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La febbre nel bambino

di Dott ssa Teresa De Monte - 05.10.2016 Scrivici

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Quando si può parlare di febbre nel bambino e come comportarsi? La pediatra risponde ai dubbi più frequenti delle mamme

La febbre è un evento comune, in genere non grave, nei bambini di ogni età e mette in crisi molti genitori, soprattutto se alle prime armi, ma vediamo quando dobbiamo parlare di vera e propria febbre. La sua comparsa è il motivo più frequente di preoccupazione per le famiglie e di chiamata del pediatra.

È anche la causa più frequente, in età pediatrica, di accesso ai servizi di pronto soccorso. Circa il 50 %dei bambini giungono al pronto soccorso per il problema "febbre". La frequenza della febbre nel primo anno di vita è 2,4 (+-2,3) episodi/anno, nel secondo anno di vita di 4 (+-2,6) episodi/anno, nel terzo anno di vita di 4,5 (+-2,4) episodi/anno.

Si parla di febbre quando si ha un aumento della temperatura corporea superiore a 38° C ( o 38,5°C per via rettale). La febbre non è una malattia, ma un sintomo che qualcosa non va nell’organismo: è una reazione di difesa contro batteri e virus. È per questo che bisogna lasciarla “sfogare”, non va bloccata, eventualmente si abbassa solo se effettivamente è necessario.

Nella valutazione della febbre occorre sempre ricordare che la temperatura corporea (T.) segue un ritmo circadiano: la mattina si rileva la temperatura più bassa mentre la sera quella più alta. La T. centrale normale è compresa fra 36,5 e 37,5°C. La T. va rilevata regolarmente assieme al comportamento del bambino, vero indicatore della gravità della malattia, cioè la sua vitalità, il colorito, la presenza di brividi, la sensazione di sete, l’umidità delle mucose, la sudorazione, se fanno fatica a respirare e presentano tachipnea (frequenza respiratoria >60 atti/min), se presentano una riduzione della diuresi, se i piccoli presentano una fontanella bombata.

La Società Italiana di Pediatria ci offre le linee guida che raccomandano per i bambini fino a 4 settimane di vita. Tra queste la misurazione ascellare con termometro elettronico. La misurazione ascellare ha come vantaggio la facile accessibilità e la buona tollerabilità per la maggior parte dei bambini.

Oltre le 4 settimane viene consigliata la misurazione ascellare con termometro elettronico o quella timpanica con termometro a infrarossi; questa ultima è sensibile a errori soprattutto se eseguita da mani poco esperte.

Inoltre viene raccomandato di evitare la misurazione rettale di routine nei bambini con meno di 5 anni. Tale metodo può causare disagio nel bambino per la sua invasività. La misurazione per via rettale può essere presa in considerazione nei bambini critici o privi di coscienza, se effettuata da operatori esperti. Va comunque evitata in caso di sanguinamento rettale.

La misurazione orale non è raccomandata perché poco sicura se effettuata con termometri in vetro per il rischio di rottura, nonché se ancora utilizzato un termometro a mercurio (ormai fuori commercio), per il rischio di contatto con il metallo. Inoltre può essere influenzata da numerosi fattori confondenti come mucosite, assunzione di cibi caldi/freddi, temperatura dell’aria inspirata e frequenza respiratoria. Questo metodo va evitato nei bambini.

Devo chiamare sempre il pediatra in caso di febbre nel bambino?

NO. È buona norma attendere almeno 24 ore, la febbre potrebbe risolversi naturalmente. Importante è tenere sotto osservazione il bimbo. Nel contattare il pediatra lo devo informare in merito a: età, peso e condizioni generali del bambino, sintomi che accompagnano la febbre, durata di questi, eventuali condizioni patologiche di base, assunzione di farmaci.

Devo coprire il bambino che ha la febbre?

Non coprire eccessivamente il bambino febbrile, specie quando la febbre incrementa.

