Infezioni gravidanza e autismo: rischi più alti
Un recente studio ha mostrato gli effetti delle infezioni contratte durante la gravidanza dalle gestanti sulle alterazioni del neurosviluppo: in alcuni casi, infatti, ci sarebbe un collegamento tra infezioni gravidanza e autismo, ma anche altre condizioni.
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Infezioni in gravidanza e malattie del neurosviluppo
La ricerca, condotta da Humanitas University in collaborazione con l'Istituto di neuroscienze del Cnr, l'Università di Montréal e il Politecnico Federale di Zurigo e pubblicata su Immunity, Cell Press, ha evidenziato una connessione tra infezioni in gravidanza e malattie del neurosviluppo, come autismo, schizofrenia ed epilessia.
Alla base del collegamento tra infezioni e alterazioni del neurosviluppo ci sarebbe l'aumento della citochina pro-infiammatoria IL-6, una molecola dell'infiammazione che potrebbe avere conseguenze a lungo termine sul cervello dei nascituri. Più nel dettaglio, influirebbe direttamente sui neuroni in via di sviluppo del feto, che poi porterebbe a un aumento della formazione delle sinapsi.
Cosa succede se una donna incinta contrae un’infezione
Quando si contrae un'infezione, il sistema immunitario materno sviluppa una risposta tramite un processo infiammatorio. Questa infiammazione, appunto, porta alla liberazione di diverse molecole come la citochina, coinvolta tra le altre cose anche nel contagio da Covid-19.
Per adesso i ricercatori sanno che contrarre un'infezione in gravidanza porta all'aumento di questa molecola che causa appunto le alterazioni cerebrali che possono portare ad autismo, schizofrenia e altre condizioni neurodivergenti. Lo studio è utile però per capire come trattare le infezioni durante i mesi di gestazione ed evitare, quindi, lo scatenarsi delle conseguenze.
Autismo e infezioni
Un altro studio pubblicato su Science Advances aveva precedentemente mostrato un collegamento tra autismo e infezioni, contratte però dai bambini stessi. L'autismo è una condizione del neurosviluppo che ha origine genetica, non è una malattia che "si prende" (né tantomeno, ricordiamolo, una conseguenza dei vaccini), ma i ricercatori stanno ancora cercando di capire - oltre alle diverse varianti genetiche che possono scatenarlo - perché in alcuni bambini in cui è presente il gene si sviluppa e in altri no.
Questo studio ha analizzato il comportamento sui topi: in particolare, i maschi con una copia del gene tuberous sclerosis complex 2 mutata sviluppavano deficit di comportamento sociale a causa dei cambiamenti nelle microglia, cioè le cellule immunitarie del cervello. Sono state poi analizzate le cartelle cliniche di bambini tra i 18 mesi e i 4 anni ricovrati per infezioni e si è arrivati alla conclusione che avessero più probabilità dei coetanei sani di ricevere una diagnosi di autismo.
Già nel 2010 uno studio dello stesso autore aveva dimostrato che la risposta immunitaria dei topi in gravidanza (a un'infezione, ovviamente) causava comportamenti simili all'autismo nei cuccioli con mutazione Tsc2.
Insomma, ormai sembra certo: se è vero che l'autismo è una questione genetica, esistono delle condizioni che possono portare a svilupparlo oppure no, e le infezioni in gravidanza ne fanno parte. La scienza lavora attraverso la ricerca in modo da arrivare a una prevenzione che possa limitare lo scatenarsi del gene in chi ne è portatore e, quindi, diminuire i casi di autismo.