Home Il bambino Malattie

Cosa succede e cosa fare se i bambini hanno i linfonodi ingrossati?

di Viola Stellati - 22.02.2024 Scrivici

linfonodi-ingrossati-bambini
Fonte: shutterstock
Spesso può succedere di vedere dei linfonodi ingrossati nei bambini, cosa bisogna fare in queste situazioni? E perché accade?

Linfonodi ingrossati nei bambini: le cause e cosa fare

Purtroppo non è raro per i genitori notare i linfonodi ingrossati nei bambini. Quando succede c'è sempre un po' di paura perché spesso si pensa che il rigonfiamento sia dovuto alla presenza di malattie gravi. Per fortuna, però, nei più piccini nella maggior parte dei casi non è così. Ma come curarli? Per rispondere a questa domanda è necessario comprendere le cause che hanno scatenato questa condizione.

In questo articolo

Cosa sono e a cosa servono i linfonodi

I linfonodi sono delle piccole ghiandole che fanno parte del nostro sistema immunitario. Al loro interno vivono i linfociti (i globuli bianchi) che sono delle cellule importantissime poiché ci difendono dalle infezioni. In totale sono circa 600 e si trovano in tutto il corpo, ma alle volte può capitare che si infiammino aumentando di volume.

Quando accade è come se suonasse un campanello di allarme poiché siamo consapevoli che è la reazione dell'organismo nei confronti di alcuni problemi di salute, come malattie infiammatorie, infettive o tumorali. Ma la buona notizia è che, nella maggioranza delle circostanze, l'ingrossamento (linfoadenopatia) è causato da infezioni minori virali o batteriche, come raffreddore, tonsilliti, faringiti e infezioni dell'orecchio.

Nei casi di linfonodi ingrossati nei bambini le infezioni più comuni che portano a questa condizione sono:

  • toxoplasmosi;
  • citomegalovirus;
  • mononucleosi;
  • herpes simplex;
  • raffreddore;
  • streptococco β emolitico gruppo A;
  • tonsillite acuta;
  • varicella;
  • rosolia;
  • orecchioni;
  • malattie dovute a graffi di gatti e cani;
  • malattie causate da punture di insetti.

Tutto questo accade perché i più piccoli sono spesso a contatto con infezioni, in particolare tra i 2-3 e i 5-6 anni di vita. Essendo generalmente infezioni che interessano le prime vie respiratorie, i linfonodi che aumentano di volume più frequentemente sono quelli del collo e sotto la mandibola.

Come curare i linfonodi ingrossati nei bambini

La prima cosa che c'è da fare quando si notano i linfonodi ingrossati nei bambini è non allarmarsi più di tanto.

Può capitare che si assorbano da soli, ma è comunque importante far controllare i propri figli da un pediatra o da uno specialista. Questo perché la cura, se necessaria, dipende strettamente dalla causa scatenante.

Nella maggior parte delle situazioni si troverà subito una spiegazione, in altre si dovranno fare degli approfondimenti.

Va però ricordato che una volta che queste ghiandole sono aumentate di volume occorrono settimane (alle volte anche mesi) per farle regredire. Come si può leggere nelle Linee Guida Italiane per la Gestione della linfoadenopatia della testa e del collo, in età pediatrica le terapie più frequenti (a patto che vengano suggerite dal medico) sono a base di paracetamolo o ibuprofene. In altre circostanze, quando si sospetta la presenza di un'infezione batterica, è utile (ma solo su prescrizione del pediatra) una terapia antibiotica.

Linfonodi ingrossati nei bambini: quando è il caso di preoccuparsi

Per nostra fortuna alcune particolari caratteristiche possono aiutarci a comprendere se è il caso di preoccuparci quando i bambini hanno i linfonodi ingrossati:

  • sono più grossi di 2 centimetri;
  • aumento delle dimensioni per oltre 3 settimane:
  • mancata regressione completa dopo 2-3 mesi:
  • alterazioni alla radiografia del torace;
  • febbre;
  • perdita di peso;
  • sudorazione notturna.

Al contrario, un linfonodo ingrossato non deve preoccupare se:

  • fa male quando viene toccato o quando si piega la testa o si muove il collo;
  • il bambino ha o ha avuto di recente un'infezione delle vie aeree con febbre, raffreddore e mal d'orecchio;
  • il bimbo è stato punto da un insetto o graffiato da un animale domestico;
  • il linfonodo ha un diametro massimo di circa 2 centimetri;
  • la cute al di sopra del linfonodo non è arrossata.

In sostanza, in molte circostanze un linfonodo ingrossato non deve essere fonte di preoccupazione. Infine, non c'è da allarmarsi se anche a distanza di settimane dalla fine dell'infezione i linfonodi risultano ancora ingrossati.

gpt inread-altre-0

Articoli correlati

Ultimi articoli