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Fetus in fetu: cos'è la Sindrome del gemello assorbito

di Francesca Capriati - 13.06.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Fetus in fetu: cos'è la sindrome del gemello parassita e del gemello assorbito. Cosa si fa in caso di fetus in fetu e perché può accadere

In questo articolo

Fetus in fetu

Viene chiamata Fetus in fetu, conosciuta anche come gemello parassita, una rara condizione medica - identificata per la prima volta agli inizi dell'800 dall'anatomista tedesco Johann Friederich Meckel - in cui un feto vertebrato malformato è racchiuso nel corpo del suo gemello. Questa anomalia viene scambiata per un tipo di teratoma, un tumore che può contenere tessuti o organi diversi, compresi capelli, ossa e, in alcuni casi, parti di un feto. Nel caso del fetus in fetu, il feto ospitante sviluppa, quindi, una sorta di tumore che contiene un feto parzialmente formato.

Le cause

Si tratta di una condizione molto rara e si stima che si verifichi in circa 1 caso su 500.000 nascite. La causa esatta della sua comparsa non è ancora del tutto chiara, ma si pensa che possa derivare da un'anomalia durante lo sviluppo embrionale.

Si ritiene che fetus in fetu derivi dalla anomala divisione della massa cellulare interna totipotente, la massa di cellule che è il precursore ancestrale di tutte le cellule del corpo, durante la formazione della blastocisti.

Gemello parassita, i sintomi

Solitamente, questa condizione viene diagnosticata durante l'infanzia o l'adolescenza, quando il teratoma può causare sintomi o disturbi come un rigonfiamento addominale, dolore o problemi del tratto digestivo.

Per diagnosticare il feto nel fetu e distinguerlo dal teratoma, devono esserci prove dell'organizzazione dello schema corporeo, comprese le vertebre, le gemme degli arti e i tessuti degli organi. Le radiografie addominali, le scansioni tomografiche computerizzate (TC) e l'ecografia sono tecnologie utili per i medici per determinare se una massa è un teratoma o un feto nel feto.

Quanti casi ci sono?

In letteratura si trovano meno di 100 case report di fetus in fetu su un'ampia revisione.

Due gli ultimi casi noti.

Il primo risale al 2022 nel Bahrain ed è stato pubblicato sulla rivista Cureus.

Si trattò di un caso di fetus in fetu in una gravidanza trigemellare frutto di una fecondazione in vitro.

Durante un'ecografia nel quarto mese di gravidanza venne stata scoperta la presenza di una ciste in uno dei due bimbi nella pancia della mamma. Dopo la nascita si è scoperto che nella cavità addominale di uno dei due era presente appunto un Fetus in fetu. Il gemello è stato poi operato e sta bene.

Recentemente, invece, a marzo scorso in Cina ad una bambina di un anno è stato asportato un gemello parassita che si trovava nel suo cervello. A rimuovere il feto è stata l'equipe dell'Ospedale Universitario Huashan, insieme a quelle della Fudan University di Shanghai, dell'Ospedale Tiantan di Pechino e dell'Ospedale Internazionale dell'Università Peking. Le eccezionali immagini dell'intervento sono state pubblicate su Neurology.

La piccola aveva un ritardo motorio e anomale dimensioni della circonferenza cranica allargata e un ritardo motorio. Alla TAC è emersa una massa posizionata tra i ventricoli cerebrali della bimba.

Una volta asportata la mamma è risultata essere un feto lungo 10 centimetri che presentava già gli arti superiori, la colonna vertebrale, il femore e la tibia, ma era privo di cuore e cervello.
 

Cosa si fa in caso di fetus in fetu?

Il trattamento di solito richiede l'asportazione chirurgica della massa e spesso solo in quel momento si scopre che non si tratta di una massa tumorale ma di un feto.

L'intervento chirurgico può essere complesso a causa della posizione del tumore e della sua relazione con gli organi circostanti. Spesso, è necessario coinvolgere un team multidisciplinare di chirurghi pediatrici, oncologi, radiologi e altri specialisti per pianificare l'operazione.

Durante l'intervento, l'obiettivo principale è rimuovere completamente il tumore, inclusi i tessuti fetali contenuti al suo interno. In alcuni casi, può essere necessario rimuovere anche parti dell'intestino o di altri organi coinvolti se sono stati danneggiati o compromessi a causa del tumore.

Dopo l'intervento chirurgico, il paziente richiederà un adeguato follow-up per monitorare eventuali complicanze e garantire una buona ripresa.

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