Bambini e COVID nella fase 2
Con l’inizio della “Fase2” e l’allentamento delle misure restrittive, è permesso fare delle piccole passeggiate insieme ai bambini nei pressi delle proprie abitazioni. Se, da una parte, i più piccoli possono essere felici di poter finalmente tornare a trascorrere del tempo all’aria aperta, specialmente con l’arrivo della bella stagione, dall’altra, i genitori potrebbero avere delle preoccupazioni rispetto ai rischi per la salute e il benessere dei propri figli. Ne parliamo con il Professore Michele Miraglia del Giudice, pediatra e professore di Pediatria e Allergologia dell’Università degli Studi della Campania.
- All’inizio della pandemia si credeva che i bambini fossero immuni al virus e, successivamente, che sviluppassero l’infezione da Covid-19 in modo più lieve rispetto agli adulti. E’ davvero così?
Il sistema immunitario del bambino è abituato a incontrare e a imparare a difendersi dai virus e batteri che incontra per la prima volta. Probabilmente da questa capacità di adattamento della risposta immunitaria tipica dell’infanzia dipende il minore numero di contagi e la minore gravità dell’infezione da COVID-19 in età pediatrica.
- È importante però non allarmarsi per ogni sintomo. Quando è il caso di consultare un pediatra e in presenza di quali sintomi?
Sicuramente va consultato il pediatra in un bambino con febbre e malessere che non recede dopo tre giorni di terapia con antifebbrili. Nei bambini non sempre l’infezione da COVID-19 si presenta con sintomi respiratori e polmonite. I sintomi potrebbero essere anche gastro-intestinali, anche in questo caso particolarmente persistenti anche dopo un trattamento adeguato. Da uno studio pubblicato su 'Frontiers in Pediatrics' recentemente si nota che nei bambini l’infezione si manifesti con febbre, disturbi gastrointestinali e diarrea, più che con la tosse, sintomo invece molto presente negli adulti.
- I bambini possono essere portatori del coronavirus?
Sì, anche i bambini possono essere portatori del virus ed esattamente come gli adulti posso trasmetterlo anche agli altri.
Per questo è importante che anche i bambini rispettino le norme di sicurezza come lavarsi le mani con frequenza, evitare il contatto con superfici e altre persone.
- Come possiamo continuare a proteggere i bambini dall’infezione?
Lavarsi le mani resta una regola fondamentale, soprattutto se fatto con frequenza e nel modo corretto per almeno 20 secondi, in mancanza dell’acqua si può usare anche un disinfettante in gel a base di alcool almeno al 60%. È consigliato anche lavare o disinfettare spesso le superfici di casa e oggetti che vengono utilizzati con frequenza, come i giocattoli ma anche cellulari e telecomandi. I genitori potrebbero insegnare ai bambini a coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce, evitare di toccarsi il viso, mantenere le distanze di sicurezza con le altre persone e indossare la mascherina, tra l’altro obbligatoria per i bambini con più di 6 anni.
- Tornando a uscire e con il tempo e le temperature non sempre stabili, potrebbero manifestarsi i classici sintomi da raffreddamento. Ci si deve preoccupare? Come vanno affrontati?
Febbre e raffreddori, ma anche mal di gola o mal d’orecchio devono essere trattati con gli stessi farmaci che normalmente impieghiamo, come gli antinfiammatori. È anzi importante trattare questi sintomi, specialmente le infiammazioni faringee (mal di gola) perché l’infiammazione in corso potrebbe esporre il bambino ad una maggior ricettività nei confronti di altri agenti batterici o virali. In caso di qualsiasi dubbio, è bene rivolgersi al proprio medico pediatra per avere indicazioni.
- In caso di stati febbrili è possibile somministrate l’ibuprofene oppure è sconsigliato? Sono circolate notizie che ne mettevano in discussione la sicurezza…
L’ibuprofene può essere somministrato normalmente. Le informazioni circolate riguardo i potenziali rischi associati ai farmaci antinfiammatori tra cui ibuprofene si sono dimostrate infondate. La smentita è arrivata da numerosi fonti autorevoli come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e l’Agenzia Italia del Farmaco (AIFA).
E’ stato confermato che non vi è alcuna evidenza scientifica che stabilisca una correlazione tra l’uso di ibuprofene e un peggioramento della malattia da COVID-19. E’ bene ricordare che l’ibuprofene è uno dei farmaci consigliati dalle linee guida della Società italiana di Pediatria (SIP) per il trattamento della febbre e del dolore nei bambini. Tra i FANS, ibuprofene è tra le molecole con maggiore evidenza di sicurezza in età pediatrica nella letteratura medica.