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Sindrome della campanella: tosse e raffreddore nei bambini

di Redazione PianetaMamma - 15.09.2020 Scrivici

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Dopo poche settimane dall'inizio della scuola molti bambini stanno già facendo i conti con raffreddori e altri malanni invernali

Con l'inizio della scuola e l'arrivo delle prime giornate fredde, i bambini (e non solo) faranno i conti con raffreddori e, tosse, mal di gola.

Gli esperti la definiscono "sindrome della campanella", un nome che rimanda proprio all'inizio della scuola, quando le tante ore spese in luoghi chiusi e più affollati favorisce la diffusione di germi e batteri.

I virus più diffusi sono quelli respiratori, ad esempio quello che provoca il raffreddore. Questi virus causano tosse e respiro "a fischietto".

Si riaprono le scuole e possono riaccendersi i problemi respiratori dei bambini. Solitamente il primo episodio di malattia arriva già dopo due-tre settimane dall'inizio della scuola. E poiché il freddo complica le cose, il quadro peggiora con l'arrivo dell'inverno. Ad essere maggiormente interessati da questa 'epidemia autunnale' sono i bambini che frequentano l'asilo o le elementari, che hanno alle spalle episodi ricorrenti di tosse e raffreddore, respirano 'a fischietto' e hanno avuto episodi di asma o comunque molto simili all'asma. Il respiro 'a fischietto', meglio conosciuto come respiro sibilante o wheezing, colpisce almeno un bambino su 3 nei primi tre anni di vita. In questo periodo dell'anno in cui aumenta l'umidità e c'e' meno sole, nell'ambiente aumentano gli acari della polvere e le muffe, e nelle scuole si concentrano le infezioni respiratorie da virus come il rinovirus che è alla base del raffreddore. Fattori che, in un bambino predisposto al broncospasmo, possono riaccendere diversi sintomi. Questi bambini si possono e si devono aiutare ad avere una migliore qualità della vita. Diversi studi hanno dimostrato che una terapia preventiva iniziata nei primi giorni di settembre con farmaci antinfiammatori (steroidi inalatori o antileucotrienici) può essere efficace per ottenere un miglior controllo dei sintomi e una riduzione del numero delle riacutizzazioni.


Spiega Eugenio Baraldi, Unità di Pneumologia e Allergologia Pediatrica Dipartimento Salute Donna e Bambino, Università di Padova.

I sintomi della Sindrome della Campanella

Tutto inizia con un semplice raffreddore seguito poi da naso chiuso, tosse fastidiosa sia di giorno che di notte, ricorrenti episodi febbrili, respiro sibilante.

Spesso gli episodi sono numerosi e ricorrenti e si susseguono uno dietro l'altro. I genitori cominciano con il non mandare più il bambino a scuola e le assenze si accumulano con inevitabili ripercussioni sulla qualità della vita del piccolo.

Non bisogna sottovalutare il problema e pensare in prospettiva sin dalle prime settimane dell'autunno:

Le terapie di fondo possono aiutare sensibilmente questi bambini a migliorare la loro qualità di vita. Ovviamente deve essere il pediatra che valuta quando è il caso di ricorrere all'uso dei farmaci, sia nel valutare l'opportunità che la modalità. Si tratta di terapie di 'supporto' a lungo termine che non agiscono sul singolo sintomo e che vanno tagliate 'su misura' sul bambino. I corticosteroidi somministrati per via inalatoria sono la principale terapia di mantenimento nell'asma persistente, a qualsiasi livello di gravità. Anche, i farmaci antileucotrienici, per la loro specifica azione antinfiammatoria, possono essere indicati, in aggiunta ai corticosteroidi, sia nel wheezing persistente dell'età prescolare sia nell'asma persistente dell'età scolare. Il dosaggio dei farmaci deve essere il più basso possibile in relazione ad un effettivo controllo dei sintomi e la durata della terapia dovrà essere commisurata alla risoluzione del problema, ovvero potrà essere interrotta in presenza di periodi ragionevolmente lunghi di benessere

spiega Renato Cutrera, U.O.C. Broncopneumologia Dipartimento Medicina Pediatrica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCSS di Roma.

Infine qualche utile consiglio per i genitori:

  •  Pensa se tuo figlio inizia a riammalarsi subito dopo la ripresa della scuola e fai il conto di quante volte l'anno scorso è rimasto a casa per questi disturbi
  •  Fai attenzione se tuo figlio soffre spesso di tosse, raffreddore, respiro “a fischietto”
  • Dopo un episodio di malattia non riportare subito il bambino a scuola ma lascialo qualche giorno convalescente a casa
  • Fai caso se dopo uno sforzo (un pianto prolungato, una risata, una corsa affannosa o anche semplicemente quando gioca vivacemente con i suoi amici) respira "a fischietto"

  • Evita che la cameretta diventi fonte di eccessiva esposizione ad allergeni: limita peluche, tende e tappeti; intervieni su materassi e cuscini con appositi tessuti di protezione; controlla che non compaiano muffe sulle pareti; scegli materiali a bassa emissione di inquinanti chimici per arredamento e finiture
  • Fai attenzione al fumo passivo e anche a quello di 'terza mano'. Arieggia gli ambienti a lungo se qualcuno ha fumato e non prendere in braccio tuo figlio dopo aver spento la sigaretta, gli elementi nocivi restano nell'aria, sui tessuti
  • Aiuta tuo figlio a scegliere uno sport adatto alle sue caratteristiche: in ogni caso il movimento è utile per la salute dei bambini e per il loro sviluppo. Non è necessario eccedere nella spinta verso l'agonismo ma è importante che il bambino trovi gratificazione nell'attività fisica
  • Attenzione alla bilancia! Il sovrappeso e l'obesità sono nemici dei bambini. E possono influire negativamente anche sulla respirazione
  • Scegli la dieta mediterranea, ricca di pesce, vegetali, frutta, verdura, grano e olio extravergine di oliva e consulta il tuo pediatra per valutare un’adeguata integrazione in vitamina D
  • Segui con scrupolo e con costanza la terapia che ti consiglia il pediatra, anche in assenza di sintomi. Aiuta a prevenire episodi più seri.

Come distinguere un raffreddore da una sindrome influenzale o da una possibile infezione da Covid19?

Gli esperti affermano che non è semplice rispondere a questa domanda. Quando non sono asintomatici i bambini con l'infezione da Sars-CoV-2 manifestano sintomi molto simili a quelli dell'influenza: con febbre anche fino a 38. Diversi studi hanno inoltre evidenziato che i bambini positivi al coronavirus possono manifestare anche fastidi gastrointestinali: quali il vomito e la diarrea. I sintomi del Covid nei bambini sono quindi molto simili a quelli dell'influenza. Per questo, quando la temperatura supera la soglia di 37, occorre evitare l'autodiagnosi e consultare il proprio pediatra di riferimento.

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