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Stitichezza nei bambini. Cosa fare?

di Dott ssa Teresa De Monte - 09.03.2015 Scrivici

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La stitichezza o stipsi è un disturbo che si può manifestare nei bambini fin dai primi mesi di vita. La pediatra ci spiega cosa fare per aiutare i più piccoli che ne soffrono e quando consultare un medico

Stitichezza nei bambini

La stitichezza, o stipsi, non è una malattia, ma un disturbo che si può manifestare nei bambini fin dai primi mesi di vita, che si allevia fino a scomparire con lo svezzamento, mentre, a volte, può manifestarsi proprio nel primo periodo del cambio di alimentazione, ma che con il trascorrere dei giorni si attenua fino a scomparire. Se mai la stipsi dovesse protrarsi nel tempo è bene rivolgersi senza indugio al pediatra il quale valuterà se il bambino manifesta una stipsi occasionale, episodica o vera, nel quale caso si dovrà intervenire con un trattamento adeguato.

A cosa è dovuta la stipsi?

Esistono due forme di stipsi:

  • organica, piuttosto rara, è legata a malattie o malformazioni del nostro organismo
  • funzionale, cioè non collegabile a vere e proprie alterazioni fisiche

Quanto è frequente il problema?

La stipsi è un disturbo molto frequente nei Paesi Industrializzati; interessa il 3-10% dei soggetti in età pediatrica, e tende ad aumentare con l'età fino a raggiungere il 20-40% dei soggetti sopra i 65 anni. In età pediatrica è colpito prevalentemente il sesso maschile, ma il rapporto si inverte nelle epoche successive. Essa rappresenta il 3% delle visite ambulatoriali di Pediatria ed il 25% delle consultazioni nei centri di gastroenterologia pediatrica.

Cosa si deve fare?

Non si deve agire di propria iniziativa seguendo i tanti rimedi proposti dai mass media e dal passa parola, lo stimolare con il termometro o il cotton fioc l’ano del bambino, oppure acquistando i vari prodotti per i disturbi dell'alvo esposti al supermercato o in farmacia, perché possono rivelarsi dannosi e fanno perdere del tempo utile per inquadrare e risolvere in modo appropriato il disturbo, e questo può avvenire solo affidandosi alle cure del proprio pediatra per una completa e corretta gestione del problema.

Cosa devo riferire al Pediatra con precisione?

  • La data e l'ora nelle quali il bimbo defeca, specificando la distanza dai pasti;
  • Il colore, il volume, la consistenza delle feci;
  • Eventuali sintomi d'accompagnamento, es. dolore durante, prima e dopo la defecazione.

Le prime feci emesse dal neonato, il meconio, si caratterizzano per un colorito verde - catramoso ed una consistenza alquanto vischiosa, si registrano entro 12/24 ore dal parto. La mancata emissione di queste deiezioni deve far sospettare la presenza di fibrosi cistica o della malattia di Hirschprung. Dopo 3-4 giorni di vita, le feci sono più chiare, di colore giallo-oro sfumate di verde, sono soffici, cremose o semiliquide.

Il neonato, durante i primi sette-dieci giorni di vita può evacuare ad ogni poppata per la presenza del riflesso gastro-colico, un meccanismo biologico per cui, quando il cibo arriva nello stomaco, automaticamente si innescano movimenti peristaltici intestinali per svuotare l’intestino crasso. Questo riflesso gradualmente si attenua dopo i primi giorni di vita e il numero delle evacuazioni giornaliere non supera i 4-5 episodi. Questa riduzione non deve indurre i genitori a pensare che il lattante soffra di stitichezza, a volte è possibile che trascorrano alcuni giorni tra un'evacuazione e l'altra, ed è un trend fisiologico.

In questo periodo, oltre al naturale dilatarsi dei ritmi defecatori, il genitore può notare una certa sofferenza del neonato, che in realtà sta semplicemente imparando ad utilizzare i muscoli adatti per defecare, e non sapendo limitare il lavoro al solo torchio addominale, il piccolo spinge un po' con tutto il corpo, contraendo i muscoli delle mani e dei piedi, fino a divenire tutto rosso ed abbandonarsi a crisi di pianto.

