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Alle medie possono tornare a casa da soli?

di Francesca Capriati - 31.10.2017 Scrivici

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Alle medie possono tornare a casa da soli? Secondo una recente circolare del Ministero assolutamente no

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Alle medie possono tornare a casa da soli?

Per la maggior parte dei genitori italiani l'arrivo della prima media coincide con i primi veri passi di autonomia ed indipendenza dei figli: arrivati ad 11 anni se la scuola è facilmente raggiungibile da casa si comincia a farli andare e tornare da soli, magari con un gruppetto di compagni. Ma negli ultimi giorni le cose sono cambiate e la domanda rimbalza in modo inquietante nelle famiglie: alle medie possono tornare a casa da soli? In realtà no. E questo divieto è stato ufficialmente sancito da una circolare scolastica che sta mettendo in crisi milioni di famiglie italiane alle prese con una rinnovata organizzazione quotidiana che comprenda anche lo spostamento a e da scuola dei figli che frequentano le scuole medie.

I presidi hanno, infatti, ricevuto una circolare del Miur che parla chiaro: i ragazzini non potranno più uscire da scuola da soli, nemmeno con l'autorizzazione firmata dai genitori, e dovranno essere presi da un genitore o qualcuno con regolare delega, proprio come accade alle scuole elementari. Nel documento si legge che:

nel codice penale è specificato che per i minori di 14 anni è prevista una presunzione assoluta di incapacità e chiunque abbandona una persona minore di anni 14 della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni

In pratica, quindi, l'insegnante che lascia uscire un minore di 14 anni da solo rischia una denuncia per omesso controllo e il genitore una denuncia per abbandono di minore. E a nulla varranno liberatorie ed autorizzazioni firmate dai genitori che liberano la scuola da qualsiasi responsabilità che, a quanto pare, non hanno valenza legale e quindi sono del tutto inutili.

Chiaramente questa circolare ha creato confusione e agitazione nelle tantissime famiglie italiane che contavano sul rientro a casa di ragazzi ormai abbastanza indipendenti e maturi per poter percorrere qualche centinaio di metri da scuola a casa.

Perché si è arrivati a questo? A maggio scorso il Miur e la scuola sono stati condannati per la morte di un ragazzino di 11 anni che venne investito fuori una media da uno scuolabus in retromarcia. La Corte di Cassazione, per questo tragico episodio, ha condannato non solo l'autista del pulmino, ma anche scuola e Comune di Firenze. La motivazione è che il fatto che l'incidente sia accaduto fuori dal perimetro scolastico non esclude la responsabilità della scuola:

l'obbligo di far salire e scendere dai mezzi di trasporto gli alunni davanti al plesso, ricade infatti sul personale scolastico, anche nel caso in cui i mezzi ritardino. E tale attività di vigilanza si protrae fino a quando gli alunni non vengono presi in consegna da altri soggetti e dunque sottoposti ad altra vigilanza. 

La scuola, quindi, sceglie di tutelarsi e obbliga a prelevare i figli all'uscita da scuola anche alle medie e per ora non sembra ci siano margini di manovra per una contrattazione con le famiglie.

La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, difende la legge:

Le scelte e le decisioni dei presidi, in materia di tutela dell’incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni, sono conformi al quadro normativo attuale, come interpretato ed applicato dalla giurisprudenza. È una questione di assunzione di responsabilità nell’attuazione di norme che regolano la vita nel nostro Paese, pensate per la tutela più efficace delle nostre e dei nostri giovani

e ricorda che per innovare l’ordinamento su questo tema occorre farlo in Parlamento, introducendo una norma di legge che, a certe condizioni, dia alle famiglie la possibilità di firmare liberatorie che sollevino da ogni responsabilità giuridica, anche penale, dirigenti e personale scolastico al termine dell’orario di lezione.

Di certo, aldilà delle difficoltà oggettive per i genitori di doversi organizzare ogni giorno per prelevare ad ora di pranzo i ragazzi da scuola, vale la pena di riflettere su un dato: l'importanza del rendere autonomi e indipendenti i bambini e gli adolescenti.

In Italia solo il 30% dei ragazzini torna a casa da solo, mentre negli altri Paesi europei la percentuale è del 90% e la fascia di età 11-14 anni è proprio quella della conquista dell'autonomia negli spostamenti che segna una tappa fondamentale di crescita.

La conferma arriva da un rapporto estremamente interessante chiamato “Children’s Independent Mobility: an international comparison and recommendations for action” che esplora, attraverso il confronto internazionale tra 16 paesi del mondo (Italia compresa), la libertà che i bambini sperimentano nel loro quartiere senza la supervisione degli adulti e come si configura la “la mobilità indipendente dei bambini”.

Leggendo il report scopriamo che è sorprendente il grado di mobilità indipendente concesso ai bambini finlandesi: all'età di 7 anni, la maggioranza di essi può già spostarsi in luoghi raggiungibili a breve distanza, a 8 anni la maggioranza può attraversare strade principali, andare a casa dalla scuola e uscire da solo quando è già buio, all'età di 10 anni la maggioranza può viaggiare da solo sugli autobus locali.

Numeri sorprendenti, dicevamo, che di certo possono essere considerati eccessivi dai genitori italiani e che collocano la Finlandia al primo posto tra i Paesi europei per gli indicatori di mobilità indipendente.

Quel che è certo è che dallo studio emerge che in tutti i paesi (Italia compresa) gli 11 anni vengono considerati giusti per consentire ai bambini di spostarsi in modo indipendente nelle strade principali e 12 anni per andare e tornare a scuola da soli, soprattutto se la scuola è a poche centinaia di metri da casa.

I benefici della mobilità indipendente dei bambini

Gli esperti elencano anche una serie di importanti benefici che la mobilità indipendente garantisce ai bambini:

  • la mobilità indipendente è un fattore importante per la salute e lo sviluppo fisico, sociale e mentale dei bambini
  • la mobilità indipendente ha un valore intrinseco per i bambini che hanno il diritto di goderne.

La perdita della mobilità indipendente può avere effetti negativi sul benessere, la salute e lo sviluppo personale dei bambini, tra cui:

  • notevole perdita di autonomia e di accesso ad un ambiente sicuro fuori di casa
  • calo della qualità della vita
  • aumento del rischio di obesità e altre patologie legate allo scarso movimento
  • insufficienti competenze pratiche e sociali a causa dell'inesperienza

Ciò che però emerge chiaramente dal report è anche la necessità di far sì che l'ambiente cittadino ed urbano sia più sicuro possibile proprio al fine di garantire e tutelare la mobilità indipendente. Come a dire: invece che rinchiudere i ragazzini a scuola e costringere qualcuno ad andare a prelevarli sarebbe più utile ed opportuno impegnare polizia municipale, collaboratori scolastici e comunali per rendere l'ambiente al di fuori della scuola e le strade principali più sicuri per i bambini e i ragazzi.

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