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Allergia ed intolleranza al latte vaccino: come riconoscerle

di Monica Balducci - 23.10.2018 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Ecco come riconoscere l'allergia ed intolleranza al latte vaccino e perchè spesso è inutile e controproducente eliminare alcuni cibi dalla dieta se si allatta

In questo articolo

Allergia ed intolleranza al latte vaccino

L’allergia alle proteine del latte vaccino è una condizione molto meno frequente di quanto possiamo immaginarci. E’ stato infatti dimostrato che la prevalenza delle allergie alimentari è decisamente superiore nella concezione delle persone di quanto non lo sia nella realtà.

Questo fatto è da imputare in primis a due cause: la mancata distinzione tra allergia ed intolleranza e la diagnosi realizzata mediante strumenti poco validi. Vediamo dunque nel dettaglio cos’è l’allergia al latte vaccino e quando invece si tratta di intolleranza, come si diagnosticano e come possono essere trattate.

Allergia ed intolleranza: la differenza

Sebbene molti di noi non abbiano alcuna difficoltà a bere latte vaccino, per alcune persone può diventare molto pericoloso. L’assunzione di latte vaccino o di qualunque altro tipo di latte non è dannosa in sé per sé, ma alcuni soggetti sviluppano delle reazioni avverse che possono essere di tipo allergico oppure no.
Nel caso delle allergie si sviluppa una reazione immunitaria avversa contro alcune proteine contenute nel latte vaccino e perciò anche in tutto ciò che lo contiene e ne è un derivato: yogurt, burro, formaggi..

L’intolleranza è invece una reazione non allergica e deriva da un’incapacità dell’organismo di digerire il lattosio, lo zucchero contenuto nel latte, nelle sue componenti base: glucosio e galattosio. In questo caso non tutti gli alimenti contenenti latte creano problemi, in quanto ci sono condizioni (come la fermentazione) che provvedono a scindere questo zucchero per noi, per questo motivo alimenti come lo yogurt, i formaggi stagionati a lungo o i prodotti “ad alta digeribilità” non costituiscono un problema per il soggetto intollerante.

  • L’allergia al latte vaccino si può manifestare fin dalla nascita, poiché il bambino allattato al seno viene a contatto con il latte vaccino consumato dalla madre ed è più frequente nei primi mesi di vita.
  • L’intolleranza al lattosio, al contrario, si manifesta raramente prima dello svezzamento e in molti casi compare solo in età adulta.

Come si diagnostica l’allergia al latte vaccino

Nel caso di allergie e intolleranze alimentari, i sintomi possono purtroppo essere simili e molto svariati, per questo non è facile distinguerle.

  • L’intolleranza al lattosio provoca in genere disturbi del tratto gastro-intestinale quali: dolori addominali, flatulenza, gonfiore,  diarrea o stitichezza, ma in alcuni casi può manifestarsi anche con nausea, mal di testa, stanchezza o eruzioni cutanee.
  • Allo stesso modo, l’allergia alle proteine del latte vaccino, così come per tanti altri alimenti, può provocare disturbi gastro-intestinali, respiratori e manifestazioni cutanee fino allo shock anafilattico.

In ogni caso è bene fare riferimento al nostro pediatra, che potrà consigliarci il test più adatto.

Il test di diagnosi per l’intolleranza al lattosio è uno solo, è semplice e non invasivo, si chiama “Breath Test” e valuta la composizione dell’aria espirata prima e dopo l’assunzione di lattosio.

La diagnosi di allergia è più complicata, ma deve essere effettuata sempre e solo presso un ospedale, evitate test rapidi fai da te presso farmacie o erboristerie.

Nel caso di forme allergiche più leggere è possibile (se consigliato dal medico e dopo un’attenta anamnesi) eliminare il latte vaccino dall’alimentazione del bambino e, se i sintomi scompaiono, reintrodurlo gradualmente per verificare che fosse la reale causa.

In casi più gravi invece i test più utilizzati e validi sono i test cutanei, come lo Skin Prik Test e il Patch Test oppure la misurazione delle igE sieriche specifiche attraverso un prelievo di sangue.

