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Come fare Homeschooling: come funziona in Italia e i pro e i contro da valutare

di Chiara Mancarella - 06.10.2016 Scrivici

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Fonte: iStock
L'homeschooling, o 'scuola in casa' è l'educazione dei propri bimbi non all'interno di una scuola tradizionale (pubblica o privata che sia), bensì in una scuola familiare

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Come fare Homeschooling

Che cos è l'Homeschooling? L’ homeschooling o educazione parentale è un sistema educativo, diffuso all’ estero che sta prendendo piede anche in Italia. Si contano circa un migliaio di famiglie che scelgono di non mandare i proprio figli a scuola. È una sorte di istruzione domestica che permette a bambini e ragazzi di potersi istruire stando comodamente a casa. In realtà, se si guarda indietro nel tempo, è una forma didattica già conosciuta.

Le antiche famiglie nobiliari, infatti, erano solite impegnare un insegnante privato che si occupasse dell’ istruzione dei figli, i quali all’ interno del proprio palazzo acquisivano tutte le nozioni necessarie per formarsi. Con l’ Homeschooling ad insegnare non sono quindi necessariamente i genitori, ma possono essere chiamate persone competenti selezionate dagli stessi familiari.

Cosa ne pensa lo Stato?

Non mandare i figli a scuola è un reato? A quanto pare no. La Costituzione italiana, infatti, parla chiaro e nell’ art. 30 si legge “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli...” è compito dei genitori istruire i figli, quindi, e non lo Stato, perciò si può scegliere qualsiasi metodologia purché nel rispetto di chi va ad istruirsi.

Programmi e metodologia per l'Homeschooling

È bene precisare alcuni punti, va bene la libertà metodologica, ma la famiglia deve comunque rendere conto alla Legislazione statale poiché per essere riconosciuta l’ istruzione familiare, bambini e ragazzi sono obbligati a sostenere annualmente i cosiddetti esami di valutazione per riconoscere i progressi e permettere di passare all’ anno e/o al grado successivo.

Per educare i vostri figli a casa, dovete inviare una comunicazione scritta alla direzione didattica di vostra competenza ogni anno per l’anno successivo. Alla prima lettera dovrebbe essere allegata l’autocertificazione attestante le capacità tecniche e le possibilità economiche dei genitori. Questa è una autocertificazione e non implica che voi portiate al dirigente la dichiarazione delle tasse o il vostro diploma/laurea.

E’ un diritto praticare la scuola familiare, ma è altrettanto vero che la scuola pubblica può fare dei controlli se ha forti dubbi sull’assolvimento dell’obbligo.

Questo è quanto si legge sul sito Controscuola, primo sito italiano a favorire l’ Homeschooling. Insomma, tanto liberi i genitori non sono, ma per il bene dei figli è giusto essere in contatto con la scuola soprattutto per quanto riguarda i programmi da seguire e non fare un pentolone di nozioni alcune delle quali inutili o poco indicate all’ età. Tuttavia, alcune famiglie decidono di seguire alla lettera i programmi ministeriali, mentre altre scelgono liberamente le materie da insegnare e di queste cosa.

Cercando su internet informazioni circa questo metodo “rivoluzionario” mi sono imbattuta su un sito gestito da Erika Di Martino, mamma di cinque figli nessuno dei quali mai andato a scuola. La scelta che ha portato questa famiglia a optare per l’ educazione parentale è dipesa dal fatto di voler dare ai figli una libertà sia fisica che mentale, per non seguire dunque schemi e orari ben precisi. Molte famiglie, si legge nel sito, fanno una scelta anche religiosa, altre si rivolgono a questo approccio per motivi di salute del figlio, altre ancora perché vivono in zone poco collegate con la scuole, come quei paesini di montagna o insulari. Le ragioni perciò sono le più disparate non dovute solo ad una questione di “abbasso la scuola”. Per tutti coloro che vogliono approcciarsi o semplicemente conoscere meglio l’ homeschooling De Martino è anche autrice del libro Homeschooling. L'educazione parentale in Italia, inoltre tiene dei seminari per spiegare di cosa si tratta e far conoscere la sua esperienza familiare.

