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I nei sulla pelle dei bambini. Quando preoccuparsi?

di Dott ssa Teresa De Monte - 11.06.2015 Scrivici

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Fonte: shutterstock
La pediatra ci parla dei nei, chiamati anche nevi, nei bambini. Quando si presentano e quali sono i fattori di rischio. Come riconoscere i nevi a rischio e come intervenire?

In questo articolo

Nei pericolosi

I nei, chiamati anche nevi, sono una iper-proliferazione di gruppi di cellule normalmente presenti nella pelle, i melanociti, che producono la melanina, la sostanza che dà colore alla pelle abbronzata. Non c'è alcuna differenza tra nevi e nei, il primo è il termine di uso comune, nei, mentre il secondo è il termine scientifico, nevi, che ha un significato poco più ampio.

In dermatologia ci sono vari tipi di nevi ma quelli comunemente chiamati "nei" sono i nevi melanocitari. Questi gruppi di melanociti vanno ad accumularsi in variabili sedi cutanee dando vita a quelle piccole macchiette o rigonfiamenti marroncino-nerastre di forma e dimensioni variabili, presenti sulla pelle di ognuno di noi, specie se di razza bianca, che solitamente non danno alcun problema, ma possono degenerare nel melanoma cutaneo, che è bene prevenire attraverso un’adeguata sorveglianza e protezione della pelle.

Possono localizzarsi in qualsiasi parte del corpo, sulla cute, a livello delle mucose e delle semimucose, es. i genitali esterni femminili e maschili, la regione perianale, il cavo orale, della congiuntiva e della sclera. Ciascuno di noi ha un numero di nevi, in media 20-30 che dipende principalmente da fattori genetici, ma solo nel 10-15% dei casi, i nevi sono presenti fin dalla nascita, nevi congeniti, mentre la maggior parte di essi appare entro i primi anni di vita. La comparsa di nuovi nevi è normale fino ai trent’anni circa, pertanto lo sviluppo di nuovi nevi oltre questo limite di età dovrebbe indurre ognuno di noi a consultare il dermatologo.

Nella maggior parte dei casi i nevi sono neoformazioni benigne e dunque non pericolose, ma nel corso della loro maturazione possono trasformarsi in senso neoplastico e diventare melanoma.

I nei sono già presenti alla nascita?

Assolutamente si. Sono i nei congeniti, cioè presenti alla nascita. Nella maggior parte dei casi, specie se si tratta di piccole lesioni, < 2 cm, non ci si deve preoccupare, ma è importante praticare la giusta e corretta sorveglianza come per qualsiasi altro neo.

In caso invece di nevo congenito gigante, >20 cm di ampiezza, il rischio di melanoma è maggiore ed andrà praticata una sorveglianza maggiore e più cauta. La maggior parte dei nei presenti sul nostro corpo non erano presenti già alla nascita ma sono apparsi successivamente durante l’infanzia-adolescenza. La quantità di nei infatti aumenta gradualmente durante la prima decade di vita, poi aumenta bruscamente durante l’adolescenza, si stabilizza tra i 30-40 anni e poi, nella tarda età adulta, la quantità di nei progressivamente si riduce.

Il controllo è importante per una prevenzione precoce di eventuali lesioni pigmentate a rischio. Non esiste un'età precisa in cui si debba iniziare il controllo dei nevi perché questo dipende da caso a caso. Tutti i bambini dovrebbero comunque essere valutati per la presenza di nevi congeniti al momento della nascita e poco prima della pubertà per l'eventuale asportazione di nevi a rischio. In particolare, è fondamentale per il controllo di tutti i nevi congeniti e di tutti gli eventuali nevi acquisiti con caratteristiche atipiche. La comparsa di nuovi nevi, a differenza dell'adulto, è assolutamente normale nel bambino. I nevi congeniti infatti rappresentano l'1% di tutti i nevi nell'uomo, ma poiché abbiamo in media 20-30 nevi per ogni individuo adulto, è chiaro che questi debbano comparire durante l'età dello sviluppo.  Sarebbe quindi eccessivo sottoporre tutti i bambini a visita dermatologica ogni volta che compare un nuovo nevo mentre è fondamentale il ruolo di filtro e selezione dei bambini valutati dai pediatri in modo da rendere più efficiente ed efficace la prevenzione.

