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Cosa e quanto resterà di questa Didattica A Distanza?

di Chiara Mancarella - 01.06.2020 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Una riflessione della pedagogista alla vigilia della chiusura dell'anno scolastico su cosa resterà della didattica a distanza

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Cosa resta della didattica a distanza

Ci siamo, mancano pochissimi giorni e poi anche quest’anno scolastico giungerà al termine. Un anno complicato, diverso, che ha portato il mondo intero a rivoluzionare l’intero sistema scolastico. Nessuno di noi poteva mai immaginare che si sarebbe arrivati un giorno a dover svolgere una lezione stando comodamente seduti nella propria casa e guardare, cercare l’attenzione degli alunni attraverso un pc.
Ascoltando in questi difficili mesi i genitori, ma soprattutto gli alunni si è potuto notare una voglia inesauribile di ritorno alla normalità. Mai come in questo periodo si è visto un desiderio sincero di essere tra i banchi, nella propria classe, addirittura qualche bambino ha confidato di sentire la mancanza della campanella. Sì, esatto, proprio di quello strumento che scandiva le giornate, che dava il buongiorno, che segnava l’inizio della ricreazione e annunciava l’arrivederci al giorno successivo.

Perché diciamolo pure, studenti lo siamo stati tutti e tante volte abbiamo voluto rimanere a casa invece di alzarci presto la mattina, specialmente d’inverno, per non dover affrontare un interrogazione o un compito in classe o evitare quel compagno o compagna che era sempre lì pronto a prenderci in giro. Ma mai come in questo triste periodo la scuola è mancata a tutti noi.

Se dovessimo fare un bilancio di cosa resterà di questa quarantena agli alunni, ma anche a noi adulti, potremmo dire sicuramente lo smarrimento. Resterà l’incertezza di un ritorno alla normalità, il ritrovarsi da un giorno all’altro fermi nella propria casa. E se i primi giorni sono stati vissuti con gioia, il passare del tempo e l’allungamento forzato dello stare in casa ha creato una crisi, chiamiamola scolastica, non solo per gli insegnanti e i genitori, ma per i bambini e i ragazzi.

Sappiamo bene che quella che abbiamo vissuto in questi tre mesi non si può chiamare “fare scuola”, non è questo il modo di insegnare e di apprendere.

Cosa resta

  • Resterà la noia delle giornate tutte uguali, o forse il piacere di ritrovarsi in famiglia.
  • Resteranno i collegamenti saltati perché c’erano continui problemi con la linea ed era difficile collegarsi ad internet.
  • Resterà quella libertà che ci si può permettere stando seduti comodamente nella propria cameretta di poter mangiare quando l’insegnate sta spiegando una lezione importante o alzarsi senza chiedere permesso.
  • Resterà di questa Didattica A Distanza i messaggi inviati ai docenti di quanto manca la scuola perché là dentro si svolge la maggior parte della vita dei ragazzi ed è lì che imparano a crescere e diventare grandi e responsabili.
  • Resterà il non poter asciugare le lacrime di un amico perché quelle lacrime sono dietro uno schermo.
  • Resterà l’interruzione della lezione perché in quel momento la tua bambina ha un bisogno da soddisfare o il cane vuole proprio in quel momento una carezza e essere preso in braccio e allora interrompi la lezione per presentare agli alunni Ginevra e Puccia e automaticamente anche gli alunni vogliono mostrare o semplicemente parlare dei loro amici a quattrozampe.
  • Resterà sicuramente la preziosa collaborazione delle famiglie, in primis dei genitori che con pazienza e impegno si sono messi in gioco. Hanno stampato, fotografato, scannerizzato, caricato, condiviso solo per far sì che quei compiti richiesti dai docenti arrivassero ai figli e ritornassero agli insegnanti. A volte è stato necessario sostituirsi a noi, soprattutto con i più piccoli, altre hanno forzato un po' la mano rimproverando i figli se la pagina sul quaderno era troppo disordinata o una consegna non fosse scritta bene. Abbiamo conosciuto nonni e zii sempre tanto gentili e disponibili.
  • Siamo entrati nelle case e sono entrati nella nostra condividendo il loro e il nostro nido, chi mai l’avrebbe detto che saremmo arrivati a tanto!
  • Resterà il dispiacere di un insegnante nel non poter essere lì a confortare e aiutare l’alunno più bisognoso di attenzioni e affetto e colui che per una qualche disabilità ha trovato difficile eseguire un compito perché il genitore non è stato in grado di aiutarlo o semplicemente perché in classe la relazione con il docente era così stretta che bastava guardarsi negli occhi o guidarlo con la mano per rendere semplice una richiesta.
  • Resterà per sempre nella mente di questi bambini e ragazzi questo momento di storia dell’umanità perché nel loro piccolo si sono visti annullate anche le gite e le feste di fine anno che ogni studente aspetta con ansia per tutto l’anno: si sono modificati gli esami che segnano il passaggio da un grado di scuola ad un altro.
  • Questa Didattica A Distanza sarà ricordata anche per gli imprevisti, per quelle voci fuori campo ascoltate mentre cerchi di catturare l’attenzione di ogni singolo alunno.
  • Resterà sicuramente nella nostra memoria quell’ottimismo di voler andare avanti nonostante il gran caos che succede là fuori, quelle amare spiegazioni date agli alunni per rispondere alle loro domande su cosa sta succedendo, sul perché tante persone stanno morendo.
  • Resterà sicuramente quella lacrima scesa vedendo i disegni dei tuoi alunni che orgogliosi mostrano quella scritta “mi mancate tanto”.
  • Resteranno questi e tanti altri momenti, ognuno di noi porterà nel proprio bagaglio di esperienza la sua quarantena.

Se non sappiamo cosa succederà a settembre, se torneremo oppure no tra i nostri banchi, una certezza però l’abbiamo capita e fatta realmente nostra: la scuola non è una perdita di tempo, non è un parcheggio, non è solo un obbligo, ma è vita, è emozioni, è consapevolezza, è un volersi aiutare a vicenda. La scuola è incoraggiare il più debole, è credere in ogni alunno perché di ogni alunno il futuro ha bisogno ed è compito di tutti noi adulti aiutare a far crescere nel modo migliore i nostri bambini e ragazzi.

Quello che abbiamo capito in questi mesi è che bisogna essere pronti a tutto, la vita, lo insegna, è un imprevisto continuo. Sta a noi imparare a reagire vivendo con la certezza che il domani sarà sicuramente migliore e per noi che rappresentiamo la scuola, che sia a distanza o in presenza, vogliamo fare didattica unicamente per ogni singolo alunno.

Ci rivediamo a settembre cari alunni, in che modo non posso dirlo, ma saremo comunque pronti e preparati.

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