Come misuro e come valuto la Temperatura corporea?

Nel rilevare la temperatura corporea utilizzare preferibilmente la sede ascellare con termometro elettronico. La temperatura si può controllare sia a livello ascellare, sia rettale che orale. La normale temperatura ascellare è pari a 36,5°C ± 0,5°C, e si misura tenendo il termometro ben stretto tra ascella e tronco per 3 minuti. La temperatura rettale è di solito pari a 37,6°C ± 0,3°C, e si ottiene inserendo la punta del termometro per 5-7cm nel retto a seconda dell’età per 4 minuti.

Dopo la misurazione della temperatura rettale, per rapportarla a quella ascellare si sottraggono 0,5°C. La temperatura orale normale è pari a 37°C ± 0,3°C, e si ricava tenendo la punta del termometro sotto la lingua e a labbra chiuse per 4 minuti. E’ buona regola misurare la temperatura corporea in stato di riposo e a distanza di almeno 1h dal pasto.

Serve usare le spugnature fredde?

L’uso di spugnature con liquidi tiepidi, bagno, applicazione di borse del ghiaccio è consigliato solo in caso di temperatura rettale uguale o superiore a 41,6°C. È utile invece mantenere la temperatura della camera del bambino non sopra i 18°C e non vestire troppo il bambino.

Come misurare la febbre al neonato - Tutorial Video

Il bambino deve per forza alimentarsi con la febbre?

No. Non forzare il bambino ad assumere cibo, ma favorire l’assunzione di liquidi freschi e un po’ zuccherati. Per prevenire la disidratazione il bambino va incoraggiato a bere, frequentemente e a piccoli sorsi. L’allattamento al seno va continuato.

Quali sono i farmaci per la febbre?

Paracetamolo ed ibuprofene sono gli unici antipiretici raccomandati in età pediatrica: attenersi alle dosi di antipiretico consigliate dal pediatra e utilizzare esclusivamente gli specifici dosatori acclusi alla confezione. La somministrazione di paracetamolo per via orale è preferibile. La via rettale è da valutare solo in presenza di vomito o di altre condizioni che impediscano l’impiego di farmaci per via orale. Essi vanno utilizzati solo nel momento in cui la febbre è associata a un quadro di generale malessere del bambino e il dosaggio deve essere calcolato in funzione del peso del bambino, non dell’età. Si ricorda che gli antipiretici non intervengono sulla causa della febbre ma aiutano il bambino a sentirsi meglio.

Con la febbre il bambino può manifestare le crisi convulsive?

Le convulsioni febbrili sono abbastanza comuni nelle malattie febbrili nel bambino piccolo. Fra i 6 mesi e i 3 anni il 3% dei bambini ha manifestato un episodio di convulsioni: in genere senza conseguenze neurologiche. Le ragioni di tale incidenza non sono ancora chiare. Gli episodi durano in genere meno di 2 minuti. Episodi di durata maggiore necessitano di approfondimenti ulteriori.

Febbre e omeopatia

Per l’omeopatia non esiste l’influenza. Esiste il paziente che manifesta quella tipica sindrome influenzale. I rimedi si scelgono non in base ai sintomi ma in base alle modalità di manifestazione per ogni tipologia di paziente. Come per gli altri disturbi, acuti o cronici, per la terapia omeopatica vengono presi in considerazione determinati aspetti che servono a creare un filtro per la scelta dei rimedi. Ad esempio viene analizzato l’esordio della malattia che può essere brusco o graduale.