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio che devono essere presi in considerazione e che devono suggerire un controllo dermatologico ricordiamo:

  • il fototipo cutaneo a rischio (capelli chiari, occhi chiari, lentiggini, scarsa capacità di abbronzarsi, facilità all'eritema solare);
  • la familiarità per melanoma;
  • la presenza di un nevo congenito
  • l'immunosoppressione.

I nevi più a rischio

I nevi più a rischio nella fascia di età pediatrica sono sicuramente quelli congeniti.  Sono in particolare a rischio i rarissimi nevi giganti e meno quelli congeniti di piccole e medie dimensioni che vanno comunque periodicamente controllati.

Gli altri nevi a rischio sono quelli acquisiti durante la crescita che mostrano tuttavia caratteristiche irregolari di forma e colore (nevi atipici).

Nevo atipico

La definizione di nevo atipico si basa sulla valutazione di caratteristiche morfologiche della lesione pigmentata. Si definiscono tali tutte le lesioni caratterizzate da:

  • una forma irregolare;
  • un colore disomogeneo;
  • dimensioni più grandi della norma.  

Il giudizio di atipia deve comunque essere emesso dal dermatologo ma per i genitori può essere utile conoscere la regola dell'ABCDE per sapere quando è necessario rivolgersi allo specialista. 

La regola dell'ABCDE

È una regola pratica per ricordare le caratteristiche cliniche da valutare su ogni singolo nevo e che servono ad individuare le eventuali lesioni atipiche. Bisogna però precisare che nei bambini il cambiamento dei nevi è inevitabile e che quindi non lo si può considerare un criterio assoluto come negli adulti (in questi è importantissimo). Controllarli periodicamente con la semplice ispezione visiva, consente a chiunque di osservare se compaiono nuove lesioni o se si verificano modificazioni di nevi preesistenti. Ricordando la regola dell’ABCDE, diventa indispensabile un controllo specialistico quando si verifichino una o più delle seguenti condizioni:

  • A) ASIMMETRIA: un nevo si presenta o diviene asimmetrico, cioè le due metà sono diseguali
  • B) BORDI: i bordi del nevo sono irregolari, frastagliati, sfumati
  • C) COLORE: il colore del nevo si modifica dopo la comparsa di aree rossastre o grigio-bluastre, sfumature nerastre, o in alcune zone il pigmento tende a diminuire con conseguente formazione di aree biancastre.
  • D) DIMENSIONI: il nevo supera i 6 mm di diametro
  • E) EVOLUZIONE: un nevo compare improvvisamente oppure un nevo già esistente si modifica rapidamente di dimensioni, forma, colore, si rileva ed è apprezzabile palpatoriamente, comincia a sanguinare o a dare una sensazione di bruciore/prurito.

Nei bambini i nevi sono in assestamento, cioè vanno incontro a delle modificazioni che rientrano nell’evoluzione fisiologica del nevo stesso, il quale cresce e matura in concomitanza con lo sviluppo corporeo.

Per questo motivo i genitori non devono allarmarsi se vedono i nevi dei propri figli aumentare di dimensioni o modificarsi di colore, poiché spesso questo fenomeno fa parte del fisiologico processo di maturazione del nevo stesso. In ogni caso è bene ricordare che anche i bambini, seppur meno a rischio di sviluppo di tumori cutanei, devono essere periodicamente sottoposti all’attenzione del dermatologo.

In Italia, come in tutto il mondo, dal 1960, si è osservato un incremento del 5-7 % dei tumori della pelle, ed in particolare del melanoma cutaneo. Le lesioni melanocitarie dei bambini sono nella maggioranza dei casi benigne e di conseguenza facilmente gestibili nella pratica clinica. Tuttavia ci sono almeno due situazioni problematiche: la diagnosi differenziale tra melanoma e nevo di Spitz, e la gestione dei nevi congeniti giganti. Il nevo congenito gigante è il più importante fattore di rischio per melanoma nei bambini al di sotto dei 12 anni di età; ciò nonostante meno dell’1% dei bambini con nevi congeniti sviluppa un melanoma.

