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La varicella: sintomi e cura nei bambini e negli adulti

di Dott ssa Teresa De Monte - 25.06.2020 Scrivici

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La varicella, sintomi e cura di una delle malattie esantematiche più contagiose. Cosa fare se si prende in gravidanza, in età adulta e nei neonati

In questo articolo

Varicella sintomi e cura

La varicella è frequente in tutto il mondo e in Italia si verificano epidemie annuali, con incidenza massima in primavera. Il 90% dei casi notificati riguarda bambini e ragazzi fino a 14 anni. È una malattia esantematica tipica dell’età pediatrica causata dal virus varicella-zoster (VZV). Il primo contatto con il virus, infezione primaria, provoca la varicella. Successivamente questo virus rimane in forma latente ed asintomatica nel nostro fisico e la sua riattivazione può manifestarsi con l’herpes zoster in età adulta.

È più comune nei paesi a clima temperato come l’Italia e solitamente ha il suo picco di incidenza nella stagione invernale. La fascia di età più colpita va dai 5 ai 10 anni, ma può colpire anche ragazzi più grandi e adulti.

Varicella nei bambini

In età pediatrica, la varicella è una malattia relativamente benigna, la gravità della malattia aumenta con l’età, e negli adulti la frequenza di complicanze, ricoveri e decessi è stimata essere rispettivamente 7, 9 e 25 volte superiore rispetto ai bambini. Inoltre, la varicella può avere un decorso particolarmente grave nelle persone immunodepresse di qualsiasi età.

Sintomi

  • Non sempre la varicella si manifesta con febbre, se c’è non sempre è elevata, ma si accompagna a stanchezza, malessere generale, a volte dolori addominali, fotofobia.
  • Inizialmente possono comparire sparute maculo-papule, cioè macchiette rosse a piccoli rilievi rossastri, che in poche ore tappezzano il corpo come esantema pruriginoso manifestandosi dapprima alla testa e volto, poi al tronco e diffondendosi a tutto il corpo, compreso il faringe, aree e organi genitali, zona oculare e occhi, condotto uditivo. In poco tempo le maculo papule evolvono in vescicole più o meno grandi piene di siero chiaro e circa dopo 3 giorni si seccano e diventano croste. Una caratteristica peculiare è che le lesioni cutanee della varicella compaiono ad ondate e quindi in ogni singolo giorno di varicella osserviamo la contemporanea presenza dei 3 elementi descritti. L’eruzione cutanea dura mediamente 4 giorni, così che dopo 5-6 giorni dall’inizio della malattia vediamo comparire le croste.
  • È possibile che se la varicella si contrae in estate si possano manifestare delle macchie ipopigmentate, cioè piccole zone chiare che talvolta residuano nella sede delle bolle della varicella, che tendono a scomparire nell’arco di mesi o al massimo di un anno.
  • La varicella nel bambino sano va considerata come una patologia a decorso benigno, tuttavia se la malattia dura più del previsto, se compaiano ulteriori sintomi come tosse molto insistente, difficoltà a camminare, forte stato di abbattimento, torpore, sonnolenza, il pediatra deve essere interpellato, perché possiamo trovarci di fronte a complicanze: - infezioni cutanee (favorite dal grattamento) - eczema varicelloso (nei bambini con dermatite atopica) - encefalite - atassia cerebellare (caratterizzata da perdita di equilibrio) - polmonite varicellosa (più frequente nell’adulto; ricordo che aerosol o spray con cortisone possono favorire questa complicanza, pertanto questi prodotti in corso di varicella devono essere sospesi).
  • La diagnosi di varicella si basa solo sulla visita del pediatra o di un medico e non necessita di prelievi o esami particolari. La varicella può lasciare cicatrici permanenti se ci si gratta rompendo la vescica o grattando via la crosta con anche il rischio di una infezione cutanea nella sede della bolla che poi porterà alla comparsa di cicatrici permanenti.

Contagio e incubazione

La varicella è una delle più contagiose fra le malattie esantematiche dei bambini. Il contagio fra gli stessi membri di una famiglia (ad esempio fratello-sorella) avviene in circa il 90% dei casi, a scuola o in ambienti comuni si verifica nel 35% dei casi circa. L’uomo è l’unico serbatoio di varicella: ciò vuol dire che non si può prendere da animali domestici. I bambini sono contagiosi da 2-3 giorni prima della comparsa delle vescicole piene di siero chiaro e fino a quando tutte queste si saranno trasformate in croste asciutte e senza l’alone rosso tutto attorno. Il tempo che intercorre tra il contagio e la comparsa delle prime vescicole, incubazione, può variare dai 10 ai 21 giorni, mediamente i giorni sono circa 15 giorni.