  • Aconitum napellus

è il rimedio dei disturbi acuti che spesso compaiono dopo esposizione a vento freddo e secco. Cura le influenze che arrivano improvvisamente con brusco innalzamento della temperatura, solitamente nelle ore serali. Il viso è congesto e arrossato, la cute è secca, le pupille sono contratte. Il paziente ha una grande sete d’acqua fredda che è l’unica cosa che riesce a bere: qualsiasi alimento o liquido ingerito gli sembra amaro. L’influenza si presenta con dolori nevralgici acuti, bocca calda e secca, estremità fredde. È presente un forte stato ansioso legato alla repentinità dei sintomi. Il soggetto è fortemente agitato, ha paura della morte, cerca continuamente la compagnia.

  • Belladonna

quando la febbre è elevata ed è presente un’abbondante sudorazione. Anche in questo caso la febbre è improvvisa, molto elevata. Il paziente ha una forte cefalea pulsante e martellante, fotofobia, pelle calda e arrossata.

Non sopporta luce e rumori, peggiora con il movimento. Belladonna delira per la febbre, digrigna i denti, è fortemente agitato. Il rimedio è indicato soprattutto quando la forma influenzale è accompagnata da forte mal di gola senza presenza di pus, tonsille gonfie e arrossate, dolore alla deglutizione, senso di soffocamento legato alla secchezza della gola.

  • Eupatorium perfoliatum

è uno dei più importanti rimedi utilizzati per l’influenza. Anche in questo caso l’esordio febbrile è brusco con febbre alta, specialmente tra le 7 e le 9 del mattino. Il paziente ha forti brividi, dolori acuti agli arti e alla schiena. La forma influenzale si manifesta con forte raffreddore con starnuti violenti, cefalea con dolore ai globi oculari, lacrimazione. È presente anche tosse secca e stizzosa, dolori e fastidi alla laringe, malessere generale, vomito di bile. Il soggetto è triste, abbattuto, molto debilitato.

  • Bryonia

si utilizza quando i sintomi influenzali si presentano soprattutto dopo esposizione al vento freddo e umido. I dolori articolari sono talmente forti da costringere il paziente all’immobilità; le labbra sono rosse e gonfie, la deglutizione è difficoltosa, la tosse secca è violenta e provoca dolori forti al petto. È presente spesso la stipsi. Tutti i sintomi peggiorano con il movimento; una chiave del rimedio è la secchezza di tutto l’organismo (gola e mucose in particolare). Di solito l’esordio influenzale è graduale ma sintomi e malessere persistono per diversi giorni. Il paziente è irritabile, vuole stare solo e in silenzio, si rifiuta di parlare.

Esistono due rimedi molto utili quando i sintomi influenzali sono vaghi e indefiniti ma si prolungano per giorni debilitando molto il paziente: il Ferrum phosphoricum se presenta sintomi generali come febbre più o meno elevata ad esordio lento, astenia marcata, sudorazione profusa, dolori muscolari. Questo rimedio è utile quando il soggetto accusa sintomi a carico della gola e della trachea, otiti e tonsilliti. La gola è gonfia e rossa.

Ferrum: se ha le difese molto basse, lamenta estrema debolezza, soffre di epistassi e secrezioni nasali striate di sangue. Gelsemium: quando presenta dei sintomi simil-influenzali meno definiti. Il paziente è estremamente spossato, ha sonnolenza, febbre bassa e continua, vertigini, lentezza dei movimenti. Caratteristica tipica del rimedio è un’intensa cefalea occipitale e frontale che migliora urinando. Ha brividi di freddo, assenza di sete, tonsille infiammate, raffreddore con scolo acquoso. Gli arti inferiori sono pesanti, è presente dolore muscolare diffuso a tutto il corpo. La debolezza estrema (che può persistere per giorni) determina un rallentamento delle normali attività. Il paziente ha una ripresa lenta ed è soggetto a numerose ricadute, soprattutto se è turbato a livello emotivo da preoccupazioni, ansie, cattive notizie.

I rimedi vanno assunti alla 5 CH, 9 CH, 4 granuli più volte al giorno. Non c’è una specifica posologia, l’assunzione può avvenire anche in tempi ravvicinati in base all’andamento dei sintomi.

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