Da qualche giorno, da quando Matteo, mio figlio, frequenta la scuola pubblica (LEGGI), ho cominciato ad interrogarmi su questo problema. Mi sono consultata con altre mamme ed è venuto fuori che tutte hanno i miei stessi dubbi. Nelle scuole private questo “problema” non esiste poiché lo spuntino mattutino è fornito dalla scuola stessa (LEGGI) e tutti i bimbi hanno merende uguali. Ma negli istituti scolastici che prevedono di portare la merenda da casa: cosa fare?
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Matteo è abituato ai sapori “genuini” poiché, lavorando part time, riesco a preparare sempre dolci fatti in casa: che sia un ciambellone, una crostata o un plum cake, sulla mia tavola c’è sempre un dolcino. Così non ho avuto dubbi e ho stilato questo planning settimanale per la merenda:
LUNEDI’
panino al latte con marmellata e succo di pera
MARTEDI’
toast al formaggio e succo d'arancia (o spremuta se è stagione)
MERCOLEDI’
ciambellone e succo di pesca
GIOVEDI’
pizza bianca e succo di arancia (o spremuta se è stagione)
VENERDI’
banana e succo di pera
I cibi descritti sopra sono tra quelli preferiti di Matteo: questo, per me, è quello che conta. Il mio bambino deve poter pensare alla merenda come ad una cosa piacevole, con cibi buonissimi (LEGGI), che a lui piacciono tanto, che la sua mamma ha preparato per lui.
Potrebbero esserci giorni in cui, per comodità, una merendina preconfezionata vada a sostituire uno degli altri snack. Ma, per me, non è la regola. Le altre mamme con le quali mi sono consultata facevano notare un fatto: molte di noi, donne che erano bambine negli anni ’80, sono cresciute a suon di merendine (LEGGI). E quando le nostre mamme ci davano cose genuine da mangiare, spesso le scambiavamo con merendine o patatine. E se i nostri figli facessero lo stesso? E se soffrissero per il fatto di non essere come gli altri? Questa domanda ha fatto molto discutere.
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C’è chi dice che è inutile porsi questo problema perché se porti una girella e il bimbo vuole un saccottino comunque avverrà lo scambio, c’è chi dice che non ha tempo di preparare le cose in casa e ben vengano le merendine e chi, come me, persevera nei suoi propositi.
Questo discorso, però, mi fa riflettere. Ma veramente pensiamo che i nostri figli possano sentirsi esclusi o diversi perché non hanno la merenda trendy (LEGGI) appena uscita in pubblicità o all’ultima moda? Questa è la domanda che giro a voi, pianetine, in attesa di risposte, spunti di riflessione e idee.
Mariaelena La Banca, mamma e pedagogista