Un bambino con varicella manifesta è contagioso, diciamo pure è un untore!, fino a quando tutte le vescicole non si sono trasformate in croste asciutte e per questa ragione l’isolamento a casa, specie se frequenta l’asilo o la scuola, è la regola, mentre chi ha già contratto la varicella in passato ed entra in contatto con soggetti malati, non solo non la contraggono ma non sono nemmeno contagiosi, quindi non dispensano l’infezione.

Varicella negli adulti

Questo andamento clinico negli adolescenti e negli adulti è solitamente più severo, la gravità della varicella aumenta con l’età, con comparsa di un elevato numero di vescicole che generano dolore e intenso fastidio pruriginoso. Inoltre ricordiamo che nell’ambito familiare il primo contagiato, di solito un bambino, ha un decorso più lieve rispetto ad eventuali ulteriori casi, perché il primo ha verosimilmente avuto solo un contatto occasionale con il virus, mentre gli ulteriori casi all'interno della stessa famiglia sono stati esposti per più tempo al virus stando a contatto per tante ore con il  fratello o sorella affetti nello stesso ambito familiare.

Cura

Nonostante sia una malattia molto comune ancora oggi la terapia della varicella è molto discussa.

Per la febbre alta si dà il Paracetamolo, mentre l'aspirina nei bambini con varicella o influenza è messa al bando poiché si corre il rischio di una grave complicazione con insufficienza epatica e pericolo di vita.

Come alleviare il prurito

Per il prurito antiistaminici, prodotti ad hoc in spray e creme oggi sono la regola, il bagno può essere fatto a patto che si tamponi la cute e non si strofini per asciugarla. Comportamento diverso invece si dovrà assumere in caso di varicella in bambini immunodepressi o che assumono cortisone, adolescenti e adulti: in questo caso infatti, vista il decorso più severo della malattia, l’utilizzo dell’antivirale può essere consigliato dal proprio medico.

Quanto tempo si deve stare assenti da scuola in caso di varicella?

L'incubazione della Varicella è in media di 15 giorni, la malattia esordisce con un esantema cutaneo (o rash), la febbre se compare non è elevata, a volte non è presente, mentre vi sono lievi sintomi generali come malessere e cefalea. Se il bambino frequenta la scuola, l'asilo, si consiglia di isolarlo tenedolo a casa per evitare la diffusione del contagio, indicativamente per almeno cinque-sette giorni dalla comparsa delle prime vescicole. Importante, per la riammissione, è che le vescicole siano diventate croste completamente asciutte.

La varicella si può prendere due volte?

L’infezione produce immunità permanente in quasi tutte le persone immunocompetenti: raramente una persona può sviluppare due volte questa malattia. Tuttavia, il virus non viene eliminato dall’organismo, ma rimane latente (in genere per tutta la vita) nei gangli delle radici nervose spinali. Nel 10-20% dei casi il virus si risveglia a distanza di anni o di decenni, solitamente dopo i 50 anni, dando luogo all’herpes zoster, noto comunemente come “fuoco di Sant’Antonio”. Lesioni a grappolo di tipo vescicolare si presentano al torace, a volte accompagnate da dolore localizzato. Il dolore che persiste oltre un mese viene chiamato neuralgia posterpetica.

Come mai alcune persone che non l'hanno avuta, stanno a contatto con un infetto e non la contraggono? 

E' possibile che nell'ambito della stessa famiglia o pur stando a contatto con un soggetto infetto il bambino non prenda la varicella.

Sono possibili due motivi: o la carica virale non è stata sufficiente oppure ha avuto un'infezione asintomatica; cioè si è ammalato ma con sintomi così lievi da non essere riconosciuta. Le infezioni asintomatiche sono rare ma esistono. Per saperlo, si fa un esame specifico per la ricerca di eventuali anticorpi antivaricella.