Proviamo a comprendere meglio questo approccio educativo delineandone i punti a favore e quelli a svantaggio. I motivi per cui si sceglie questo metodo educativo sono diversi: prima di tutto si ha poca fiducia nel sistema scolastico in quanto comporta orari troppo rigidi, richieste eccessive da parte dei docenti, continue interrogazioni e compiti da fare.

A queste, se vogliamo, possiamo aggiungere anche lo svegliarsi presto la mattina per prendere i mezzi di trasporto. Con l’ Homeschooling tutto questo non esiste, molte famiglie lo scelgono proprio per la comodità che comporta. La giornata di studio non è scandita da orari e interrogazioni ben precise, non c’ è il suono della campanella, ma tutto avviene molto liberamente. Si elimina, inoltre, lo stress a cui sono sottoposti quotidianamente bambini e ragazzi e il tanto temuto “confronto con gli altri” diventa solo un ricordo o non esiste. Molti genitori sono dell’ idea che l’ educazione parentale offra una qualità migliore dell’ apprendimento poiché in un rapporto uno a uno al centro del percorso educativo c’ è lo studente e tutte le attenzioni del genitore-tutor sono rivolte a lui. Altra ragione per cui si sceglie l’ homeschooling è la possibilità di controllare i propri figli ed evitare loro situazioni spiacevoli che potrebbero incontrare, invece, frequentando la scuola. Si parla del bullismo come uno dei fenomeni più diffusi tra i ragazzi. È sicuramente un argomento che preoccupa molto i genitori e alcuni decidono di scegliere l’ istruzione tra le mura domestiche anche per questo motivo, per tenere lontani i figli dai cosiddetti bulli.

Di contro, a livello burocratico abbiamo detto che la famiglia non può rilasciare titoli di studio, ma lo studente casalingo, chiamiamolo così, è tenuto a sostenere degli esami per poter accedere al grado di scuola successivo. Un altro punto a sfavore potrebbe essere il fatto che, al fanciullo o ragazzo che sia, verrebbe a mancare il gruppo “classe”, lo stare insieme quotidianamente con coetanei e adulti che non facciano parte della cerchia familiare.

Il confronto con l’ altro è crescita e apertura verso l’ esterno, imparare a conoscere meglio se stessi e comprendere le risorse di chi ci sta vicino. A livello di socializzazione l’ homeschooling limita se il bambino vive in un ambiente in cui esiste una restrizione sociale, o meglio un voler proteggere in maniera eccessiva il figlio dal mondo.

È bene precisare che dopo la famiglia, l’agenzia educativa più importante resta la scuola poiché è qui che il bambino, già frequentando il nido, entra nel sociale, impara a porre dei limiti affettivi tra quelli strettamente legati alla sfera familiare e quelli propri della scuola come il rapporto con i docenti, i compagni, il dirigente, il personale amministrativo. Il bambino si trova in un mini-mondo fatto di adulti e bambini della sua età ma anche più piccoli e più grandi. Si trovano bambini e ragazzi che vivono in totale solitudine anche frequentando la scuola, sono i meno popolari e quelli che vengono presi di mira dai prepotenti. Non sempre far parte di un gruppo, quindi, significa sentirsi accettati così come chi decide di fare ricorso a metodi che apparentemente possano suscitare dubbi e perplessità perché troppo restrittivi poi in realtà hanno una vita sociale ricca e soddisfacente. Ciò che conta prima di qualsiasi scelta è considerare che il bene del proprio figlio va oltre una decisione dettata dalle mode o dalle comodità dei genitori, pertanto ben venga ogni tipo di metodologia educativa purché a sceglierla sia prima di tutto il futuro alunno, protagonista indiscusso del suo percorso educativo e didattico

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