavoro svolto e non al bambino come persona.
Come dicono gli insegnanti, c’è grande differenza tra un sei dato a un compito eseguito con distrazione e malavoglia da chi potrebbe fare di meglio, piuttosto che a un lavoro frutto di grande sforzo da parte di chi ha cercato di colmare le proprie lacune.
LEGGI ANCHE: E' giusto insegnare ai bambini a leggere e scrivere prima delle elementari?
Sulla questione dei voti la Francia è teatro di una forte polemica. Il fronte dei contrari ai voti ha scritto un appello firmato anche da molti intellettuali, tra i quali lo scrittore Daniel Pennac. Quali alternative ci sarebbero ai voti?
In Finlandia, pese ai vertici delle classifiche europee per meriti del sistema scolastico, si usano le faccine alla scuola primaria: faccina che sorride per un buon andamento, faccina triste per chi potrebbe fare di più. Questa interpretazione ci ricorda i giudizi che scriveva il maestro Alberto Manzi sulle pagelle dei suoi alunni: “Fa quel che può, quel che non può non fa”
a cura di Daniela Poggi