Il virus dell'influenza suina nei bambini
Quando un bambino si ammala non è facile capire cosa abbia. In particolare, c'è un virus piuttosto subdolo che può facilmente essere scambiato per quello della classica influenza stagionale. Si tratta dell'A/H1N1, comunemente noto come influenza suina. A contagiarsi sono soprattutto i bambini e i giovani che, rispetto agli adulti, non hanno sviluppato una precedente infezione e quindi non possiedono anticorpi specifici per contrastarla.
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Influenza suina: come si trasmette
L'influenza suina è un'affezione respiratoria acuta che si trasmette esattamente come l'influenza stagionale. La si può prendere, quindi, per via diretta attraverso le goccioline (droplets) emesse quando si parla, con starnuti o colpi di tosse, oppure per via indiretta, toccando superfici e oggetti su cui si sono depositate le secrezioni della persona infetta e poi portandosi le mani alla bocca, al naso o agli occhi senza averle prima accuratamente lavate. Come per tutte le malattie, è facile essere contagiati se ci si trova in luoghi affollati, così come in scuole e asili. Non è invece possibile contrarre questa influenza con il consumo di carne di maiale.
Sintomi dell'influenza suina in bambini, neonati e lattanti
I sintomi dell'influenza suina nei bambini non sono molto diversi da quelli della classica influenza stagionale. Solitamente si manifesta con:
- febbre
- tosse
- mal di gola
- raffreddore
- brividi
- dolori muscolari
- affaticamento
- mal di testa e stanchezza
Nei neonati:
Dobbiamo considerare che i neonati non sono in grado di descrivere sintomi come cefalea, malessere e sensazione di febbre. I campanelli d'allarme, in questo caso, possono essere:
- pianto
- irritabilità
- inappetenza
Nei lattati e bambini in età prescolare:
- nei lattanti, l'influenza è spesso accompagnata da vomito e diarrea, solo eccezionalmente da febbre
- nei bambini di 1-5 anni, la sindrome influenzale si associa spesso a laringotracheite, bronchite e febbre alta
Virus A/H1N1: contagiosità, durata, prevenzione
L'influenza suina è, di norma, di breve durata, con la scomparsa della febbre dopo 2-4 giorni.
Una volta contratta l'infezione, le persone adulte possono essere contagiose per un periodo di circa 5 giorni dalla comparsa dei sintomi, mentre i bambini per circa 7 giorni dall'inizio dell'infezione.
Per la prevenzione dell'influenza suina valgono le regole delle altre infezioni, ossia:
- igienizzare spesso le mani
- limitare i contatti con altre persone in presenza di sintomi influenzali
- mantenere una distanza di almeno 1 metro
- arieggiare frequentemente gli ambienti
- eviti di portare le mani a contatto con occhi, naso e bocca
- indossare la mascherina se si ha raffreddore o tosse
Un ruolo importante è comunque rivestito dal vaccino antinfluenzale, raccomandato dal Ministero della Salute per prevenire casi di infezione e ridurre le complicazioni in persone a rischio. I vaccini contro l'influenza stagionale sono tetravalenti. Contengono componenti di virus dell'influenza di tipo A (H1N1 e H3N2) e di due virus dell'influenza di tipo B.
Come si cura l'influenza suina
La maggior parte dei casi di A/H1N1 non sono gravi. Come detto, i sintomi non sono molto diversi da quelli dell'influenza stagionale e la guarigione avviene in tempi relativamente brevi. Il pediatra potrebbe prescrivere un trattamento sintomatico ad effetto analgesico ed antipiretico per alleviare febbre, mal di gola, raffreddore e tosse. In alcuni casi, potrebbe consigliare farmaci antivirali, che contribuiscono ad abbreviare il decorso della malattia.
Tuttavia, è bene sapere che stando all'Ordinanza del 30 settembre 2009 recante "Misure urgenti in materia di protezione dal virus A(H1N1)" - secondo il parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità - l'uso di tali farmaci nei bambini e adolescenti deve essere limitato esclusivamente:
- ai bambini con sintomi influenzali appartenenti ai gruppi a rischio per gravi complicanze (con gravi patologie croniche cardiache, epatiche, renali, ematologiche, neuromuscolari, metaboliche, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, immunodepressione congenita o acquisita (HIV), malformazioni congenite, paralisi cerebrale)
- ai bambini ricoverati in ospedale per sintomi gravi (dispnea, ipossia, alterazione del sensorio) attribuibili all'infezione da virus A/H1N1 per la chemioprofilassi
- ai bambini a rischio di gravi complicanze, non vaccinati, che abbiano avuto stretti contatti con persone infette