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Intolleranza al latte nei bambini: come riconoscerla e cosa fare

di Redazione PianetaMamma - 03.09.2019 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il latte è l’alimento primario nella crescita dei bambini, ma in alcuni casi può dare dei problemi. Cosa fare se sospettiamo un'intolleranza al latte nei bambini

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Intolleranza al latte nei bambini

Studi recenti confermano un incremento delle intolleranze e delle allergie alimentari, le ultime stime dichiarano che circa un terzo della popolazione italiana adulta ha problemi di intolleranza a uno o più alimenti. E' però necessario fare una distinzione tra le allergie vere e proprie e le intolleranze. Oggi cercheremo di capire come si riconosce l'intolleranza al latte nei bambini e come si interviene.

Intolleranza al latte

Nel caso dell’intolleranza al latte, la lattasi, enzima che interviene nella scomposizione del latte riducendolo a galattosio e glucosio , è praticamente assente o quasi nella mucosa intestinale. Il lattosio (zucchero del latte) è presente in ogni tipo di latte sia di mucca, di capra o umano. Quando questo arriva nel colon, non avvenendo la trasformazione non è tollerato, la conseguente reazione è la fermentazione.

Sintomi dell'intolleranza al latte

I sintomi più comuni dell'intolleranza al latte sono legati alla reazione del colon e alla fermentazione:

  • gonfiore,
  • rigurgito e reflusso,
  • crampi addominali,
  • meteorismo,
  • diarrea.

Latte consigliato in caso di intolleranza

Laddove la diagnosi abbia confermato un'intolleranza al latte nella dieta si potrà inserire un latte delattosato, facilmente reperibile in commercio, oppure dietro consiglio del medico, vengono usati come sostituti del latte le formule a base di soia o di idrolisati proteici.

A proposito del latte, l’allergene in questione è la betalactoglobulina ,una delle proteine del latte vaccino. L’allergia alle proteine del latte vaccino può dare l’eczema, la rinite e l’asma. La sintomatologia a carico dell’apparato gastroenterico di regola appare nei bambini quando gradualmente viene aggiunto il latte vaccino al latte materno. Normalmente se ci si trova di fronte ad una allergia questa si manifesta dopo qualche giorno, alcune volte però i sintomi possono comparire in seguito alle prime poppate di latte vaccino.

I sintomi più comuni dell'allergia al latte sono:

  • vomito,
  • diarrea liquida o mucosa o muco-ematica,
  • dolori addominali,
  • abbondante presenza di meteorismo.

Diagnosi dell'intolleranza

La diagnosi viene fatta osservando la scomparsa totale dei sintomi con l’abolizione del latte e la successiva ricomparsa alla reintroduzione del latte stesso.

Nel caso di dubbio conviene ricorrere al RAST (Radio Allergo Sorbent Test) e il RIST per il dosaggio della quantità di IgE presenti in circolo. Il trattamento consiste nell’abolizione del latte vaccino e di tutti i suoi derivati, dopo i 12 – 18 mesi di età il latte vaccino può essere reintrodotto gradualmente.

La diagnosi viene fatta mettendo a dieta il bambino per qualche giorno con latte “delattosato”: in caso di intolleranza i sintomi scompariranno.

Il più delle volte il difetto può limitarsi ad una carenza non grave della lattasi (e raramente è così forte da costringere ad eliminare tutto il lattosio nella dieta), che può anche facilmente regredire se l’alimento “incriminato” viene sospeso per qualche tempo; quando l’intolleranza risulterà scomparsa si potrà iniziare a riprendere gradualmente il latte.

Il test del respiro

Diagnosticare con certezza se la causa di questi sintomi è l’intolleranza al lattosio è diventato ancora più facile grazie al “breath test”, ovvero il test del respiro.

Questo test, assolutamente non invasivo, consiste nel fare espirare i pazienti in un palloncino ogni 30 minuti, nelle 3 ore successive all’assunzione del lattosio (25 grammi di lattosio per gli adulti, mentre nel caso dei bambini, 1 g pro Kg di peso corporeo); nell’aria espirata poi, con il gas-cromatografo, viene misurata la quantità di idrogeno. In caso di intolleranza, si riscontrerà eccesso d’idrogeno.

Le allergie alimentari sono quelle condizioni in cui l’allergene penetra nell’organismo per via digestiva. La sintomatologia che ne consegue è sostenuta da meccanismi immunologici: un componente degli alimenti (allergene) è lo stimolo che attiva una reazione che coinvolge il sistema immunitario, questo provoca la comparsa di una serie di sintomi a livello cutaneo (orticaria, angiodema, rush cutanei), dell’apparato gastroenterico (vomito, diarrea, coliche addominali), dell’apparato respiratorio (rinite, asma).

I segnali delle reazioni allergiche si scatenano all’improvviso. La sintomatologia varia a seconda dell’età: nel lattante per esempio è maggiormente interessato l’apparato gastrointestinale; nel bambino la sintomatologia è prioritariamente a carico dell’epidermide (cute) e successivamente è l’apparato respiratorio.

Nell’adulto i sintomi sono più diffusi e vanno dall’orticaria ai disturbi respiratori fino ad arrivare, in qualche caso, al vero e proprio shock anafilattico. Il ripetersi di manifestazioni allergiche nella stessa famiglia rivela in modo evidente l’importanza del fattore ereditario, ovvero non si eredita una particolare forma di allergia quanto una generica predisposizione al gruppo delle malattie allergiche.

Gli alimenti che più di frequente causano allergia sono: il latte (proteine), i cereali ( glutine), le arachidi, la soia, i pomodori, le uova, gli agrumi, i crostacei, cioccolato e noci. Il latte e le uova provocano manifestazioni particolarmente frequenti nel bambino, spesso di tipo immediato, che possono insorgere anche per minime quantità di cibo.

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