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La Pet Therapy: scopriamo cos'è

di Redazione PianetaMamma - 10.09.2019 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La Pet Therapy è una psicoterapia dolce per curare diverse patologie fisiche e psichiche, basata sull’interazione delle persone con certi animali

In questo articolo

Pet Therapy cosa è

Si sta diffondendo rapidamente anche nel nostro Paese la Pet Therapy cioè la cura di alcune malattie tramite un animale da compagnia. Si tratta di co-terapie che affiancano le cure tradizionali e che cercano di aprire un canale di comunicazione tra il medico e il paziente attraverso la presenza di un animale. Vediamo cosa è la Pet Therapy e quando può essere utile.

La pet therapy nasce negli Stati Uniti negli anni ’50 ad opera del neuropsichiatra infantile Boris Levinson. Il medico constatò i miglioramenti di un suo paziente autistico grazie all’interazione con il suo cane sul quale riusciva ad esternare le proprie sensazioni ed emozioni, così nel 1961 Levinson giunse a coniare il termine ‘Per Therapy’. In particolare lo psichiatra scoprì che il bimbo, al contatto col suo cane, si mostrava più spontaneo e disponibile all'interazione.

A chi si rivolge la Pet Therapy

La Pet Therapy si rivolge a bambini con particolari problemi di disabilità fisica o psichica, ad alcune categorie di malati ed agli anziani. Lo scopo delle terapie con gli animali è quello di soddisfare certi bisogni - come l’affetto, la sicurezza e l’interazione con gli altri – e risvegliare abilità perdute.

Vi siete mai chiesti perché quando vediamo un gatto o un cane sentiamo il bisogno di accarezzarlo?

Affondare le mani nel soffice pelo di un gattino suscita emozioni positive che ci fa sorridere anche nei momenti più tristi. Avere accanto un pet non solo tira su di morale, ma può avere benefici anche a livello fisico. Infatti diversi studi hanno dimostrato che accarezzare un animale riduce la pressione arteriosa e contribuisce a regolarizzare la frequenza cardiaca per chi soffre di problemi di cuore e di pressione alta.

In particolare la Pet Therapy si è dimostrata molto utile nella riabilitazione di:

  • pazienti anziani: per esempio quelli ospiti di case di riposo. Si è osservato infatti che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti e un miglioramento nello stato generale di benessere per coloro che spesso, soffocati dalla solitudine e dalla mancanza di affetti, si chiudono in se stessi rifiutando rapporti interpersonali;
  • disabili: in questo caso si tratta soprattutto di ippoterapia o terapia equestre, e questa agisce in modo globale, sollecitando la partecipazione di tutto l'organismo;
  • bambini affetti da autismo e sindrome di Down: il contatto con un animale può aiutare a soddisfare certi bisogni come mancanza d'affetto, insicurezza e difficoltà nelle relazioni interpersonali e aiuta addirittura a recuperare alcune abilità.

Inoltre gli animali potenziano le cure mediche e alleviano disturbi psichici e la depressione tipica soprattutto nei bambini che a causa della malattia si trovano ricoverati per lunghi periodi in ospedale. Gli studi hanno dimostrato che negli ospedali dove si pratica la Pet Therapy, i bimbi che sono stati a contatto con gli animali hanno superato con maggiore serenità la trafila degli esami e della degenza, riuscendo a riacquistare serenità e stabilità psicologica e riducendo il rischio di disturbi come enuresi notturna, disturbi del sonno, disturbi dell'appetito e del comportamento.

Quali animali vengono coinvolti nella Pet Therapy?

Gli animali coinvolti nei programmi di Pet Therapy sono animali domestici e più spesso si preferiscono cani e gatti, poi i criceti, conigli, e a seguire asini, capre, cavalli, e infine i delfini.

La presenza e il rapporto con l'animale aiuterà a  risvegliare l'interesse del paziente, catalizzando la sua attenzione, stimolando energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore.

