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Vaccini: le possibili reazioni locali e generali

di Redazione PianetaMamma - 12.01.2021 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Nei giorni immediatamente successivi alla somministrazione del vaccino possono verificarsi lievi effetti indesiderati. Vediamo quali sono e come affrontarli

Vaccini e bambini: le reazioni locali e generali

Ecco quali sono gli effetti collaterali 'normali' che si verificano in seguito a una vaccinazione.

LIEVI EFFETTI COLLATERALI AI VACCINI

Gli appuntamenti con le vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate sono sempre un po' delicati sia per i bambini che per i genitori che, nei giorni immediatamente successivi alla somministrazione del vaccino, possono trovarsi a dover fronteggiare lievi effetti indesiderati. Infatti, in seguito ad una vaccinazione possono insorgere reazioni che sono generalmente di lieve entità e si risolvono in fretta senza lasciare conseguenze.

Si tratta di effetti che possono presentarsi a livello locale, ossia in prossimità della sede in cui è avvenuta la somministrazione, oppure a livello generale.

  • a livello locale: arrossamenti o indurimenti nella sede di somministrazione del vaccino
  • a livello generale: febbre dopo il vaccino, irritabilità o inappetenza

La sede in cui è stato somministrato il vaccino potrà presentarsi gonfia, arrossata o indurita e il bambino potrà avvertire un po' di dolore.

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A livello generale invece una reazione molto frequente è rappresentata dalla febbre che non di rado si accompagna a irritabilità e inappetenza. Meno frequenti, ma comunque da inserire tra le reazioni normali, sono vomito e diarrea. Come può avvenire per qualsiasi altro farmaco, anche in seguito ad un vaccino possono verificarsi delle reazioni allergiche, a volte anche gravi, che però sono molto rare.

Per sicurezza coloro ai quali è stato somministrato un vaccino devono rimanere in osservazione per almeno mezz'ora, proprio per tenere sotto controllo l'eventuale comparsa di reazioni allergiche.

In questo articolo

Vaccini ed effetti collaterali: come affrontarli

Le reazioni a livello locale, ossia l'eventuale gonfiore o arrossamento della sede della puntura, possono essere alleviate con:

  • l'applicazione di ghiaccio
  • o di un panno intriso di acqua fredda.

Questo può aiutare a ridurre l'infiammazione.

Generalmente nella sede in cui è stata fatta la puntura si forma un piccolo nodulo non dolente che non deve destare preoccupazione perchè è destinato a scomparire spontaneamente nel giro di qualche settimana.

Per ciò che riguarda le reazioni a livello generale, occorre tenere sotto controllo la febbre. Nel caso dovesse alzarsi o se il bambino dovesse risultare insofferentem va trattata con un antifebbrile per uso pediatrico, in genere a base di paracetamolo o ibuprofene.

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 Se queste reazioni persistono per più di due giorni nonostante questi accorgimenti, o se dovessero essere più gravi del previsto, è necessario rivolgersi al medico per verificare che non si tratti di effetti collaterali del vaccino, ma di sintomi riferibili ad un'altra malattia che va riconosciuta ed adeguatamente trattata.

Quando è meglio rinviare la vaccinazione

Per prevenire il rischio che insorgano complicazioni più gravi è bene riferire al medico che somministra il vaccino tutte le informazioni di carattere sanitario che riguardano il bambino e la sua famiglia. In questo modo il medico potrà individuare i casi in cui è necessario rinviare il vaccino oppure i casi (molto rari) in cui la vaccinazione è controindicata. A questo proposito c'è da dire che le controindicazioni "reali" ad una vaccinazione sono espresse con chiarezza dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. In presenza di una o più fra queste evenienze è necessario rimandare o evitare la vaccinazione:

Malattie acute in corso

Con febbre oltre 38°C o in presenza di disturbi generali considerati importanti;

Disordini immunitari

In presenza di alterazioni del sistema immunitario la vaccinazione è sconsigliata. La somministrazione di vaccini preparati con microrganismi vivi attenuati, come, ad esempio, il vaccino di Sabin contro la polio, il vaccino contro il morbillo, la rosolia e la parotite può stimolare le difese dell'organismo.

Si tratta infatti di vaccini che contengono virus vivi, anche se privati della capacità di causare la malattia. Le alterazioni del sistema immunitario possono essere dovute a:

  •  malattie congenite che comportano la diminuzione o l'assenza degli anticorpi prodotti naturalmente;
  •  riduzione delle difese immunitarie conseguente a tumori maligni o ad altre patologie come l'infezione da virus dell'AIDS (HIV) o per terapie particolari, ad esempio somministrazione di alte dosi di farmaci contenenti cortisonici.

Un'eccezione a quanto detto è data dal vaccino contro il morbillo che, anzi, è consigliato nei soggetti con infezione da HIV nei quali contrarre la malattia comporta molti più rischi della vaccinazione.

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Gravi reazioni dopo la prima somministrazione:

chi ha avuto una grave reazione allergica o una malattia neurologica importante in seguito alla somministrazione di una dose di vaccino non dovrà proseguire il ciclo di quello specifico vaccino. Per questo, è molto importante riferire al medico vaccinatore eventuali reazioni avverse

Gravidanza:

in generale è opportuno rimandare le vaccinazioni con microrganismi vivi attenuati nelle donne in stato di gravidanza. Se una donna non è mai stata vaccinata contro il tetano, dovrebbe effettuare l'antitetanica nel periodo compreso tra il quarto e l'ottavo mese di gravidanza.

In ogni caso, se si hanno dei dubbi o per avere informazioni dettagliate sui vaccini ci si può rivolgere alle Asl, al medico o al pediatra di fiducia che sapranno consigliare o meno una vaccinazione dopo la valutazone del rapporto fra rischi e benefici.

di Beatrice Spinelli

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