In questo articolo
DALL'ASILO ALLE ELEMENTARI
- Tre anni fa erano
scriccioli
. Piccolissimi
che improvvisamente, uscivano di casa ogni mattina alle 9 e non rientrare prima delle tre e mezzo. In una lunga sessione di giochi, creatività, manipolazione, pranzo, regole.
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Una serie di
attività
che negli anni successivi sono diventate sempre più impegnative e si sono trasformate in disegni, lavoretti, tabelle, recite e poesie da imparare a memoria, canzoni, testi in inglese, fino alla scrittura, al dettato, alla lettura, ai numeri.
Sono i
tre anni di asilo
, o meglio della “
scuola dell’infanzia
” , di mio figlio. Oggi quasi seienne ha partecipato con entusiasmo, ma anche con grande impegno e serietà, alla recita di
e di “fine tutto” con i suoi compagni di classe.
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Oggi è stato un momento importante, e non solo per i bambini che da mesi ormai sanno bene che a
settembre
tutto cambierà. Ritroveranno alcuni compagni di asilo anche in prima elementare, ma da adesso in poi il momento del gioco lascerà il passo all’impegno di apprendere cose nuove, di dover imparare, di dover fare i compiti.
Oggi è stato un momento importante, un rito di passaggio anche per i
genitori
che hanno salutato quei piccoli bimbi che tre anni fa hanno dovuto accompagnare nel famoso inserimento per ritrovarsi sul palco el teatro della scuola dei bimbetti vispi, intelligenti, indipendenti e desiderosi di scoprrie il futuro.
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Il momento della
recita finale
è stato, come ci aspettavamo, strappalacrime: le maestre hanno scritto una lettera ad ogni singolo bambino, che ha ricevuto anche un vero e proprio attestato di merito della scuola dell’infanzia.
E mi sono ricordata di quando, tre anni fa, le maestre ci tennero a specificare che quella che stava per iniziare non era l’asilo o la
se per asilo intendevamo un posto dove i bambini avrebbero solo giocato e socializzato, ma era una vera e propria “
scuola dell’infanzia
”, nella quale i bambini sarebbero cresciuti tantissimo, avrebbero dovuto seguire regole precise, avrebbero imparato, si sarebbero impegnati. Insomma una
scuola
vera.
Alla resa dei conti
dopo tre anni
mio figlio, che ancora non ha sei anni, sa leggere, scrive, fa le somme, ma soprattutto.
SOPRATTUTTO.
Conosce il rispetto delle regole e dell’altro, l'importanza di saper convivere con gli altri, riesce a mantenere l’attenzione, ha un’ottima proprietà di linguaggio, è
, è curioso e desideroso di imparare cose nuove.
Ed è indubbiamente
pronto per la scuola primaria
.
Auguri
a tutti i bambini che in questi giorni stanno salutando la scuola dell'infanzia per fare il grande salto. E alle loro mamme.