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Problemi genitali bambini
Alla nascita del bebè il Neonatologo fa una accurata visita al neonato per valutare che le sue condizioni di salute siano ottimali e per valutare che non manifesti nessuna alterazione o menomazione fisica. Ecco quindi che oltre alla valutazione dell’APGAR il neonatologo ispeziona i genitali, le orecchie, gli occhi, l’ano. Tuttavia proprio durante le prime settimane di vita i neonati possono presentare delle manifestazioni anomale a livello genitale. Esse sono fenomeni naturali che nella maggior parte dei casi si risolvono nel giro di qualche mese e non necessitano solitamente di intervento medico, ma se i disturbi dovessero persistere nei mesi successivi è necessario rivolgersi al pediatra che deciderà per indagini diagnostiche approfondite.
Viene da sé che è fondamentale accorgersi subito dell’esistenza di un eventuale problema ai genitali del piccolo e per poterlo farlo bisogna conoscere le principali manifestazioni che maschietti e femminucce possono manifestare. E’ possibile che durante il cambio del pannolino e il bagnetto del piccolo, dopo alcuni giorni dalla sua nascita, ci si possa imbattere in quella che comunemente è chiamata crisi genitale, una manifestazione provocata dalla presenza di ormoni materni e fetali all'interno dell'organismo del bambino, ovvero una iperstimolazione ormonale temporanea che scompare entro poche settimane.
Crisi genitale nei neonati
Nelle ultime settimane di gestazione, alcuni organi del bambino, come utero, vagina, mammelle, pene e testicoli rispondono alle stimolazioni ormonali di estrogeni nelle femmine ed androgeni nei maschi, mentre i neonati prematuri solitamente non presentano sintomi di crisi genitale in quanto lo sviluppo dei loro organi non è ancora completo. I primi sintomi insorgono tra il secondo ed il quinto giorno dopo il parto, alcuni sono identici per entrambi i sessi mentre altri sono esclusivamente maschili o femminili.
I sintomi comuni ad entrambi sono:
- un’acne leggera sul viso e sul torace che si manifesta con chiazze rosse o dei brufoletti, tutto sommato non è fastidiosa per il piccolo che non avverte alcun prurito e non necessita di creme o trattamenti specifici. La causa: gli ormoni androgeni che attivano le ghiandole della pelle.
- La tumefazione delle ghiandole mammarie: capezzolo e areola sono ingrossati e assumono una colorazione scura in ambedue i sessi, ma nelle femmine il fenomeno è più marcato, tant’è che si può apprezzare una secrezione di liquido chiaro, lattescente dal seno che viene anche chiamato “latte di strega”. Non si deve spremere le ghiandole per far uscire il liquido perché si potrebbe provocare una mastite neonatale.
Problemi ai genitali nei maschi
Nei maschietti si possono manifestare quattro sintomatologie:
- idrocele: la presenza di liquido all'interno dello scroto per immaturità dei genitali, causata dalla mancata chiusura del canale che collega scroto e addome. Il problema solitamente si risolve da sè riassorbendosi;
- tumefazione dei genitali esterni;
- ingrossamento della prostata e delle vescichette seminali;
- modifica della struttura della prostata.
- lo “spotting”, ovvero la fuoriuscita di piccole perdite di sangue associata a gonfiore di tutta l'area genitale, che è causato dalla presenza di ormoni materni, estrogeni e progesterone, che devono essere smaltiti. Il fenomeno dura qualche giorno e scompare autonomamente;
- perdite di liquido lattescente, simile a muco ma più viscoso prodotto dalle ghiandole della mucosa vaginale. In questo caso è bene mantenere ben pulita tutta l'area genitale, utilizzando una compressa di garza imbevuta di acqua tiepida ad ogni cambio di pannolino.
Criptorchidismo, il testicolo ritenuto
Quando uno o entrambi i testicoli non sono posizionati nella sacca scrotale al momento della nascita si fa diagnosi di criptorchidismo. I testicoli, nel feto, si formano accanto ai reni, poi scendono attraverso l'addome per arrivare allo scroto. A volte questo posizionamento al momento della nascita non è ancora ultimato, così il testicolo si trova ancora all'interno dell'addome o leggermente sopra la sua posizione naturale. Questo è un problema diffuso che in buona parte si risolve da sé entro i sei mesi di vita, in caso contrario, o se sfortunatamente entrambi i testicoli non sono nella loro sede normale, si può fare una terapia ormonale dal sesto mese o, se la terapia non dà buon esito, un piccolo intervento chirurgico in day hospital per posizionare il testicolo nello scroto. A volte la permanenza prolungata del testicolo nel canale inguinale lo porta a cottura e allora è necessario intervenire chirurgicamente per asportare il testicolo non più vitale.
Testicolo retrattile o ad ascensore
Può accadere che uno o entrambi i testicoli tendano a risalire verso l'alto rispetto alla loro normale posizione nello scroto, ma che poi tendono nuovamente a ridiscendere.