Cosa comporta l’allergia al latte vaccino

Come abbiamo visto i sintomi di questa allergia possono essere i più svariati, sia per tipologia che per intensità. L’unico rimedio ad oggi esistente per questi soggetti è l’esclusione totale del latte e di tutto ciò che lo può contenere dalla dieta, anche in minime quantità.

Fortunatamente le allergie infantili sono per la maggior parte transitorie e con il passare del tempo si modificano o scompaiono.

Si è infatti osservato come l’allergia alle proteine del latte vaccino nell’80% dei casi scompare entro i 3-4 anni di età del bambino.

Come trattare l’allergia al latte vaccino

Se l’allergia compare prima dello svezzamento sarà necessario che la madre segua una dieta scrupolosamente priva di latte vaccino, ma è di fondamentale importanza che non si interrompa l’allattamento al seno, se non in casi molto rari in cui questa scelta non fosse possibile.

Come sappiamo è importante che il bambino continui ad assumere latte materno il più a lungo possibile e che in ogni caso non consumi latti di altri animali fino almeno al compimento del dodicesimo mese. Il neonato ha infatti delle necessità nutrizionali specifiche e dove non fosse possibile soddisfarle attraverso il consumo di latte materno dovrà utilizzare dei latti in formula appositamente creati per somigliare il più possibile al latte umano.

Per i bambini con allergia al latte vaccino esistono delle formule idrolizzate apposite che soddisfano i loro fabbisogni e che devono essere la prima scelta per questi casi.

Solo nei casi in cui non fosse possibile usare un latte in formula sarà possibile optare per un latte di animali alternativi alla vacca, poiché nutrizionalmente non validi per i bambini, in particolare sono da evitare i latti di pecora e capra perché potrebbero esporre il bambino a gravi reazioni di tipo crociato.

Nel caso di intolleranza al lattosio invece andranno evitati i prodotti contenenti lattosio, mentre potranno essere assunti, come abbiamo detto, formaggi stagionati a lungo (es. Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Emmenthal..), yogurt e prodotti delattosati (“ad alta digeribilità”). E’ anche possibile, in alcuni casi e sotto indicazione del medico, assumere degli enzimi che ci aiutano a digerire il lattosio.

Come evitare carenze nutrizionali non assumendo latte

Il latte vaccino è un ottimo alimento per i nostri bambini a partire da non prima del 12° mese di vita.

Seguire un’alimentazione che ne è priva potrebbe mettere a rischio i più piccoli di incorrere in carenze nutrizionali, in primis di Calcio, vitamina D e calorie, con conseguente indebolimento della struttura ossea e ritardo della crescita.

Questi deficit però sono prevenibili, poiché sebbene il latte vaccino sia un ottimo alimento, è anche vero che non è indispensabile, è però fondamentale rivolgersi ad un team di esperti che impostino un piano nutrizionale con delle valide alternative al latte vaccino e che tengano monitorato nel tempo lo stato nutrizionale del bambino.

Oltre a controllare che il bambino assuma sufficienti calorie per la sua crescita, si dovranno anche trovare degli alimenti che apportino adeguate dosi di vitamina D e calcio. Gli alimenti purtroppo non sono buone fonti di vitamina D, perciò oltre ad assicurarci di esporre il bambino il più possibile alla luce solare, in modo corretto, il vostro pediatra potrebbe consigliarvi degli integratori alimentari.

Il calcio è invece presente in buone quantità in diversi tipi di vegetali, come: rucola, spinaci, carciofi e agretti e in prodotti ittici come: gamberi, calamari, polpo e vongole che sono però alimenti che spesso i bambini non gradiscono.

Altra buona fonte di calcio può essere l’acqua, perciò assicuriamoci che quella utilizzata per il nostro bambino ne sia ricca (almeno 200mg Ca in 1L) e che ne consumi una buona quantità.

Sebbene questa alimentazione necessiti di uno stretto controllo, rimane comunque piuttosto variata e permette in genere a tutti i bambini con allergia alle proteine del latte vaccino di crescere in maniera adeguata.

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