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Idrocefalo nel bambino, cause e terapie

di Antonella Marchisella - 16.05.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L'idrocefalo è una grave patologia corredata da temibili complicanze ed è spesso associata alla spina bifida. Può essere congenito o acquisito a qualunque età

In questo articolo

Idrocefalo nel bambino

L'idrocefalo è una malattia congenita quando è presente nel bambino che può avere pesanti conseguenze ed è spesso correlata all'insorgenza dellaspina bifida, una malformazione che ha origine nelle prime settimane di gravidanza. Vediamo quali sono le cause dell'idrocefalo nel bambino e come si interviene oggi.

Cause dell'idrocefalo nel bambino

L'idrocefalo è causato dall'impossibilità del liquor (liquido cefalorachidiano o liquido cerebro spinale) di defluire liberamente all'interno del flusso sanguigno accumulandosi così nei ventricoli cerebrali e causando un rigonfiamento dei tessuti circostanti visibile ad occhio nudo nel neonato e nel bambino di pochi mesi di età perché la testa appare "allargata" (fontanella allargata, fronte dilatata, aumento della circonferenza del cranio).

Anche la meningite può portare a complicanze come l'idrocefalo. Bisogna ricordare che si tratta di una patologia aspecifica, dovuta a varie condizioni scatenanti.

  • Quando l'ostruzione è identificabile all'interno del sistema ventricolare ne consegue un idrocefalo di tipo non-comunicante o ostruttivo
  • In altri casi si potrà parlare di idrocefalo comunicante.

Nei bambini si presenta con incidenza maggiore l'idrocefalo del primo tipo, non comunicante dovuto a cause congenite.

Idrocefalo nel neonato prematuro

I bambini nati prematuramente hanno più probabilità di sviluppare questa condizione che, come dicevamo, è soprattutto una manifestazione visibile di un'altra patologia. Anche nel bambino nato prematuro è possibile trattare l'idrocefalo ma è indispensabile approfondire le cause che lo hanno generato.

Terapie

L'ostruzione che impedisce il passaggio del liquor può risultare temporanea o permanente e attualmente sono stati raggiunti notevoli successi attinenti al trattamento chirurgico, fino ad alcuni anni fa del tutto inimmaginabili. Inizialmente il trattamento, non risolutivo, consisteva nell'impianto di un tubo di silicone per permettere al liquor accumulato nei ventricoli di scorrere con un flusso regolato da una valvola Shunt, che presentava una durata di funzionamento limitata pari a un decennio.

Il piccolo paziente veniva spesso sottoposto ad una serie di interventi chirurgici, a causa della crescita di statura che poteva causare un malfunzionamento del primo impianto.

In un primo tempo, grazie alla ricerca, sono state realizzate tipologie di valvole più sofisticate al fine di ridurre al minimo il rischio di infezioni e necessità di ulteriori interventi, oggi ci si avvale della tecnica endoscopica in grado di risolvere il problema senza l'ausilio delle valvole e in modo definitivo praticando un foro sul pavimento del terzo ventricolo (terzoventricolostomoia), consentendo il deflusso del liquor. E' una tecnica che vanta ad oggi apprezzabili possibilità di successo, consigliata come prima scelta ed avvalendosi del sistema di derivazione con valvola Shunt soltanto nei casi in cui la tecnica endoscopica non risultasse efficace.

Conseguenze dell'idrocefalo

L'idrocefalo è corredato da temibili complicanze ed è spesso associato alla spina bifida. Può essere congenito o acquisito in qualunque età.

E' diagnosticabile mediante la risonanza magnetica e la tac. E' assolutamente necessario intervenire prontamente e con cautela al fine di evitare l'insorgenza di anomalie come:

  • deficit visivi,
  • deficit psicomotori,
  • deficti verbali,
  • problemi cognitivi e di memoria.

E' stato istituito un considerevole numero di associazioni per la ricerca sull'idrocefalo, impegnate attivamente nella raccolta di fondi e nel sostegno e informazione ai genitori in difficoltà.

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