Questo disturbo migliora solitamente con il passare dell'età in quanto l'aumento del peso aiuta i testicoli a scendere verso il basso. Il pediatra durante la visita di routine riposiziona manualmente i testicoli manualmente finché essi non resteranno fermi nella corretta posizione. Anche se nella quasi totalità dei casi il problema di risolve con il tempo, può accadere che si renda necessario fermare la posizione del testicolo chirurgicamente in regime ambulatoriale.
Orchite
E' una infiammazione del testicolo e dei tessuti intorno ad esso con gonfiore e rossore di tutta l'area genitale uniti ad un dolore leggero ma costante. Il pediatra deve visitare il bambino per valutare una terapia antibiotica o antinfiammatoria a seconda dell'origine del problema.
Torsione del testicolo
Se il piccolo lamenta un improvviso e forte dolore nella zona dello scroto, accompagnato da gonfiore e rossore, potremmo trovarci di fronte a una torsione del testicolo provocata dall'avvolgimento su se stesso del funicolo, un canale che porta i vasi sanguigni all'organo. Questa torsione chiude i vasi sanguigni ed impedisce il normale afflusso di sangue. La situazione va risolta chirurgicamente nel più breve tempo possibile perché se il testicolo è senza irrorazione sanguigna necrotizza in 2 ore.
Fimosi
La fimosi è una patologia fisiologica in tutti i neonati e si manifesta con la mancata apertura del prepuzio, quell'anello di pelle che avvolge la punta del pene. Nei neonati sono presenti delle aderenze che rendono il pene totalmente chiuso ad eccezione di un piccolo foro nel punto in cui esce la pipì. La causa sono alcune aderenze delle membrane esterne del glande che si scolleranno in maniera autonoma nel corso del primo anno di vita, portando all'apertura spontanea del prepuzio. Per favorire questo processo naturale è importante curare bene l'igiene intima del bambino cercando di abbassare delicatamente la pelle ad ogni pulizia. Se il disturbo persiste dopo i primi 12 mesi, il pediatra può prescrivere una pomata a base di cortisone per ammorbidire la pelle e consentire lo sguantamento del pene, oppure consigliare la visita chirurgica.
Non si intervenire manualmente con movimenti bruschi o forti che potrebbero causare lacerazioni ed infezioni o provocare una para- fimosi, una strozzatura del glande che deve essere risolta poi con una operazione chirurgica.
Balanite
Spesso la fimosi rende difficoltose le operazioni di igiene intima nei neonati maschi. Una pulizia errata o incompleta può portare alla comparsa di una balanite, una infezione batterica della mucosa situata tra glande e prepuzio. I sintomi tipici sono l'arrossamento dell'area e la presenza nel pannolino di una sostanza giallo-verde. Lavaggi accurati e frequenti con acqua e bicarbonato, creme antibatteriche per lenire il bruciore sono la regola.
Ipospadia
E' un difetto anatomico non frequente che consiste in una posizione anomala dell'uretra, il canale da cui esce la pipì, il cui sbocco è situato sul glande, ma che in questo caso si presenta in basso rispetto al punto normale o, nei casi più gravi, lungo l'asta o nello scroto. L'ipospadia è causata da una insufficienza di testosterone fetale che inibisce il corretto sviluppo degli organi genitali maschili. Se lo spostamento dell'uretra è modico non si interviene, è possibile convivere con questo difetto, al contrario, un intervento chirurgico di riposizionamento è la regola entro il primo anno di vita, per evitare al bambino traumi fisici e psicologici che potrebbero invece presentarsi in età più avanzata.
Le Sinechie nelle femmine
Nelle neonate è discretamente frequente repertare le piccole labbra della vagina fuse tra loro, che lasciano solo un piccolo foro per la fuoriuscita della pipì. La causa: le aderenze della mucosa vaginale ovvero l'equivalente femminile della fimosi nei maschi. Non sono necessarie cure mediche visto che le aderenze scompaiono generalmente da sole nel corso dei primi mesi, in caso contrario, se dopo il primo anno di vita la situazione non è risolta, si può ricorrere a pomate a base di estrogeni o a un intervento chirurgico per separare le aderenze. Come per la fimosi maschile non si deve cercare di separare le aderenze manualmente per non provocare traumi, infezioni ed altre patologie.
Vulvovaginite infantile
Le bambine, per la loro particolare conformazione, sono più soggette dei maschi alle infezioni batteriche, che peggiorano quando iniziano la loro vita in comunità, nido, materna, elementari, utilizzando i bagni in promiscuità. I sintomi dell’ infezione genitale sono arrossamento, prurito, secrezioni biancastre sul pannolino o mutandine ed bruciore diffuso. Se il problema non si risolve pur forzando l’azione dell’igiene intima, va fatta una urino-cultura od un tampone vulvare esterno per individuare la cause dell'infezione.