In età pediatrica oltre alla frequenza delle evacuazioni occorre valutare la consistenza delle feci e la continenza fecale. Nel lattante allattato al seno il numero di evacuazioni può variare da un'evacuazione ogni poppata ad una ogni 4-5 giorni, pur rimanendo nell'ambito della normalità. La vera stitichezza, intesa come evacuazione rara e dolorosa di feci dure e poco voluminose, interessa prevalentemente i bambini allattati artificialmente, mentre è rara tra i bambini allattati al seno.

Cause della stitichezza funzionale

  • Inoltre, nella maggioranza dei casi, la stitichezza è di origine alimentare, es. per un'introduzione troppo precoce di cibi solidi nella dieta del lattante, e, secondo studi recenti, per intolleranza alle proteine del latte vaccino.
  • Oltre alle cause di origine alimentare, la stitichezza funzionale del bambino può essere provocata da fattori psicologici, come stress e/o paura.
  • In particolare, una delle più frequenti cause di stitichezza nel bambino è la sperimentazione di un'evacuazione dolorosa, ad esempio per la presenza di piccole fessurazioni nell'ano o ragadi anali. Questi taglietti piuttosto dolorosi possono essere originati dal transito di feci dure e secche, spesso a causa di cambiamenti dietetici, come per es. il passaggio dal latte materno al latte vaccino o alla febbre. Il dolore può essere così forte per cui il piccolo decide di rimandare l'evacuazione a dopo, evitando così gli stimoli dolorosi e contraendo i muscoli del pavimento pelvico al sopraggiungere dello stimolo.

Per sopprimere l'impulso defecatorio, il bambino mette in atto una serie di comportamenti facilmente identificabili dai genitori, come sollevarsi sulle punte o incrociare le gambe. Questa tendenza a sopprimere lo stimolo evacuativo, porta all'accumulo di masse fecali voluminose nell'ultimo tratto del retto, dove perdono acqua divenendo sempre più consistenti e difficili da evacuare. Si viene così a creare un circolo vizioso stipsi-dolore-stipsi, per cui la stitichezza dà dolore ed il dolore dà stitichezza. La presenza di questi ammassi fecali nel retto, inoltre, si accompagna frequentemente alla perdita involontaria di piccole quantità di feci; per descrivere questo fenomeno i medici parlano di soiling (in inglese sporcare), mentre il termine encopresi indica il passaggio, volontario o involontario, di feci normoconformate negli indumenti, in bambini di età superiore ai 4 anni.

Infine il trattenere volutamente le feci fa sì che la contrazione dello sfintere anale interno, dapprima consapevole, divenga poi paradossa durante lo sforzo defecatorio.

  • L'inizio della stipsi nel bambino può coincidere anche con stress di altra natura, come l'educazione all'uso dei normali servizi igienici, l'inizio della scuola, la gelosia per il fratellino o altri fattori sociali che impongono di contenere o sopprimere il desiderio di evacuare.
  • Per quanto riguarda l'utilizzo del WC, la posizione assunta dal bambino può favorire l'insorgere o l'aggravarsi della stipsi. L'atteggiamento corporeo più adatto all'evacuazione è infatti quello dell'accovacciamento, che si assume tipicamente nei bagni alla turca. Questa postura primordiale, pressocchè dimenticata nel mondo occidentale (nessuno mette un bagno alla turca in casa!), favorisce il rilasciamento del pavimento pelvico e l'aumento della pressione intra-addominale.

Stipsi, rimedi

Il cardine della terapia della stipsi più ostinata nei bambini piccoli, previo assenso del Pediatra, può essere un pò di succo di pera, mela, prugna, uva nell'acqua del biberon; per i più grandicelli è rendere l'evacuazione confortevole. È importante prevenire la stipsi rendendo le feci più morbide attraverso la generosa somministrazione di liquidi e rammollitori fecali, tra questi il più sano e naturale è la fibra alimentare presente negli alimenti vegetali, spesso non graditi al piccolino, ma il problema può essere raggirato cercando di identificare gli alimenti a lui più graditi, anche in relazione alla forma con cui si presentano.

La frutta, ad esempio, può essere servita con un cucchiaio di gelato, di crostata o semplicemente abbellita con fantasia, es. tagliata a spicchi per comporre un faccino sorridente, un fiore, una barca, un sole.

