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Anticorpi monoclonali bambini
Con la pandemia e la estenuante ricerca di efficaci cure contro il Covid-19 abbiamo imparato a conoscere tanti nuovi termini medici e trattamenti. Un esempio sono gli anticorpi monoclonali: sappiamo cosa sono? A cosa servono? Scopriamo di cosa si tratta e quando vengono prescritti gli anticorpi monoclonali ai bambini.
Cosa sono gli anticorpi monoclonali
Gli anticorpi monoclonali sono proteine prodotte in laboratorio che servono a stimolare il sistema immunitario. La parola "monoclonale" si riferisce al fatto che queste proteine create in laboratorio sono cloni: copie esatte di un anticorpo. I nomi generici dei prodotti spesso includono le lettere "mab" alla fine del nome.
A differenza degli anticorpi policlonali, i monoclonali sono cloni di un solo anticorpo e si legano a un solo antigene.
Quando si usano gli anticorpi monoclonali?
Gli anticorpi monoclonali sono utilizzati per tantissime cose: dalla diagnosi al trattamento fino alla ricerca scientifica. Gli usi più comuni sono:
- kit di test domestici come quelli per la gravidanza o l'ovulazione
- tessuti e sangue da utilizzare nei trapianti
- diagnosi
- trattamento delle malattie.
Cosa si cura con gli anticorpi monoclonali?
Il primo farmaco con anticorpi monoclonali per l'uomo è stato approvato nel 1986 dalla FDa statunitense, ma da allora l'uso di questi anticorpi è stato autorizzato per un numero sempre crescente di condizioni e malattie, e ultimamente anche per la terapia contro il Covid-19.
In generale, gli anticorpi monoclonali vengono utilizzati nel trattamento di:
- Cancro
- Rigetto del trapianto di organi
- Malattie infiammatorie e autoimmuni, comprese le allergie
- Infezioni, incluso COVID-19 e virus respiratorio sinciziale.
- Osteoporosi
- Malattie degli occhi
- Emicranie
- Colesterolo alto
- Disturbi del sistema nervoso.
Chi prescrive gli anticorpi monoclonali?
Lo specialista, se si è in cura per una malattia, oppure il pediatra in caso di bambini colpiti da Covid-19.
Come funziona la terapia con gli anticorpi monoclonali
Nella maggior parte dei casi, gli anticorpi monoclonali vengono somministrati come soluzione endovenosa iniettata direttamente in vena.
La prima volta che si riceve il trattamento bisogna rimanere per un certo tempo in vigile sorveglianza per capire se non vi sia una reazione allergica.
In alcuni casi, il medico potrebbe anche prescrivere un anticorpo monoclonale somministrato per via sottocutanea.
Anticorpi monoclonali nei bambini e Covid-19
Come spiega la Società Italiana di pediatria, gli anticorpi monoclonali umani sviluppati per la terapia del Covid-19 appartengono alla classe "IgG" e riconoscono la proteina Spike presente sulla superficie del virus. Legandosi a questa proteina l'anticorpo crea un "ingombro spaziale" e impedisce al virus di entrare nelle cellule.
L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato dapprima l'utilizzo di due associazioni di anticorpi monoclonali (bamlanivimab + etesevimab; casirivimab + imdevimab) e successivamente anche di sotrovimab in pazienti di età superiore ai 12 anni con malattia lieve-moderata e la presenza di fattori di rischio per evoluzione grave.
- Ad oggi, l'impiego degli anticorpi monoclonali non è consentito, se non in off-label, nei pazienti di età inferiore ai 12 anni oppure sotto i 40 kg di peso.
Quali bambini possono avere la terapia con anticorpi monoclonali?
Nel documento italiano di consensus inter-societaria vengono proposte alcune condizioni patologiche che, se presenti, rendono i pazienti candidabili alla terapia con anticorpi monoclonali. Esse sono:
- Obesità: definita come BMI ≥ 95° percentile per età e sesso
- Emoglobinopatie: i pazienti con anemia falciforme, talassemia major o intermedia, indipendentemente dal
valore di emoglobina, comorbidità o sovraccarico di ferro - Trombofilia ereditaria o acquisita
- Pazienti oncoematologici con linfopenia (< 300/mmc), neutropenia (< 500/mmc), sottoposti a trattamenti ad alta intensità
- Trapiantati di organi solidi o cellule staminali ematopoietiche
- Malattie cardiache congenite o acquisite
- Malattie polmonari croniche ostruttive o restrittive che richiedono terapia quotidiana o farmaci biologici
- Pazienti con tracheostomia o gastrostomia
- Malattie infiammatorie croniche intestinali
- Immunodeficienze: le indicazioni all'utilizzo degli anticorpi monoclonali dipendono dal tipo di immunodeficienza e dall'eventuale presenza di comorbidità
- Diabete
- Insufficienza renale cronica che richiede emodialisi o dialisi peritoneale
- Malattie neurologiche, neuromuscolari o metaboliche: vengono escluse le epilessie, in quanto non associate ad un aumentato rischio di evoluzione grave di COVID-19.