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I bambini non sono un voto o un giudizio scolastico

di Chiara Mancarella - 16.02.2018 Scrivici

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Fonte: iStock
I bambini non vanno paragonati a un numero freddo o a un giudizio stampato in pagella. La pedagogista ci spiega perché non fermarsi al semplice numero e come educare i genitori al voto

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I bambini non sono un voto in pagella

Partendo dal fatto che i bambini non si possano paragonare ad un voto…”Alea iacta est” ovvero “Il dado è tratto” ovvero è tempo di scrutini! Insomma, senza fare troppi giri di parole: quel che è fatto, è fatto! Puntualmente con l’inizio di febbraio a tenere impegnati gli studenti non è solo il festoso Carnevale, ma l’incubo più temibile per i genitori, gli insegnanti e soprattutto gli studenti: LA PAGELLA!

E mentre ai piani alti il Ministro di turno parla di niente bocciatura alla scuola primaria o eliminare i voti e i giudizi, ai piani bassi delle scuole i docenti sono impegnati, con un ritmo da far concorrenza ad una catena di montaggio ben collaudata, con verifiche e interrogazioni per dare ai poveri alunni una possibilità e alzare la “vergognosa” media. Mese di scrutini e voti quindi, ma c’è da dire che oltre ad un freddo numero stampato sul foglio di carta, bisogna tener conto anche di un giudizio che viene scritto stabilendo una panoramica quanto più oggettiva possibile.

Quanto incide negativamente e positivamente il voto nei bambini e nei ragazzi?

Sicuramente moltissimo. I voti in pagella creano ansia, bassa autostima o un eccesso di autostima e una spropositata presunzione a considerare il proprio lavoro migliore rispetto a quello del compagno. Ma non solo, una serie ripetuta di insuccessi e fallimenti scolastici automaticamente fa percepire al mal capitato un fallimento anche come persona…e stiamo parlando di bambini!

Nel peggiore dei casi non capire il senso di un voto e ritrovarsi sempre con cinque o sei sul quaderno potrebbe portare il soggetto ad avere una paura per la scuola o per quel determinato insegnante e in questo caso parliamo di fobia scolare. I bambini della scuola primaria (ex elementare) non riescono ad interpretare il voto poiché il loro concetto di ragionamento si trova ancora ad un livello molto concreto, citando il caro Piaget siamo nel periodo delle operazioni concrete.

Il voto è un numero, qualcosa di astratto che solo andando avanti con l’età è comprensibile. Non riescono a capire che l’insegnante tiene conto, mettendo quel determinato voto, anche dell’impegno messo nel fare un compito, nell’attenzione, nella partecipazione, nella preparazione, nel rispetto della consegna e della comprensione. Insomma, di tante cose!

I bambini si fermano semplicemente al “sei” o al “dieci” e diciamolo a gran voce, molti genitori fanno la stessa cosa nonostante un’ora prima erano seduti di fronte l’insegnante che con estrema pazienza cercava di motivare la scelta del voto.

Il comportamento: nota dolente

Un discorso a parte merita il voto sul comportamento. Qui non ha niente a che vedere il rendimento, ma si parla proprio di educazione, rispetto per gli altri, coetanei e adulti, e per gli oggetti propri e dei compagni. Un bambino con una bella pagella difficilmente mantiene in classe un comportamento poco corretto, ma non dimentichiamo che le eccezioni ci possono sempre essere! Così come un alunno con voti non brillanti non è detto che sia il re dei maleducati. Partendo dal fatto che l’educazione debba essere impartita dalla famiglia e non dalla scuola che invece ha il compito di istruire i bambini e i ragazzi, molto possono fare i genitori se desiderano avere in casa se non proprio un Santo almeno un figlio educato.

Si è sempre detto che la scuola primaria è uno dei gradi fondamentali della scolarizzazione perché pone le basi di ciò che sarà il bambino un domani. Basi che riguardano il saper organizzare il proprio lavoro, saper gestire le proprie cose, imparare per esempio a fare lo zaino da soli, capire quali materie portare il giorno dopo e quali compiti fare. Non tutti i bambini, infatti, sono in grado di seguire il diario.

Imparare perciò a divenire un individuo autonomo e a rispettare le regole di convivenza.

Educare i genitori al voto

Quante volte si sentono farsi come “Mio figlio ha tutti 10!” sventolando la pagella quasi fosse il tricolore durante i mondiali di calcio. Per poi trovarsi alle medie con tutti “8” e alle superiori con tutti “6”. Diciamolo pure, qualcosa in questi voti non va. Se alla scuola primaria, considerata la tenera età dei fanciulli, si cerca di essere abbastanza larghi di voti, ma comunque obiettivi, alle medie poi, quasi per magia, sembra che all’ improvviso si scateni la cattiveria dei professori riportando un abbassamento di giudizi mai vista prima. Per aiutare veramente i figli prima di un’interrogazione o una verifica ciò che conta è far capire che una persona non vale un numero o un giudizio.

È importante insegnare che nella vita non significa niente un “10” o un “6” perché non è questo che renderà il bambino un adulto maturo e responsabile. I genitori dovrebbero ripetere ai propri figli che un voto basso non farà di certo cambiare l’opinione che hanno di lui, ma sicuramente è giusto richiedere un maggiore impegno.

Consigli per gli insegnanti

E ai docenti non diciamo niente? Certo che sì! Avendo vissuto la scuola prima come alunna e adesso come docente penso di aver abbastanza chiaro il tipo di consigli che si possano dare ai cari colleghi, di ogni ordine e grado.

  • Prima di tutto valutare il bambino e il ragazzo solo su quella determinata verifica o interrogazione, quindi tener conto di quel momento esatto.
  • Prima di stabilire un voto domandatevi se la lezione è stata afferrata nel modo giusto, se è stata capita ed eventualmente ripetetela in altri modi e in tanti modi perché non tutti recepiscono le informazioni allo stesso modo. Bandito quindi un solo metodo di insegnamento.
  • Utilizzate il disegno, la visione di un film, fate ascoltare una musica, fate lezione in giardino, seduti in palestra, per terra nell’aula, utilizzando la Lim o il pc. Fate ricorso ad ogni possibile materiale il pongo, la carta, il legno, la plastica qualsiasi cosa, ma fate in modo che ogni singolo alunno abbia realmente fatto suo l’argomento. Non limitatevi nel vostro metodo perché la vostra chiusura mentale porterà alla loro chiusura mentale.

I bambini sono come argilla grezza nelle mani dell’adulto, siate il loro Michelangelo, tirate fuori da ogni bambino la parte migliore di sé. Solo quando voi per primi avrete capito cos’è un voto, solo in quel momento lo potrete riportare sul registro, ma prima di allora, se non sapete cosa realmente rappresenti quel numero allora non date un “sei” solo perché va compilata una pagella

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