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Due proposte avanzate nei giorni scorsi hanno riacceso il dibattito sul gender a scuola ed entrambe, seppur nate in contesti regionali diversi, puntano a far diventare la didattica genderless a scuola, in particolare nella fascia 0-6 anni. L'intento è quello di abbandonare stereotipi, crescere bambini liberi e senza pregiudizi. Non è il primo progetto che nasce a scuola per superare la teoria gender nei libri scolastici e nei programmi: a Venezia, già 6 anni fa, un progetto per raccontare ai bambini fiabe gay contro l'omofobia aveva fatto discutere parecchio. Oggi invece sono Torino e Firenze a far parlare.
Nella prima città, il 3 novembre scorso la Commissione Pari opportunità del Consiglio Comunale di Torino, con imput del Movimento 5 Stelle, ha avanzato una mozione per chiedere al Sindaco di Torino Chiara Appendino di formare gli insegnanti sotto un cappello che viene definito "scuola di gender". Secondo i promotori di questa inizitiva, gli stereotipi tradizionali ancorati al genere hanno ancora forte influenza agli occhi dei bambini, che vedono distinti nettamente i ruoli dei genitori in casa, sul lavoro e in generale nella società. Questo tipo di formazione agli insegnanti invece punterà sulla parità di genere, per offrire a bambini e genitori un educazione non sessista.
A Firenze, come riporta Firenze Today, la polemica è stata scatenata da un laboratorio proposto ai bambini della scuola elementare dell'Istituto Marconi. IN questo laboratorio le bambine sono state chiamate a interpretare i personaggi maschili delle fiabe; i bambini quelli femminili. Un modo per educare alla diversità, che però non è piaciuto a molti genitori.
Come bilanciare l'esigenza di crescere bambini liberi e felici non ancorati a nessun pregiudizio? Una didattica genderless a scuola è possibile? In un'epoca in cui l'istituzione fa i conti con diversi limiti, come quelli tra scuola e tecnologia in tempo di pandemia, facciamo il punto sulla situazione.
Didattica genderless a scuola, un futuro possibile?
L'educazione dei figli passa anche per l'insegnamento del concetto di libertà, abbandonando sentimenti discriminatori che possono portare i bambini a essere razzisti. Unicef si è battuto in prima persona per offrire a genitori ma anche insegnanti un vademecum per educare alla cultura di genere, superando ogni stereotipo. Con Education for Equality - Going Beyond Gender Stereotypes (E4E) Educare all'Uguaglianza ha offerto una sorta di cassetta degli attrezzi che punta su tre valori fondamentali, quelli della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, che sono:
- Dignità umana
- Diritto alla vita
- Non discriminazione
Questo toolkit si rifà anche all'Impegno Strategico per l'Uguaglianza di Genere 2016-2019 del UE per ""promuovere l'uguaglianza di genere a tutti i livelli e tipi di istruzione, anche in relazione alle scelte disciplinari di genere e alle carriere, utilizzando gli strumenti di cooperazione politica esistenti e di finanziamento adeguati". Un piano di libertà per bambini e bambine che studiano e hanno il diritto di conoscere il mondo per quello che è, ovvero un calderone sfaccettato di gusti e propensioni.
Questo tipo di modello che è stato ideato proprio come cappello formativo per le scuole e i genitori ha un unico obiettivo: diffondere l'uguaglianza di genere. E questo implica parlarne, superando la teoria del gender, e far sì che gli studenti, indipendentemente dal
sesso o dall'identità di genere, abbiano tutti gli stessi diritti, opportunità e doveri. In quest'ottica, favorire l'uguaglianza di genere diffondendone la cultura come nel progetto torinese e della scuola di Firenze porta ad aggiungere nuove opportunità per tutti, senza discriminazioni.