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Sindrome della rassegnazione nei bambini: cos’è e come si cura

di Viola Stellati - 03.04.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
La sindrome della rassegnazione nei bambini è una condizione psicologica che comporta la caduta in un vero e proprio stato catatonico: manifestazione e cura

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Sindrome della rassegnazione nei bambini

Può essere chiamata in modi diversi, come "Sindrome del sonno profondo" e "Sindrome della Bella addormentata", ma quel che è certo è che la sindrome della rassegnazione nei bambini è una condizione psicologica da non sottovalutare in quanto comporta la caduta in un vero e proprio stato catatonico.

Cos’è la sindrome della rassegnazione nei bambini

L'Ospedale Bambino Gesù sottolinea che la sindrome della rassegnazione nei bambini è una condizione psicologica che porta a uno stato di riduzione della coscienza. Stando ai documenti, se ne è parlato per la prima volta in Svezia negli ormai lontani anni '90, e riguardava i figli dei richiedenti asilo provenienti dai Paesi dell'ex Unione Sovietica, dalla Jugoslavia e più recentemente dalla Siria.

Si tratta di una sindrome che colpisce soprattutto bambini e adolescenti tra gli 8 e i 15 anni in seguito al trauma delle violenze vissute nel loro Paese d'origine, e anche dal malessere generato dall'atto stesso della migrazione.

Una situazione molto peculiare è che tutti i casi di sindrome della rassegnazione nei bambini si sono verificati, fino a questo momento, quasi esclusivamente in Svezia. Pochissimi sono quelli emersi altrove nel nostro continente.

Fuori dai confini continentali recentemente sono stati segnalati bambini con questa problematiche in Australia, ed erano tutti rifugiati e richiedenti asilo. Facendo un salto indietro nel tempo, invece, è possibile trovare manifestazioni simili in ragazzi e giovani adulti deportati nei campi di concentramento nazisti.

Cause e manifestazione

Chiamata anche Sindrome del Rifiuto Pervasivo, viene diagnosticata principalmente nei minori hanno sfortunatamente vissuto terribili violenze nei loro Paesi d'origine. Tutto questo vuol dire che una volta migrati continuano a portare con sé ansie e paure dovute all'abbandono della propria terra, alla permanenza nei centri di detenzione, all'addio ad importanti figure d'attaccamento, al frequente rifiuto della domanda d'asilo o alla privazione del permesso di soggiorno delle loro famiglie.

In sostanza, sembrano essere il dubbio costante e l'incertezza sul proprio futuro a far sviluppare nel bambino mancanza di sicurezza, ansia, confusione e rassegnazione.

La sindrome della rassegnazione nei bambini inizia a manifestarsi con sintomi di ansia e depressione, in particolare apatia e letargia. Pian piano questa creature diventano irritabili e si allontanano progressivamente dal mondo per chiudersi in sé stessi.

Bambini e adolescenti che presentano questa condizione resistono ai tentativi di sostegno e incoraggiamento da parte degli adulti, famigliari o professionisti che siano. Anzi, smettono persino di camminare, parlare, mangiare e diventano deboli, incontinenti e incapaci di reagire agli stimoli. Entrano di conseguenza in una condizione di profondo torpore e incoscienza che può durare mesi o persino anni.

La cura

L'unica "cura" finora disponibile per la sindrome della rassegnazione nei bambini sembrerebbe quella di offrire alle famiglie un permesso di soggiorno che può essere anche temporaneo.

Ma la verità è che purtroppo al giorno d'oggi non esiste ancora una vera e propria trattazione e, anzi, gli esperti sono divisi in merito alla definizione da darle, ovvero se è un disturbo da stress post-traumatico o di una forma di catatonia.

Stando a un articolo pubblicato sulla rivista medica European Child & Adolescent Psychiatry, la sindrome della rassegnazione nei bambini presenta sintomi comuni ad altri disturbi psichici che si trovano già indicati nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ma che, in ogni caso, all'origine della sindrome è evidente un'esperienza particolarmente traumatica da loro vissuta.

L'istituto ospedaliero Bambino Gesù sottolinea che il trattamento della sindrome della rassegnazione si basa, nella fase acuta del disturbo, sul mantenimento in vita del piccolo in stato di torpore con un supporto nutrizionale effettuato mediante sondino nasogastrico, per esempio, la reidratazione endovenosa e molto altro ancora.

Al contempo è molto importante che a questi bambini e alle loro famiglie venga offerta la possibilità, tramite l'uso della psicoterapia individuale ma anche con i genitori, di rielaborare le emozioni negative associate all'esperienza traumatica. Grazie anche a questo, sarà più facile inserirli stabilmente all'interno del nuovo ambiente, a patto che possa assicurargli opportunità culturali e socio-economiche dignitose.

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