La verdura può essere tritata e mascherata nel sugo o nel ripieno di tortelloni, polpette, cannelloni. In questo contesto è importante il buon esempio dato dai genitori: se mamma e papà dimostrano di apprezzare le verdure, è infatti più facile che anche il bambino le ami, ma non le bevande gassate, la cioccolata, il the. Una corretta abitudine alimentare e una regolare attività fisica sono inoltre fattori fondamentali su cui puntare per la prevenzione della stipsi nel bambino, così come importante, soprattutto in alcuni casi, può essere un intervento psicologico mirato, teso a rafforzare l'autostima del bambino e una buona interazione con i genitori.

L’educazione al vasino

L'educazione al vasino, ed il conseguente abbandono del pannolino, può essere iniziata verso i 18 – 24 mesi nei luoghi e nei tempi più appropriati, ricordando che alcuni bambini possono raggiungere il controllo dell'alvo anche a 3 anni. Non si deve esercitare alcuna pressione o imposizione, deve essere un'esperienza positiva che insegna al bambino che "fare la popò" nel vasino è normale e naturale come mangiare e dormire. Il bambino si deve sentire tranquillo e a proprio agio in un ambiente domestico (bagno, cameretta), concederli la giusta riservatezza, ma se lo richiede parlare con lui o leggere insieme un libro; lasciarlo seduto sul vasino non più di 10-15 minuti, ma non mettergli fretta; non rimproverarlo se non ha fatto niente, gratificarlo con abbracci e lodi se la seduta è andata a buon fine. Programmare la seduta dopo i pasti principali per sfruttare il riflesso gastro-colico. Il bambino deve assumere una posizione corretta sul vasino: piedi ben appoggiati per terra, gambe leggermente aperte e ginocchia più alte rispetto al sederino in modo da favorire l'azione del torchio addominale. Se il bambino preferisce il water, utilizzare un riduttore per la tazza ed uno sgabello per far appoggiare i piedi.

Nelle età successive è importante che il bambino svuoti giornalmente l'intestino, preferibilmente al mattino dopo la colazione in modo che durante la giornata non trattenga le feci a causa dei vari impegni scolastici, sportivi, ludici-sportivi; in ogni caso, non si devono imporre orari, ma bisogna che sia il bambino stesso a trovare un proprio ritmo regolare.

Quale terapia attuare in caso di stitichezza?

La terapia deve essere prescritta dal medico che, a seconda del caso, sceglierà il farmaco o i farmaci più adatti:

  • lubrificanti (oli minerali);
  • lassativi osmotici (lattulosio, lattitolo, mannite, sorbitolo, idrossido di magnesio);
  • PEG (polietilenglicole);
  • eliminare la presenza di fecalomi mediante clismi evacuativi correttamente eseguiti oppure con oli o soluzioni osmotiche somministrati per bocca.

In seguito bisogna seguire una terapia che faccia espellere ogni giorno feci morbide.

Stipsi, rimedi omeopatici

Farmaci Omeopatici:

  • Alumina

La stipsi è caratterizzata per l'assenza totale di desiderio e dall'incapacità di far passare le feci, fino a quando non c'è un grosso ammasso. A volte è necessario un grande sforzo, tanto da doversi aggrappare a qualcosa. Le feci sono dure, nodose, spesso ricoperte di muco. Ma possono essere anche soffici, argillose e aderenti alle pareti del vaso. L'inerzia della spinta è tale che anche quando le feci sono morbide c'è bisogno di uno sforzo importante. È il rimedio della stipsi dei bambini quando alimentati artificialmente.

  • Bryonia

Le feci sono grosse, secche, nerastre, come bruciate.

  • Graphites

Le feci sono piccole palline dure, impastate con muco e vengono evacuate con grande dolore a causa delle ragadi e/o emorroidi che spesso sono associate.

  • Nux vomica

Indicano questo rimedio il desiderio costante di andare di corpo senza poterlo fare e, quando finalmente si riesce, la defecazione è incompleta e insoddisfacente, come se una parte restasse inespulsa. Questa stipsi è dovuta ad un'alterata peristalsi dovuta sia al cattivo funzionamento della vescica biliare, sia alla frequente inattività fisica.

