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Togliere tonsille e adenoidi: quando è consigliabile e quando serve

di Redazione PianetaMamma - 11.07.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Togliere tonsille e adenoidi: quando serve l'operazione e quando si devono togliere. A cosa servono e cosa aspettarsi dall'intervento e dal recupero

Togliere tonsille e adenoidi

Otite, tonsille infiammate e adenoidi ingrossate. Un gran numero di bambini nei primi anni di vita soffre di questi disturbi. Ma quando è consigliabile operare e in cosa consistono gli interventi? Vediamo cosa dicono le attuali linee guida e quando è meglio togliere tonsille e adenoidi.

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Le tonsille

Le tonsille fungono da filtro tra la gola e il mondo esterno e servono a bloccare l'entrata di virus e batteri, ma anche di polvere e altri agenti potenzialmente irritanti. Però a volte si infettano e causano mal di gola, difficoltà di deglutizione, febbre e infiammazione.

Le adenoidi

In alcuni bambini le adenoidi, situate vicino alla Tromba di Eustachio, tra orecchio e naso, possono ingrossarsi e causare frequenti riniti, problemi ricorrenti all'orecchio e otiti acute.

Quando operare, dunque?

  • Secondo gli esperti è bene togliere le tonsille quando si verificano 4-5 tonsilliti all'anno e quando sono talmente ingrossate da causare problemi respiratori (dispnea e apnea del sonno). L'intervento consiste nella rimozione delle tonsille e si esegue generalmente dopo i due anni di vita. Si svolge in anestesia generale e dopo il bambino avrà per circa una settimana un po' di mal di gola, che può essere trattato con un comune antinfiammatorio.
  • L'intervento per togliere le adenoidi viene eseguito in anestesia generale: il chirurgo rimuove le adenoidi attraverso la bocca. Il bambino viene dimesso il giorno stesso o al massimo il giorno successivo.

Otite ricorrente

Per intervenire sull'otite acuta e ricorrente esistono due modi. La paracentesi che consiste nell'aprire un piccolo varco nel timpano e rimuovere il pus. Ciò permetterà di eseguire degli esami approfonditi sul campione di pus e identificare il germe responsabile dell'infezione per prescrivere la terapia antibiotica più adatta.

E' una procedura che viene scelta nei casi in cui la terapia antibiotica non ha funzionato.

Inoltre l'eliminazione del pus allevia il dolore all'orecchio.

In caso di otite secretiva può rivelarsi utile l’inserimento di un drenaggio trans timpanico (timpanostomia). Viene eseguito generalmente in anestesia generale e consiste nell’inserimento di un tubicino che drena il liquido e il pus che si accumula nell’orecchio.

Ciò provoca anche un miglioramento dell’udito. Il drenaggio viene lasciato all’interno dell’orecchio fino ad espulsione spontanea (che avviene in media dopo nove mesi) e permette una migliore ventilazione nell’orecchio e riduce le otiti. Attenzione a non bagnarlo quando il bambino si fa la doccia.

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