Home Il bambino Malattie

Sintomi COVID nei bambini: come distinguerli da quelli dell'influenza

di Francesca Capriati - 16.04.2021 Scrivici

sintomi-covid-nei-bambini
Fonte: shutterstock
Sintomi COVID nei bambini: come distinguere i sintomi del nuovo Coronavirus da quelli di un'influenza o un malanno di stagione. i consigli dei pediatri

In questo articolo

Sintomi COVID nei bambini

In piena pandemia i pediatri sono chiamati in prima linea per valutare i sintomi delle malattie influenzali nei nostri piccoli e anche per aiutarci a distinguere i sintomi del nuovo Coronavirus da quelli dell'influenza stagionale o altri malanni. Le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico spiegano che il bambino non può andare a scuola in presenza di sintomi come tosse, raffreddore e mal di gola, oltre che con una temperatura superiore a 37,5, e rimanda al pediatra di fiducia una valutazione del quadro clinico. Ma quali sono i sintomi COVID nei bambini e in cosa differiscono da quelli dell'influenza?

COVID o influenza?

Come spiega Gianvincenzo Zuccotti, direttore del reparto di Pediatria all'ospedale Buzzi di Milano, i sintomi di un normale malanno di stagione sono:

  • raffreddore con naso chiuso o che cola;
  • un po' di tosse, legata per lo più ai muchi che si accumulano nelle prime vie respiratorie.

Semaforo giallo, invece, se a queste manifestazioni si accompagnano anche:

La febbre non va mai sottovalutata e, soprattutto se si presenta con raffreddore, tosse secca e stizzosa e sintomi gastrointestinali, può essere un campanello di allarme che dovrebbe farci sospettare un'infezione da COVID-19.

Anche mal di stomaco, diarrea e vomito sembrano essere una manifestazione del COVID-19: uno studio condotto dai ricercatori della Queen's University di Belfast addirittura ha osservato che proprio i disturbi a stomaco e intestino sarebbero predittivi di un'infezione nei bambini, ancor di più di quelli all'apparato respiratorio e della perdita di olfatto e gusto.

La febbre è sempre presente?

Uno studio condotto dall'Irccs materno infantile "Burlo Garofolo" di Trieste e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista medica dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), Eurosurveillance ha analizzato circa 2500 bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 18 anni che tra febbraio e maggio 2020 sono stati testati per Sars-CoV-2.

Come spiega la dottoressa Marzia Lazzerini, coordinatrice del Network Pediatrico Covid del Burlo Garofolo e dello studio, condotto in collaborazione con la clinica pediatrica diretta dal professor Egidio Barbi, i dati dei casi testati provengono da 31 centri pediatrici sparsi in tutta Italia.

Cosa è emerso?

La febbre è risultata presente nell'81% dei casi, mentre i sintomi respiratori nel 60%. Sintomi neurologici come cefalea, irritabilità, perdita del gusto/olfatto, sono stati riscontrati in circa un bambino su cinque così come sintomi gastrointestinali e sintomi simil influenzali. Sintomi cutanei sono risultati più rari (4%), ma può essere dipeso dal fatto che questi casi non sono sempre indirizzati a un tampone.

Nel 25% dei casi, i bambini hanno manifestato solo febbre senza atri sintomi, nel 6% solo sintomi respiratori, senza febbre né altre manifestazioni, e in alcuni casi rari, ovvero l'1% della nostra casistica, solo sintomi gastrointestinali

Lo studio serve soprattutto ad aiutare i pediatri a riconoscere più distintamente i sintomi del COVID-19, ma, precisano gli esperti, per fare la diagnosi il tampone rimane centrale.

E' vero che si perde il senso del gusto?

Gli studi confermano che uno dei sintomi più eclatanti dell'infezione da Coronavirus è la perdita della capacità di distinguere il gusto amaro da quello dolce, quindi se il bambino manifesta questa incapacità va immediatamente segnalato al pediatra.

Naturalmente è difficile che un bambino di sei anni riesca a spiegare bene come è cambiato il senso del gusto oppue l'olfatto e spesso queste manifestazioni possono essere comunemente ricondotte al raffreddore, con conseguente naso chiuso, o mal di gola. 

Il vaccino antinfluenzale

I pediatri raccomandano di vaccinare i propri figli contro l'influenza. In questo modo sarà più facile, per il medico di famiglia, distinguere i sintomi e richiedere, eventualmente, un tampone.

La diagnosi differenziale, spiegano gli esperti, consentirà ai medici di valutare rapidamente l'utilità o meno di far fare il tampone e accorcerà i tempi, data anche la difficoltà oggettiva di fare il tampone a chiunque presenterà sintomi sospetti.

I bambini possono ammalarsi in modo grave?

Gli studi condotti a livello internazionale confermano che la carica virale nei bambini resta generalmente bassa, quelli al di sotto dei 10 anni si ammalano meno.

Naturalmente possono trasmettere il virus ai loro contatti stretti, ma una bassissima percentuale dei più piccoli viene ricoverata.

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha osservato che meno dell'% degli under 19 viene ricoverato.

Scoperto il meccanismo che scatena la grave risposta infiammatoria nei bambini con COVID-19

Fino a qualche tempo fa si sospettava l'esistenza di un legame tra malattia di Kawasaki e COVID-19. Oggi uno studio italiano ha scoperto, invece, che l'infezione da nuovo Coronavirus può scatenare una sindrome infiammatoria multi sistemica che interessa i vasi sanguigni ed è simile alla malattia di Kawasaki con sintomi come vasculite, problemi cardiaci, intestinali e un aumento sistemico dello stato infiammatorio.

Il meccanismo di azione di questa Mis-C (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children), causata nei bambini dall'infezione da coronavirus Sars-CoV-2, è stato osservato grazie ad uno studio condotto dall'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma e pubblicato su Cell. La ricerca ha coinvolto 101 bambini, di cui 13 con Covid che hanno sviluppato la forma multisistemica infiammatoria, 41 con Covid, 28 con sindrome di Kawasaki insorta in epoca pre-Covid e 19 sani.

In entrambe le malattie, Kawasaki e MIS-C, è stata rilevata un'alterazione dei livelli delle citochine (mediatori dell'infiammazione) coinvolte nella risposta immunitaria, ma con delle differenze: ad esempio l'interleuchina 17a (IL-17a) è risultata particolarmente aumentata nei bambini con malattia di Kawasaki ma non in quelli con COVID e MIS-C.

Rispetto ai bambini con Kawasaki, nei pazienti affetti da COVID che sviluppano MIS-C è stata individuata un'elevata presenza di auto-anticorpi, cioè di anticorpi diretti contro particolari porzioni di tessuto cardiaco o sostanze propri dell'organismo stesso, che agiscono contro due specifiche proteine (endoglina e RPBJ). Questi auto-anticorpi possono determinare il danno vascolare e cardiaco tipico della MIS-C.

Anche dal punto di vista cellulare sono emerse differenze sostanziali tra le due patologie. I bambini affetti da COVID, infatti, presentano un particolare tipo di linfociti T (sottotipo di globuli bianchi deputati alla difesa dell'organismo) con funzione immunitaria alterata rispetto ai bambini con malattia di Kawasaki. Questa alterazione è alla base dell'infiammazione e della produzione di autoanticorpi contro il cuore.

I ricercatori spiegano che monitorare i linfociti T e lo spettro degli anticorpi nei bambini affetti da Covid-19 permetterà di diagnosticare precocemente quei pazienti che sono a rischio di sviluppare una forma di Mis-C.

gpt inread-altre-0

Articoli correlati

Ultimi articoli