Home Il bambino Nido, asilo e scuola

Ambientamento dei bambini all'asilo nido: sì a papà, nonni, tate e zii

di Redazione PianetaMamma - 02.09.2021 Scrivici

asilo-nido
Fonte: shutterstock
Ambientamento dei bambini al Nido: la continuità è più importante della mamma. Quindi sì a inserimenti con papà, zii, nonni o tate

Asilo nido e inserimento

L'ingresso al nido è un pensiero per mamma e papà. Chi se ne occuperà? La mamma? Il papà? I nonni? Di solito è la mamma che se ne prende carico (e che vive la situazione con più ansia), ma la psicologa Margherita Fassari rassicura le famiglie suggerendo di dare priorità alla continuità della presenza della stessa figura durante questo delicato processo: benvenuti i papà ma anche nonni, zii o tate. La Dottoressa Margherita Fassari è, Psicologa dello Sviluppo, Direttrice dell'Alta Scuola di Formazione Imparando Il Mondo e Coordinatrice delle strutture di Crescere Insieme su tutto il territorio nazionale.

Da specifici studi scientifici condotti sugli stili di attaccamento nel periodo 0-3 anni e dalle analisi elaborate da Crescere Insieme - Esperia, è emerso il fatto che l'ambientamento, spesso caratterizzato da pianti e crisi disperati, non sia un procedimento riservato alle madri, ma che, anzi, possa avere delle importanti e positive implicazioni anche se portato avanti dalle figure paterne.

Il padre, modello di regolazione dell'emotivià

"La differenza nelle modalità di gestione del distacco e del successivo ricongiungimento del padre o della madre diventa incisiva dopo i 18 mesi di vita del bambino, quando si manifesta la cosiddetta ansia da separazione", afferma la Dott.ssa Fassari. "A questo punto le due figure genitoriali reagiscono in modo diverso. Se la madre tende a mettere in atto comportamenti volti più all'avvicinamento, palesando un legame estremamente forte e profondo, il padre, d'altro canto, riesce a mantenere quel distacco tranquillizzante che diventa un incoraggiamento alla separazione e lo pone, dunque, come modello di regolazione dell'emotività. Facilitando e assumendo un ruolo di mediazione durante il processo di ambientamento, il distacco viene vissuto sì in modo più netto, ma anche più sereno".

Perché delegare al padre

Dai colloqui preliminari all'ambientamento che gli operatori delle strutture di Crescere Insieme svolgono con le famiglie, risulta che, nei contesti in cui c'è un'importante presenza paterna e al padre è riconosciuto dall'esterno un ruolo genitoriale che lui stesso assume di buongrado, sempre più spesso le coppie decidono di delegare proprio a quest'ultimo il compito di seguire l'ambientamento.

"La regolazione che la figura paterna svolge all'interno di una dinamica genitoriale diventa, così, molto importante per la primissima crescita del bambino", dichiara la Dottoressa Fassari. "Laddove al padre viene riconosciuto questo ruolo dal partner e, al contempo, lo sente come proprio, l'apporto diventa fondamentale e le implicazioni molto positive. Una volta assodato il fatto che non sia compito esclusivo della madre seguire questo delicato percorso, possiamo affermare che anche figure terze possono ricoprire un ruolo centrale in questa fase della vita del bambino. Certamente l'ideale è che i genitori instaurino una relazione anche col contesto in cui lasciano loro figlio, ma davanti a una situazione di paventata discontinuità nell'adempiere a questo compito, è sempre meglio che l'ambientamento sia gestito da una persona che possa occuparsene in maniera costante. Fatto salvo che questa figura sia un punto di riferimento fondamentale per il bambino".

Ecco perché, in un momento storico così delicato, in cui le famiglie sentono l'esigenza di ripartire e lo stimolo a riprendere le proprie mansioni lavorative, è importante tenere a mente che la continuità con cui il bambino vive la presenza adulta durante l'ambientamento può prescindere dalla natura della figura che lo accompagna, che può essere la madre, il padre, la nonna, lo zio o, perfino, la tata.

gpt inread-altre-0

Articoli correlati

Ultimi articoli