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Nidi e asili comunali, i trucchi usati per entrare in graduatoria

di Barbara Leone - 03.09.2012 Scrivici

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Ogni anno sono centinaia le famiglie che non riescono a mandare i propri figli agli asili comunali, ma c'è chi inventa trucchi per entrare: ecco i più diffusi

Essere accettati al nido comunale è sempre di più un miraggio (LEGGI). I posti per gli asili nido e anche per le scuole materne comunali sono limitati ed ogni anno le domande da parte dei cittadini sono sempre di più rispetto agli effettivi posti disponibili. Così sono centinaia le famiglie che non riescono a far entrare i propri figli all'asilo comunale o convenzionato e devono trovare soluzioni alternative, asili nido privati o baby-sitter (LEGGI), in mancanza di nonni o parenti disponibili a tenere i bambini quando i genitori sono al lavoro.



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Ma la cosa peggiore è che, spesso, le famiglie escluse si vedono superate in graduatoria da altre famiglie che potrebbero permettersi senza problemi un asilo privato. Ed allora la domanda sorge spontanea: come è possibile che alcune famiglie riescono a stare più avanti in graduatoria, anche se la loro situazione è migliore di altre? La risposta è semplice: c'è chi inventa trucchi ed espedienti per far in modo di salire in graduatoria ed essere certo di far entrare il proprio figlio all'asilo, a discapito proprio di tutte quelle famiglie che ne avrebbero più bisogno. E pare che siano sempre di più le persone che escogitano questi trucchi per un "prezioso" posto all'asilo comunale.



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Anche perché mandare i bambini in un asilo privato costerebbe molto di più. Ed allora si fa di tutto per evitarlo. E ci sono persone che sono disposte a tutto pur di conquistare un posto in un asilo comunale. Anche a dichiarare il falso. Escludendo i bambini portatori di handicap o quelli orfani di uno o entrambi i genitori (che hanno più punti e che hanno diritto più degli altri ad un posto all'asilo comunale), per quanto riguarda le famiglie "normali" le graduatorie comunali tengono conto, prima di tutto del lavoro dei genitori: se entrambi lavorano full time avranno più punti rispetto a chi lavora part-time o non lavora.







Il discorso, infatti, è più o meno questo: se la mamma non lavora, può stare a casa a guardare il figlio. Quindi in graduatoria il bambino con uno o entrambi i genitori che lavorano part-time verrà dopo un bambino con i genitori che lavorano full time. Il problema nasce per quelle famiglie in cui un genitore lavora a tempo pieno, ma non è messo in regola e quindi per il Comune risulta disoccupato. Mentre ci sono genitori che risultano "dipendenti" dell'azienda di famiglia, ma che in realtà stanno a casa oppure danno una mano in azienda solo quando c'è più lavoro. Però ufficialmente risultano come lavoratori a tempo pieno. E così queste persone avranno più punteggio rispetto a chi lavora in nero.



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In molte regioni si calcola anche chi lavora in un'altra regione rispetto a quella di residenza. Ci sono genitori che magari lavorano solo qualche giorno a settimana in un'altra regione, come pendolari, ma nella domanda dichiarano di lavorare lontano dalla famiglia tutta la settimana, in modo da conquistare uno o due punti in più, che possono diventare fondamentali nella graduatoria definitiva per l'ammissione all'asilo. Oppure ci sono genitori che cambiano la propria residenza per far accettare il figlio in un asilo di una particolare zona, dove magari ci sono più posti rispetto a dove effettivamente si risiede.



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In secondo luogo, nella formulazione della graduatoria, si tiene conto dell'ISEE, l'indicatore della situazione economica. A parità di punteggio, andranno avanti le famiglie che guadagnano di meno. Ed allora ecco altri trucchi: i bambini vivono con i genitori, ma ufficialmente risiedono con i nonni, che, come pensionati, guadagnano molto di meno. Oppure i genitori convivono, ma per il comune vivono separati ed il bambino abita solo con la mamma.



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E così le lamentele delle famiglie escluse dall'asilo comunale sono infinite, ma non possono fare nulla per togliere il posto ai "furbetti" che hanno presentato dichiarazioni non proprio veritiere per entrare in graduatoria prima di loro. E devono solo sperare che si liberi qualche posto (se non sono troppo in fondo nella graduatoria) per essere chiamati, magari ad anno scolastico già iniziato. Oppure dovranno per forza rivolgersi ad un asilo privato e fare qualche sacrificio in più per riuscire a mandare i propri figli a scuola, non avendo altre alternative.

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