Vaccino

L’infezione può essere prevenuta con il vaccino costituito da virus vivo attenuato. La prima dose va somministrata tra i 12-15 mesi di vita, la seconda a 5-6 anni. Molti studi hanno confermato come il vaccino, in assenza di rischi, permetta di sviluppare un’immunità duratura alla varicella e la maggior parte dei bambini vaccinati non svilupperà la malattia, o la svilupperà in una forma più lieve rispetto alla classica. La vaccinazione, che come gli altri vaccini vivi attenuati è controindicata negli individui con deficit della risposta immune, va effettuata con una sola dose ai bambini tra 12 mesi e 12 anni, e con due dosi in chi ha più di 12 anni. La vaccinazione degli adolescenti, pur avendo un impatto modesto sull’incidenza totale della malattia, consente invece di ridurre la frequenza dei casi a maggior rischio di complicanze. Considerata la maggior gravità della malattia all’aumentare dell’età, la vaccinazione degli adulti suscettibili rappresenta un’azione prioritaria, soprattutto per le persone che per motivi professionali hanno un maggior rischio di acquisire l’infezione (come il personale scolastico) o trasmetterla a persone in fragili condizioni di salute (come gli operatori sanitari).

Anche le donne in età fertile rappresentano un gruppo di popolazione per cui la vaccinazione è particolarmente necessaria, perché l’infezione in gravidanza può trasmettersi al feto causando una embriopatia, se la varicella è stata acquisita nei primi due trimestri di gestazione, o una forma grave di varicella del neonato se la madre ha avuto la malattia da 5 giorni prima a due giorni dopo il parto.

In questo caso, la mortalità del neonato può arrivare fino al 30%. Inoltre, analogamente a quanto accade per altre malattie infettive, come il morbillo o le meningiti meningococciche, è presumibile che anche chi vive in comunità chiuse (caserme, carceri, collegi universitari ecc) abbia un maggior rischio di contrarre l’infezione. A questo proposito bisogna ricordare che, come il vaccino contro il morbillo, anche quello contro la varicella è efficace nella profilassi post-esposizione, se somministrato entro 3 giorni. Se si verifica un caso in una comunità chiusa di adulti, è quindi opportuno vaccinare chi non ricorda di avere avuto la varicella. L’anamnesi di mancata malattia, infatti, è affidabile per identificare i suscettibili. Una patologia da cui è importante distinguerla è la malattia mani-piedi- bocca, per certi versi simile alla varicella in quanto si presenta anch'essa con lesioni vescicolari.

Varicella nei neonati

I figli di donne che hanno già avuto la varicella nella vita nascono con una certa quantità di anticorpi della mamma che offrono, quindi, per i primi tempi una certa protezione dal contagio. Laddove la concentrazione degli anticorpi non dovesse essere abbastanza alta i neonati potrebbero contrarre una forma lieve di varicella. La varicella nel neonato viene tenuta sotto osservazione per evitare il sopraggiungere di complicazioni, ma il trattamento resta lo stesso e mira solo ad alleviare i sintomi e il prurito. E' consigliabile tagliare le unghiette per evitare che il bambino si sfreghi sulle vescicole aumentando il rischio di infezioni.

Domande e risposte

Quanto tempo dura la varicella?

Dopo un’incubazione di 2 o 3 settimane, la malattia si manifesta con un esantema cutaneo che persiste per circa 3-4 giorni. La varicella è in genere una malattia benigna e si risolve nell'arco di una settimana, al massimo 10 giorni .

Come si manifesta la varicella?

L'esordio della malattia è caratterizzato dalla comparsa dell'esantema sulla pelle, con piccole papule rosa pruriginose su testa, tronco, viso e arti, le papule, dopo qualche giorno, si trasformano in vescicole, pustole e poi crosticine che cadono. Altri sintomi sono la febbre, mal di testa, malessere generale.

Come capire se è scarlattina o varicella?

La differenza sta in due caratteristiche principali: le vescicole della varicella sono dapprima papule rosse e poi delle vescicole piene di pus, la scarlattina invece presenta un esantema più esteso di colore rosa e soprattutto una patina bianca sulla lingua che poi si trasforma in esantema di colore rosso vico, la cosiddetta lingua a fragola.

Come disinfettare le pustole della varicella?

E' sufficiente disinfettare le pustole con acqua ossigenata e una garza sterile, per lenire il prurito il pediatra può prescrivere un antistaminico per via orale, E' sconsigliato l'uso di borotalco mentolato o altri rimedi di antica tradizione. E' bene far respirare la pelle, evitando di far sudare il bambino e far fare al bambino docce e bagni anche più volte al giorno.

Quante volte si può prendere la varicella?

L’infezione garantisce un'immunità permanente in quasi tutte le persone  e solo raramente ci si può ammalare due volte, tuttavia il virus della varicella resta latente nell'organismo e nel 10-20% dei casi può risvegliarsi anche dopo decenni dando luogo all’herpes zoster, noto comunemente come “fuoco di Sant’Antonio”.

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