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Favismo
Il favismo è una condizione genetica che porta a una reazione avversa dopo aver consumato fave o altri alimenti contenenti sostanze chiamate favismogeni. Questa condizione prende il nome dalle fave, poiché è stato inizialmente associato al consumo di questi legumi, ma può anche essere scatenato da altri alimenti o farmaci. Vediamo quali sono i sintomi che possono presentarsi in chi è affetto da favismo e come gestire questo problema nella vita di tutti i giorni.
Cos'è il favismo
Il favismo, noto come anemia emolitica acuta, è causato dal deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), un enzima che protegge dal danno ossidativo dei globuli rossi. Si tratta, quindi, non di un'allergia ma di una vera e propria malattia genetica, causata da mutazioni del gene G6PD, localizzato sul cromosoma X, che porta le informazioni necessarie per la produzione dell'enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi o G6PD.
A causa di queste mutazioni del gene G6PD, una persona affetta da favismo è molto più sensibile agli effetti tossici delle sostanze contenute nelle fave, nei piselli, in alcuni farmaci e in altri legumi o nelle sostanze che vengono prodotte durante eventuali infezioni. Ciò porta ad un'alterazione e rottura dei globuli rossi con conseguente anemia. Si tratta di una condizione molto grave, potenzialmente letale se non viene riconosciuta in tempo.
Come si contagia il favismo?
Il favismo è più comune in alcune popolazioni, come quelle mediterranee, africane, mediorientali e sudasiatiche (ad esempio in Italia un'incidenza particolarmente alta si registra in Sardegna).
Si trasmette geneticamente: l'enzima G6PD è presente sul cromosoma X, quindi sono le madri a trasmettere il favismo ai figli maschi, con una probabilità del 50% (1 su 2) a ogni concepimento. Tuttavia una femmina su due diventerà a sua volta portatrice mentre un maschio su due diventerà malato.
Favismo, sintomi
I sintomi del favismo possono variare da lievi a gravi e includono affaticamento, pallore, ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi), urine scure, dolore addominale e talvolta febbre.
Nei casi più gravi, può verificarsi un'insufficienza renale o emolisi massiva che richiede cure mediche immediate.
Cosa succede a chi soffre di favismo? Generalmente, il deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD) è asintomatico finché non diventa grave. I sintomi dell'anemia emolitica acuta che si possono manifestare nei soggetti colpiti dal favismo includono:
- pallore
- ingiallimento della pelle, delle unghie e degli occhi (ittero).
- dolore addominale
- febbre alta
- anemia grave
- estrema stanchezza o vertigini
- battito cardiaco accelerato
- respiro veloce o mancanza di respiro
- ittero
- milza ingrossata
- pipì di colore scuro, color tè.
Favismo, farmaci
Per evitare lo scatenarsi di una crisi emolitica acuta e la distruzione dei globuli rossi è fondamentale imparare a riconoscere i trigger, cioè quei fattori scatenanti che possono essere le fave, alcuni legumi, ma anche alcuni farmaci. Un elenco dei farmaci controindicato è disponibile qui.
Chi è affetto da favismo cosa non può mangiare?
Le persone affette da favismo devono evitare:
- Fave: le fave, comprese le fave secche, fresche o in forma di farina,
- Alimenti derivati dalle fave: alcuni prodotti alimentari possono contenere fave come ingrediente, come farine, snack o addensanti. È importante leggere attentamente le etichette degli alimenti quando si fa la spesa al supermercato,
- Alcuni tipi di legumi: oltre alle fave, alcune altre varietà di legumi possono contenere sostanze da evitare, come cicerchie, lupini e fagioli di soia.
Si può curare?
Non esiste una cura definitiva per il favismo. La gestione di questa condizione richiede di evitare di consumare fave e altri cibi o farmaci che possono scatenare la reazione.