In questo articolo
Attacco di panico nei bambini cosa fare
È possibile riconoscere un attacco di panico nei bambini? Spesso associato all’ansia, al pianto, alle urla, l’attacco di panico fa parte dei sintomi nevrotici che colpiscono anche i bambini. Innanzitutto distinguiamo tra ansia e angoscia e paura. La prima è un sentimento penoso associato ad un atteggiamento di attesa di un evento imprevisto e percepito come spiacevole (deve succedere qualcosa), la seconda è un malessere accompagnato da manifestazioni psicosomatiche (per es. disturbi gastrointestinali) e l’ultima è legata ad un oggetto o a una situazione precisa collegata ad un’esperienza vissuta ed un evento nell’ educazione.
Queste tre emozioni sono collegate tra loro: l’angoscia insorge quando un bambino non può rispondere in maniera adeguata ad una situazione di tensione poiché non possiede né la maturità emotiva nè cognitiva adeguata. Questo succede sia prima che impari a parlare e sia dopo l’apprendimento del linguaggio. Quando un bambino piange in base alla tonalità dei suoni è possibile far caso a:
- Alterazioni del tono spesso è eccessivo,
- Scatti motori, movimenti bruschi o scossoni,
- Ipervigilanza,
- Comparsa di un viso senza emozione (di ghiaccio), se è silenzioso ma attento;
- Difficoltà del bambino di girarsi o adattarsi alla posizione suggerita, indicata dall’adulto così da abbandonarsi e rilassarsi;
- Se si aggrappa all’altro rivoltando indietro il corpo o il capo oppure ricercandolo con lo sguardo.
Attacchi di panico nei bambini sintomi
È possibile riconoscere una crisi di panico da una serie di sintomi:
- palpitazioni, tachicardia, sensazione di soffocamento, nausea;
- tremori, scosse muscolari, vertigini;
- agitazione, prostrazione;
- sudorazione, vampate di calore o brividi;
- sensazione di estraneità, perdita di riferimenti, paura di morire, di impazzire;
- manifestazione di rabbia intensa.
Attacchi di panico nei bambini cause
Quali sono le cause? Le cause possono essere diversificate. La difficoltà a separarsi dalla figura materna o dai genitori, l’ingresso alla scuola materna o alla primaria, paura di una minaccia interna o esterna. Le prime due sembrano essere tendenzialmente collegate anche se la differenza consiste nel processo di separazione del bambino dalla mamma e dalla paura dell’estraneo che possono emergere proprio in tali contesti.
Invece, la paura di un evento o situazione o comunque di un oggetto derivano da situazioni precedenti o da un fantasma interiore che il bambino non ha saputo gestire o non è stato aiutato a farlo. Situazioni di forte stress nel bambino, che possono essere riconducibili a cambiamenti significativi nella sua vita, portano a vivere ogni situazione con particolare angoscia e pesantezza emotiva.
Attacco di panico, cosa fare subito
Tranquillizzare un bambino in preda ad una crisi di panico risulta alquanto difficile ma lo si può fare dopo, quando si è un po’ placato. È possibile chiedergli cosa sia successo sempre che riesca realmente ad esprimersi o a parlare. Se troppo piccolo difficilmente potrà farlo. Diversamente lo si può rasserenare cercando di parlargli e spiegandoli che la mamma ha compreso la sua paura o la sua angoscia e valutare di conseguenza se è il caso o meno di portarlo da uno specialista. In realtà quando i bambini manifestano dei sintomi specifici il colloquio avviene direttamente con i genitori poiché l’intervento è anche diretto a loro e alla valutazione della loro modalità educativa. In tal caso vengono supportati a comprendere se qualcosa nello stile educativo non va oppure se c’è stato un evento che ha coinvolto il bambino tanto da sconvolgerlo.
Attacchi di panico nei bambini, rimedi per evitarli
Ridurre le situazioni di stress può aiutare i bambini a tollerare diversamente l’angoscia o la paura che qualcosa possa accadere. Stare più vicino a loro passando del tempo qualitativamente migliore e farli giocare in maniera più genuina senza lasciarli davanti alla tv o al video giochi poiché anche questi stimolano la fantasia e producono paure irrazionali oltre a sovrastimolarli più del necessario. Passare più tempo al parco raccontando storie o ascoltando i suoni della natura. Alleggerire le tensioni casalinghe e aiutarlo a verbalizzare le sue difficoltà.