Dato che il melanoma in età pediatrica è un evento estremamente raro, è molto probabile che la maggior parte dei pediatri non si confronterà mai con questa neoplasia nel corso della propria attività professionale. Tuttavia è importante e di grande utilità saper riconoscere le lesioni problematiche in modo da agire in maniera rapida ed efficace nel caso di una lesione melanocitaria nuova e a rapida crescita (caratteristiche distintive dei nevi di Spitz) o in caso di cambiamenti nel colore, dimensione o forma dei nevi congeniti.

L’approccio alle lesioni melanocitarie, i nei, nei bambini non è propriamente sovrapponibile a quello degli adulti; infatti lo svilupparsi di nuove lesioni o il modificarsi di lesioni già esistenti è praticamente la regola durante l’infanzia.  Il classico criterio clinico dell’ABCDE  per l’identificazione dei nei a rischio è valido parzialmente nell’infanzia, infatti la E di evaluation non è applicabile alle lesioni dell’età pediatrica.

I nevi melanocitici, chiamati anche nevi comuni, sono molto comuni nei bambini, presentandosi in oltre il 98% dei bambini caucasici, che sviluppando almeno un nevo ogni anno. 

Per escludere preoccupazioni inutili è importante per i pediatri o per i dermatologi riconoscere l’evoluzione clinica dei nevi in età pediatrica. 

Come riconoscere i nei pericolosi?

Come? Ecco alcune semplici regole per imparare a valutare i nei ELEMENTI DI ALLARME:

  • Dimensioni del neo:  rapido aumento delle dimensioni
  • Colore del neo: improvvisa variazione del colore, tonalità rosse, brune, grigie, nere o blu
  • Forma del neo:  cambiamento di forma, in particolare la comparsa di bordi dentellati ed irregolari
  • Consistenza del neo: improvvisa comparsa di erosioni, ulcerazioni, sanguinamenti, indurimenti, desquamazioni
  • Lesioni satelliti al neo: comparsa di nuovi piccoli nei circostanti che prima non erano presenti
  • Linfonodi satelliti al neo:  ingrossamento di linfonodi nelle zone circostanti un neo che presenta delle anomalie non va assolutamente sottovalutata

Se nell’osservazione di un neo rinveniamo uno o più degli elementi sopra elencati è importante discuterne col pediatra o con il medico di fiducia per decidere insieme gli opportuni approfondimenti ed eventualmente l’escissione del neo con esame istologico. In casi particolari, già a partire dalla prima infanzia può divenire necessario praticare la visita specialistica dermatologica con nevoscopia periodica, soprattutto se presenti di fattori di rischio per melanoma tra cui: casi di melanoma in famiglia, sindrome del nevo displastico, nevo gigante congenito.

La dermatoscopia o dermoscopia o epiluminescenza è una tecnica non invasiva che permette la visualizzazione di colori e strutture di superficie della cute correlabili a criteri istologici non apprezzabili ad occhio nudo rendendo, quindi, questa metodica adatta ad osservare alcuni cambiamenti di una lesione pigmentata riducendo il numero di procedure diagnostiche invasive non necessarie. La dermoscopia si basa sull’utilizzo di un dermatoscopio che, appoggiato sulla cute, con l’interposizione di una sostanza come olio, acqua o gel da ecografia (che elimina la componente di luce riflessa dello strato corneo) permette di apprezzare la proiezione bidimensionale delle strutture pigmentate dell’epidermide, della giunzione dermo-epidermica e del derma superficiale.

In tal modo vengono osservati, come se fossero disposti su un unico piano, particolari in realtà situati su piani differenti. Le diverse tonalità di colore che essi presentano ci fanno comunque risalire con buona precisione alla loro profondità di localizzazione ed al loro spessore/densità. La non invasività, il basso costo e la praticità di utilizzo rendono l’esame dermoscopico un valido ausilio di cui i dermatologi possono usufruire nell’attività ambulatoriale quotidiana per la diagnosi e per il follow up delle neoformazioni cutanee.

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