  • Opium

Bambini dai capelli chiari e con poca muscolatura. L'intestino è quasi completamente inattivo, come se fosse paralitico o se avesse esaurito tutte le sue energie. Le feci sono dure, a volte caprine. Qualche volta capita che dopo uno spavento vengano emesse spontaneamente.

  • Platinum

Utile nel trattamento della stipsi dei viaggiatori, a causa del cambiamento di vita e di alimentazione. Qualche volta le feci hanno consistenza di soffice argilla e aderiscono al retto e all'ano.

  • Silicea

Una manifestazione tipica di questo rimedio è che le feci scendono per un pezzo e poi, quando si smette di spingere, ritornano dentro il retto.

Concludendo

Le mamme possono contribuire al benessere dei loro bimbi: quando i pargoli hanno 18 mesi e cominciano a farsi capire e a capire la mamma, questo è il momento per cominciare ad abituarli all'autonomia nelle funzioni fisiologiche, quindi dobbiamo cercare di:

  • stare attente agli orari in cui solitamente defeca o urina, in modo da esortarlo a farlo con noi in bagno, sul vasetto;
  • spesso il bimbo stitico può avere evacuazioni dolorose e in quei momenti ha degli atteggiamenti, e assume delle posizioni, particolari che la mamma ben riconosce, così, se quello è il momento giusto, accompagnatelo in bagno;
  • provate a trasformare il momento dell'evacuazione in un momento di benessere, senza aggiungere stress e senza assumere un atteggiamento preoccupato, il bimbo avverte subito l'apprensione della mamma e, per contro, accentua gli sforzi per trattenere le feci;
  • non sgridatelo se non fa, anzi rassicuratelo, facendogli capire che prima o poi succederà;
  • quando accadrà lo si può gratificare con una coccola in più o facendo insieme un nuovo gioco. Se il bimbo ha dai 3 ai 5 anni, dovrebbe ormai essere autonomo nelle funzioni fisiologiche e possiamo tranquillamente spiegargli che l'evacuazione è un momento di benessere molto importante, di liberazione:
  • aiutamolo a tenere un diario delle evacuazioni da portare al pediatra;
  • informiamo le insegnanti della scuola materna dei problemi intestinali del nostro bambino e chiediamo loro di riferirci eventuali cambiamenti;
  • teniamo sotto controllo il suo peso e il suo accrescimento;
  • manteniamo la buona abitudine del pisolino pomeridiano, dopo almeno 1 ora dal pranzo e prima facciamo con lui un gioco dinamico o magari un giretto in giardino per favorire la digestione;
  • abituiamolo all'esercizio fisico quotidiano e quando possibile portiamolo alla scuola materna a piedi;
  • se il bimbo non frequenta la scuola materna o è in vacanza cerchiamo di fargli fare ogni giorno una passeggiata di almeno 30 minuti (15 andata - breve sosta - 15 ritorno), anche nella stagione fredda, basta coprirsi bene;
  • dopo la nanna del pomeriggio: merenda e un pò di gioco, o si va a fare la spesa insieme a piedi;
  • al ritorno dalla spesa, bagnetto tiepido e rilassante e mentre sta seduto nel bagnetto massaggiamo il pancino, poi mettiamogli il pigiama e in attesa della cena portiamolo sul vasino in bagno;
  • cena leggera, 30 minuti di gioco per digerire e poi a nanna.

Come prevenire la stitichezza

I modi per sconfiggere la stitichezza prevenendola sono essenzialmente riconducili:

  1. all’alimentazione adeguata
  2. all’attività fisica, praticata con regolarità per favorire i normali movimenti intestinali
  3. alla modifica delle abitudini, passare meno tempo davanti alla TV e/o al PC
  4. all’aspetto psicologico.

In sintesi I bimbi stitici devono essere abituati a una vita senza stress, a un'alimentazione adeguata e devono fare del movimento ogni giorno. Tutto questo favorisce le funzioni intestinali e tiene il peso sotto controllo, collaborando al mantenimento di un benessere duraturo. E ricordate che nessuno è meglio della mamma per mettere in pratica ciò di cui il suo bimbo ha bisogno.

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