a cura di Elisa Santaniello
Dopo le iscrizioni e l’approvazione del programma annuale torna all’attenzione della cronaca il "
contributo scolastico
" che alcune scuole impongono alle famiglie di pagare. Alcuni istituti infatti, secondo quanto riportato dal
Corriere della Sera
, di fatto
arrivano ancora ad imporre il pagamento dei contributi volontari
, che variano dai 60€ fino ai 200€: chi non paga in alcuni casi non può partecipare ai
, o deve pagare ogni accesso all’aula informatica, o addirittura ogni singola fotocopia.
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Citiamo l’esempio di un liceo di Cuneo dove il dirigente ricorda che i contributi, se pure non obbligatori, sono richiesti perché indispensabili per il funzionamento dell’istituto. Quindi il suggerimento per chi non intende versare i contributi è di pagare ogni volta la quota relativa al servizio, all’acquisto di cui usufruiscono oppure usufruire di tutti gli strumenti, di tutti i servizi, perché gli altri alunni hanno pagato.
Il problema quindi in alcune scuole italiane rimane e sull’argomento è intervenuto anche il
ministro dell’Istruzione Giannini.
Come dice la legge e come ha specificato una circolare del MIUR,
i contributi sono “assolutamente volontari”,
quindi le scuole non possono obbligare i genitori a pagarli
. Il ministro Giannini, intervistato dal Corriere, ha ribadito il concetto affermando che non è possibile obbligare le famiglie con metodi inappropriati a pagare contributi che per definizione sono volontari. I presidi lo sanno, ma se qualcuno non dovesse ricordarselo, il Ministero farà in modo di ribadire il concetto, perchè ciò non accada.
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Dunque,una volta chiarito il
carattere facoltativo e volontario del contributo
, spetta alle famiglie e soltanto a loro in piena libertà e senza subire pressioni, decidere di darlo o non darlo. Se si decide di darlo il contributo va versato sul conto corrente della scuola o tramite bonifico bancario o tramite bollettino postale.
Inoltre come specifica il MIUR le famiglie, esclusi alcuni casi come motivi economici, appartenenza a categorie particolari o esoneri per merito, devono pagare solo le
, di frequenza, di esame e di diploma. Tutte le spese che non rientrano in questa voce possono essere richieste dalle scuole, ma i genitori non sono obbligati a pagarle.
Se questa regola non viene rispettata si possono inviare segnalazioni agli Uffici scolastici regionali responsabili
della vigilanza sulle scuole.
Nel caso particolare però degli istituti tecnici, professionali ed artistici rimarrebbe ancora in vigore un Regio decreto del 1924, che impone il pagamento di “contributi di laboratorio” che devono essere pagati
BAMBINI A SCUOLA