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Intervento chirurgico nei bambini: come affrontarlo senza traumi

di Redazione PianetaMamma - 07.05.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Ecco come far affrontare un intervento chirurgico ai bambini senza traumi nel pre e post operazione anche grazie alla terapia del 'sorriso'

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Intervento chirurgico nei bambini

Quando un bambino nasce con malformazioni congenite o viene colpito da patologie che richiedono un intervento chirurgico è sempre difficile per i genitori non farsi prendere dall'ansia e dallo sconforto. Spesso questi stati d'animo si accompagnano ad un senso di confusione e disorientamento rispetto ai comportamenti più idonei da assumere nei confronti del piccolo, per minimizzare il rischio di traumi e di ripercussioni psicologiche che possano segnarlo negativamente. Vediamo cosa fare per aiutare i bambini ad affrontare un intervento chirurgico serenamente e con fiducia e cosa possiamo fare noi genitori.

Preparazione del bambino all'intervento chirurgico

A questo scopo è molto importante preparare il bambino che deve sottoporsi all'intervento con comportamenti e atteggiamenti che lo aiutino ad affrontare questa esperienza nel modo più sereno possibile. Quando un bimbo deve affrontare un ricovero e un intervento chirurgico non è mai facile, né per i genitori che spesso non sanno come rapportarsi al bimbo e come spiegargli la situazione, né per il bimbo stesso che, nella maggior parte dei casi, si trova dentro ad una situazione triste che mette paura e talvolta fa provare dolore fisico, senza capirne pienamente il motivo. Un bambino che deve sottoporsi ad un ricovero in ospedale perde la maggior parte dei suoi punti di riferimento venendo in contatto con un ambiente che spesso non lo accoglie nel modo giusto.

In una situazione dove il bimbo è protagonista della malattia e laddove il piccolo paziente debba trovarsi nella condizione di subire visite mediche, esami specialistici e interventi chirurgici, è fondamentale da parte dei genitori e in base all'età del piccolo e alla sua capacità di poter capire ciò che succede, che gli venga spiegato ciò che si troverà a vivere, affinché il bimbo sia psicologicamente pronto ad affrontare la situazione, per reagire meglio all'anestesia e all'intervento chirurgico stesso.

Ecco qualche consiglio a seconda dell'età:

  • Bambini da 1 a 3 anni: per i bimbi più piccoli, tra uno e tre anni, che non hanno ben chiaro il concetto del tempo, se ne può parlare con un linguaggio adatto a loro e molto tranquillamente, senza trasmettere paura e ansia, uno o due giorni prima dell'intervento. Sarà d'aiuto avere accanto un oggetto su cui poter contare e spiegare con calma e serenità facendolo sentire protetto, lo aiuterà ad essere meno nervoso e agitato.
  • Bambini tra 4 e 5 anni: ricordare che in queste situazioni, il bimbo che affronta la malattia, soprattutto se ha tra i quattro e cinque anni può pensare che stia vivendo questa situazione come una sorta di castigo o punizione nei suoi confronti, perché magari non è stato buono e obbediente con i genitori, per questo sarà compito di mamma e papà tranquillizzarlo e fargli capire che la malattia e l'intervento chirurgico che si subirà non sono colpa di nessuno. Incoraggiamolo ad esternare tutte le sue emozioni, sia che si tratti di paura, tristezza o rabbia, purché riesca a tirarle fuori e a capire che ciò che avverrà non è per colpa sua né dei genitori. Potrà aiutarlo a rasserenarsi e a vivere meglio il momento avere vicino il suo peluche preferito o un oggetto a cui è particolarmente affezionato e la mamma e il papà, che inizieranno a parlare dell'imminente intervento dai tre ai cinque giorni prima, davanti alle domande e alla curiosità del bimbo dovranno stare attenti a dare le giuste informazioni dosando i dettagli dell'intervento, magari aiutandolo a capire di più attraverso libri specifici che trattano la malattia e il ricovero
  • Bambini dai 6 ai 12 anni: se il bimbo ha tra i sei e dodici anni, anche per lui sì all'oggetto preferito che lo aiuterà a non sentirsi abbandonato e solo, e in questo caso sarà meglio che i genitori inizino a parlarne già una o due settimane prima, tranquillizzandolo e spiegando come avverrà l'intervento, nei limiti delle facoltà comprensive del bimbo e in base all'età stessa, facendo ben presente che il dottore che si occuperà dell'intervento farà in modo che non senta niente durante l'intervento, tranquillizzandolo e cercando di stare tranquilli.

