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Come favorire l'integrazione dei bambini disabili a scuola

di Redazione PianetaMamma - 02.01.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
Sette punti per migliorare il processo di integrazione dei bambini disabili a scuola

In questo articolo

Integrazione dei bambini disabili a scuola

Uno studio condotto dall'ISTAT ha cercato di delineare i contorni del processo di integrazione dei bambini disabili a scuola e di porre l'accento sulle eventuali criticità da risolvere al più presto. Dall'analisi sono emersi questi numeri:

  • sono 155.971 gli alunni con disabilità nelle scuole primaria e secondaria per l’anno 2015-2016;
  • ci sono 82.000 insegnanti di sostegno, uno ogni due alunni disabili;
  • gli alunni con disabilità passano in media 24,9 ore settimanali all’interno della classe per la scuola primaria e 22,5 per quella secondaria;
  • in media seguono attività didattica al di fuori della classe per un numero residuale di 3,5 ore settimanali nella scuola primaria e 4,1 nella scuola secondaria di primo grado.

Questi ultimi dati denotano un lieve peggioramento rispetto al quinquennio 2010/2011 – 2014/2015 che evidenziava una frequenza media in classe degli alunni della scuola primaria con disabilità lieve di 25,4 ore e 3,36 fuori; e per quanto riguardava la scuola secondaria la media del quinquennio sopra indicato era di 22,9 ore in classe e 3,9 ore fuori.

Questi numeri spingono ad una riflessione gli esperti che si occupano di inclusione scolastica, il cui processo dovrebbe prevedere che l'intera attività didattica venga svolta in classe insieme ai compagni e che ci sia una completa partecipazione dell’alunno con disabilità a tutte le attività scolastiche comprese le gite di istruzione e le uscite didattiche brevi.

Alunni disabili normativa di riferimento

Il nostro Paese è all'avanguardia nel tutelare i diritti dei bambini disabili nella scuola.

La Legge n. 517 04/08/1977 sancisce l'integrazione scolastica degli alunni disabili e nel 1992, con la legge 104, è stata introdotta a livello legislativo la figura dell'insegnante di sostegno.

Disabilità e integrazione scolastica

Sette i punti sui quali è necessario lavorare:

  1. La risorsa compagni di classe: i compagni di classe sono indubbiamente la risorsa più preziosa per portare avanti con successo i processi di inclusione scolastica e quindi fin da subito bisogna lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe.
  2. L’adattamento come strategia inclusiva: per valorizzare le differenze individuali è necessario essere consapevoli e adattare i propri stili di comunicazione, le forme di lezione e gli spazi di apprendimento.  Bisogna anche adattare i diversi materiali utili per l'apprendimento ai diversi tipi di abilità.
  3. Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi: per attivare dinamiche inclusive è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, facendo soprattutto largo uso di mappe mentali e mappe concettuali. Questo perché la schematizzazione e l'organizzazione anticipata della conoscenza sono fondamentali per aiutare gli alunni con maggiori difficoltà nel processo di apprendimento. Quindi utilile flashcard, le mappe, i diagrammi.
  4. Processi cognitivi e stili di apprendimento: i processi cognitivi e le abilità esecutive come attenzione, memorizzazione, pianificazione e problem favoriscono e sostengono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e operative ed è importante valorizzare i diversi stili cognitivi e le varie forme di intelligenza presenti in classe.
  5. Metacognizione e metodo di studio: sviluppare la consapevolezza in ogni alunno rispetto ai propri processi cognitivi deve essere un obiettivo trasversale a ogni attività didattica. L’insegnante agisce su quattro livelli di azione metacognitiva.
  6. Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento: le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento e nella partecipazione, quindi è bene impegnarsi per far sviluppare agli alunni una immagine positiva di sé stessi e quindi buoni livelli di autostima e autoefficacia.
  7. Valutazione, verifica e feedback: in una prospettiva inclusiva la valutazione deve essere sempre formativa e finalizzata al miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento. La valutazione deve essere personalizzata, così come devono esserlo le forme di verifica, in un processo di feedback continuo e formativo.

Come cambia la disabilità se a guardarla sono i bimbi - Video

Integrazione ed inclusione scolastica

A commento dei dati emersi dallo studio e delle strategie proposte per migliorare l'inclusione scolastica dei bambini disabili Dario Ianes co-fondatore del Centro Studi  Erickson spiega che

nel Paese leader mondiale dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità le rilevazioni dell`ISTAT certificano che la situazione non è ancora quella di una frequenza completa alle attività della classe di appartenenza: molte, forse troppe ore vengono fatte fuori dalla classe. All'origine di queste microesclusioni c’è da un lato la difficoltà di differenziare la didattica della classe, rendendola adatta anche ad alunni con disabilità e, dall’altro, frequenti meccanismi di deresponsabilizzazione e di delega agli insegnanti di sostegno

Fanno eco a queste riflessioni le parole di Carlo Scataglini, insegnante specializzato e formatore sulle metodologie di recupero e sostegno

I dati degli ultimi anni, evidenziano un massiccio e sempre crescente ricorso alle aule dei tribunali per la richiesta e il riconoscimento di un numero maggiore di ore di sostegno didattico. Questo aspetto da un lato risponde a un sacrosanto diritto che non può e non deve essere disconosciuto al momento della formazione degli organici provinciali dei posti di sostegno, dall’altro, però, rischia di far cadere le famiglie (e in molti casi la scuola stessa) nell’equivoco che funzioni sempre l’equazione “Più sostegno = Più inclusione”. Se ragioniamo in termini di didattica è inutile ormai distinguere una didattica comune e una didattica speciale. Da qualche anno si parla di strategie operative di cerniera e di didattica inclusiva. Il salto che si sta cercando di operare nella nostra scuola è quello del passaggio dalla didattica inclusiva episodica (per un determinato alunno, per una determinata attività) a quella che viene oggi definita Normale didattica inclusiva. Per farlo è necessario un gruppo di docenti che conosca le strategie didattiche inclusive e le utilizzi a regime e non episodicamente.

Un gruppo che lavori in modo coerente e collaborativo, mirando a sviluppare negli studenti abilità al tempo stesso didattiche e sociali

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