I benefici della Pet Therapy

Vari studi confermano che la Pet Therapy favorisce il movimento fisico rispettando la possibilità del disabile e ancora:

  • aiuta a conoscere in diretta la natura, la diversità, i limiti dei cicli vitali,
  • stimola l’elaborazione del linguaggio verbale a partire dai toni della voce, aiutando a conoscersi e a migliorare la propria immagine dinamica,
  • aiuta ad individuare i segnali non-verbali nella comunicazione,
  • aiuta a sviluppare la fiducia in se stessi,
  • offre un senso di protezione e quello di un legame di dipendenza e di cura,
  • aiuta ad apprendere e ad interiorizzare il senso di responsabilità,
  • funziona da valvola di sfogo emotivo.

Paese che vai, Pet Therapy che trovi

Sembrerà strano ma, in Thailandia la Pet Therapy ha come protagonisti, invece dei soliti animali domestici, degli animali un po’ insoliti: gli elefanti. Questi pachidermi si sono dimostrati pazienti e adatti nel rapportarsi con i bambini. Molto importante è il contatto fisico con l’animale, prima di ogni terapia i pazienti accarezzano la pelle rugosa dei pachidermi.

La terapia continua con passeggiare nei boschi, in groppa o appoggiati alle loro enormi orecchie, gli elefanti fanno da guida ai bambini non vedenti proprio come i nostri cani per ciechi.

La riabilitazione equestre è usata nel trattamento diverse patologie, ma soprattutto nelle malattie invalidanti e nelle psicosi infantili. La particolare andatura del cavallo, che rievoca la cadenza umana, rinforza l’apparato muscolare per chi non può camminare. Inoltre, la postura in sella migliora l’apparato scheletrico e l’equilibrio mentre la conduzione del cavallo costringe il disabile a rimanere attento e concentrarsi sui movimenti imprevedibili dell’animale. I miglioramenti non sono solamente a livello fisico, infatti, il paziente scopre delle nuove doti di se stesso migliorando la propria autostima e acquistando maggiore autonomia.

Dopo la passeggiata a cavallo la cura del cavallo è parte integrante della terapia, il rapporto tra animale e paziente si rafforza e quest’ultimo si riappropria del proprio schema corporeo.

Pet Therapy con i delfini

La delfino terapia è indicata per quei pazienti con problemi di apprendimento e di linguaggio e viene usata soprattutto con i bambini affetti da sindrome di Down e autistici.

La capacità cognitiva dei delfini è molto simile a quella umana, inoltre hanno un apprendimento tre volte più rapido ed una veloce memorizzazione tali da renderli un supporto terapeutico insostituibile.

La delfino terapia si è dimostrata così efficace anche grazie all’ambiente in cui è svolta. L’acqua riduce lo stress e la tensione, stimolando la voglia di apprendere. Inoltre l’andamento ondulatorio dell’acqua, grazie all’effetto feed back cinestesico, diffonde delle onde sonore che garantiscono benessere fisico e psichico.

I benefici e i vantaggi di entrambe le terapie sono innumerevoli, ma spesso non possono essere svolte per problemi logistici ed economici.

I professionisti della Pet Therapy

Il corso professionalizzante per Referente SIUA in Per therapy fornisce i fondamenti teorici e pratici per realizzare progetti di assistenza con animali specifici per le caratteristiche dell’utente e per attuare sedute sia come operatore che in pet partnership con l’animale.

E’ necessario avere conoscenze adeguate e dettagliate per promuovere la relazione tra il paziente e l’animale e per adeguare le attività del pet ai bisogni specifici del paziente. Parte del corso è dedicato alla formazione dell’animale da coinvolgere e alla relazione con i diversi utenti.

Pet Therapy a scuola

I progetti di Pet Therapy portati avanti nell'ambito scolastico possono comprendere semplici attività ludico-educative o un vero e proprio percorso di formazione per insegnare ai bambini a prendersi cura dell'animale pulendolo, spazzolandolo, giocando con lui e dandogli da mangiare.

I progetti sono atti a migliorare l'autostima del bambino e a favorirne la responsabilizzazione verso il mondo animale.

Grazie a queste attività ludiche, che comportano la presenza degli animali nelle scuole, si possono superare molti ostacoli, impostando diversamente lo svolgimento delle normali attività didattiche della scuola, rendendole più dinamiche e meno stressanti.

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