Come vivere il ricovero

Capita spesso che più il bimbo è grande e più sembra difficile trovare il modo per spiegare cosa sta succedendo. Ormai sono tanti gli interventi chirurgici che per routine si svolgono in regime di Day Hospital e cioè il bimbo viene ricoverato, operato e dimesso entro 12 ore, salvo naturalmente complicazioni. Questo regime si applica per diversi rami di Dipartimento di Chirurgia Pediatrica (Chirurgia Pediatrica, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Ortopedia) oltre alla Dermatologia. Alcune delle patologie trattate in regime di Day Hospital sono:

  • problemi genitali, soprattutto del canale inguinale come l'ernia inguinale non strozzata, l'idrocele, cisti del funicolo spermatico, etc.;
  • problemi ai genitali maschili come la criptorchidia, la fimosi, il varicocele, le cisti dell'epididimo, etc.;
  • diversi tipi di patologie minori della cute e del tessuto sottocutaneo.

Prima dell'intervento durante il colloquio, il chirurgo esporrà ai genitori le diverse fasi, spiegando come si svolgerà, che tipo di anestesia verrà fatta ecc, mostrando gli eventuali pericoli dell'intervento e cercando di tranquillizzare il più possibile genitori e bimbo.

Clownterapia: l'importanza di un sorriso

Già il ricovero perciò può diventare un evento traumatico: la camera di degenza spesso è fredda e anonima, il piccolo non ha con sé i suoi giochi e gli orari e gli eventi che scandiscono la sua giornata lo disorientano. A ciò si aggiunge il pensiero dell'anestesia o dell'intervento che fanno paura al bambino e possono creargli stress e ansia nel periodo preoperatorio. In ambito medico-psicologico è ormai accertato che cercare di mitigare questo disagio è molto importante per ridurre anche gli eventuali disturbi post-operatori e traumi. Non a caso sono in continuo aumento in numerosi ospedali le sperimentazioni sugli effetti del gioco e del “sorriso” sul decorso ospedaliero dei piccoli pazienti. In particolare le ricerche riguardano la metodologia professionale di lavoro dei cosiddetti “clown in corsia” o “clown dottori” che ha dimostrato di essere molto efficace nel ridurre l'ansia nei bambini sottoposti a interventi chirurgici, sia nel periodo pre-operatorio che in quello post-operatorio.

Numerosi studi ed esperimenti hanno dimostrato che la figura del clown dottore nei reparti pediatrici migliora la qualità della degenza dei bambini ricoverati, facilitando le cure ospedaliere e restituendo al bambino ospedalizzato una parte del suo mondo.

Sembra inoltre che la presenza dei clown dottori contribuisca al miglioramento clinico dei piccoli pazienti, con una riduzione dei giorni di degenza e delle complicanze. Attraverso il “sorriso” si opera anche il contrasto del dolore e si può ridurre l'assunzione di farmaci analgesici. A dimostrarlo è una ricerca realizzata a livello internazionale dall'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica statunitense “Pediatrics”. La ricerca ha preso in esame i comportamenti di 40 bambini dai 5 ai 12 anni che dovevano sottoporsi a piccoli interventi chirurgici. La metà dei bambini, selezionati casualmente, è stata accompagnata in sala preoperatoria da due professionisti di clown in corsia e da un genitore mentre l'altra metà, come avviene di solito, è entrata accompagnata solo da un genitore.

Attraverso test psicologici specifici è stato possibile quantificare il livello di ansia dei bambini e dei genitori coinvolti in questo esperimento. I risultati hanno mostrato una riduzione del 50% dell'ansia nei bambini intrattenuti dai dottori clown. Gli effetti benefici hanno riguardato anche i genitori, distratti e rasserenati dalla presenza allegra dei dottori clown.

La “terapia del sorriso” viene applicata anche nella sala operatoria di alcuni ospedali in cui i bambini, in attesa dell'anestesia, vengono intrattenuti con giochi idonei alla loro età. É chiaro quindi che l'ambiente può condizionare in modo decisivo lo stato d'animo di un bambino che deve affrontare un intervento chirurgico. Un clima sereno e rilassato può aiutare a ridurre l'ansia e la paura che, se non controllate, a loro volta potrebbero influire negativamente sull'esito delle cure ospedaliere.

Questi atteggiamenti possono aiutare a ridurre i disturbi comportamentali, l'aggressività e l'ansia che potrebbero presentarsi in seguito all'intervento.

Dal punto di vista clinico in generale i medici provvedono ad istruire i genitori sui comportamenti da adottare nel decorso post-operatorio, in modo da affrontare nel modo migliore i fenomeni che potrebbero insorgere una volta tornati a casa.

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