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Annegamento secco
Che i bambini debbano essere controllati in ogni momento, è risaputo, ma a volte è impensabile pensare che saltare o tuffarsi in acqua di fronte agli occhi dei genitori, nell’acqua bassa della piscinetta riempita di acqua dolce, possa tradursi in una situazione di reale emergenza. Ciò vuol dire che educare i bambini, i nostri figli, alla sicurezza del gioco e dell’acqua adeguati è un must per tutti noi, genitori responsabili.
L’annegamento è una sindrome asfittica caratterizzata dall’alterazione degli scambi respiratori in seguito alla inondazione massiva delle vie aeree con conseguente ipossiemia acuta ed edema polmonare. Nel 10-20% dei casi è dato da laringospasmo con scarsa inondazione bronco-alveolare a livello polmonare. Dal punto di vista fisiopatologico possiamo distinguere un annegamento secco, che si manifesta nel 10-20% dei casi da un annegamento umido che si manifesta nell’80-90% dei casi.
Annegamento secco o senza aspirazione
Avviene senza aspirazione di liquido nelle vie aeree e la morte sopraggiunge per ostruzione respiratoria mentre si è immersi in un mezzo liquido.
Annegamento con aspirazione o annegamento umido
Avviene con aspirazione di liquido nelle vie aeree e la morte sopraggiunge per l’effetto combinato dell’asfissia e delle alterazioni polmonari causate dall’acqua.
I pazienti vittime di incidenti da annegamento possono presentarsi con manifestazioni cliniche diverse tra loro, in base alle diverse modalità dell’incidente e a al tempo di immersione. Il soggetto che ha avuto un’immersione molto breve (pochi minuti), senza che si sia verificata inalazione di liquido, appare cosciente, ma spesso confuso, ansioso e spaventato, sono presenti brivido e lieve ipotermia, mentre non si riscontrano cianosi e segni di difficoltà respiratoria.
Sintomi annegamento secco
L’annegamento secco è una forma in cui la morte del soggetto non è provocata dalla presenza di liquido nei polmoni, ma da un reazione della laringe che porta all'ostruzione completa dell'ingresso di aria ai polmoni. Si calcola che circa il 20% degli annegamenti sia di questo tipo. Molte volte sono richieste addirittura 72 ore per manifestare i sintomi di un annegamento a secco, così che è estremamente difficile diagnosticare questa condizione anche per gli esperti.
Annegamento secco si verifica dunque quando polmoni di una persona diventano incapaci di estrarre ossigeno dall'aria, dovuta principalmente a
- Paralisi muscolare
- Persistenza di laringospasmo quando immerso in un fluido
- Esposizione prolungata a un gas che sposta l'ossigeno dai polmoni
- Overdose di soluti in acqua libera che porta a iposodiemia
- Tenuta del respiro, ecc.
Quando una sostanza estranea, compresa l'acqua, viene inalata, può causare lo spasmo della laringe, che, a sua volta, si chiude, rendendo impossibile inalare e trattenere l’ossigeno. Come risultato, la depressione creata dal diaframma non può essere occupata dall’ afflusso di aria nei polmoni, e il vuoto persiste. Nel tentativo di forzare l'aria attraverso la laringe in spasmo, la persona può respirare più profondamente e con più sforzo, ma questo aumenta solo la forza del vuoto all'interno del petto. L'ostruzione del flusso di ossigeno provoca ipossia, e l'ostruzione del deflusso di anidride carbonica causa acidosi, con conseguente morte.
La persona può dunque annegare senza alcun tipo di liquido mentre il riflesso di laringospasmo causa asfissia ed edema polmonare.
Annegamento secco può verificarsi clinicamente, o a causa di malattia o infortunio. È anche uno degli effetti di waterboarding. I sintomi tipici di annegamento a secco comprendono l’affaticamento estremo e cambiamenti drastici nel comportamento che possono essere difficili da diagnosticare se la persona colpita proprio perché affaticata o stanca se ne sta a letto l’intero giorno, se manifesta lentezza e voglia di far niente, se ha modificato la sua personalità, quando siamo portati a dire non è più lui.
Altri sintomi, che vanno presi in giusta considerazione e valutati sono l’essere senza fiato, il dolore toracico e il colorito cianotico o sfumato segno di difficoltà respiratoria che solitamente compaiono solo poco prima della morte. Nonostante il termine, molti ritengono che la persona deve subire una massiccia assunzione di acqua per annegare, ma per questo quadro l'acqua contenuta nei polmoni di una vittima di annegamento a secco è in verità pochissima.
In realtà, non importa che cosa può aver causato la chiusura della laringe, in quanto il corpo estraneo può non essere facilmente reperibile, anche post mortem.
Come evitare l'annegamento secco
Per evitare l’annegamento a secco, naso e bocca dovrebbero essere tenuti chiusi quando si salta o ci si tuffa in acqua al fine di prevenire un improvviso getto d'acqua, anche piccolo, che possa scendere nei polmoni provocando anche lo spasmo della laringe. Per facilitare questo i tappi al naso possono essere utile, in caso contrario se una persona è scivolata, caduta in acqua e la beve, dovrebbe essere incoraggiata a tossire, nel tentativo di rimuovere l'acqua in eccesso e liberare così le vie respiratorie.
Il termine annegamento secco fu coniato dai media nel giugno 2008, dopo la morte in Sud Carolina di un ragazzo di 10 anni, avvenuta molte ore dopo aver nuotato. L'incidente descritto dalla madre del ragazzo ha fatto pensare a una apnea forzata che avrebbe portato a laringospasmo e annegamento asciutto o secco. Ciò che è chiaro è che la morte di questo ragazzo ha coinvolto gli effetti ritardati dei suoi polmoni, mentre era in piscina.