Videogiochi ai bambini non prima dei 6 anni
Alcune ricerche scientifiche "evidenziano che l'uso di videogame e soprattutto di videogiochi di azione, può migliorare le capacità di attenzione ed elaborazione visiva, la memoria di lavoro spaziale e visiva, con possibili benefici su particolari condizioni come la dislessia. Inoltre, alcuni strumenti digitali possono essere utilizzati per espandere le abilità Stem dei bambini, ovvero quelle relative alle aree della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica".
Lo ricordano gli esperti dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma nel nuovo numero di 'A scuola di salute', il magazine digitale a cura dell'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente diretto Alberto G. Ugazio.
Più in generale, l’impatto dei videogame sullo sviluppo cognitivo "è influenzato anche dall’età del bambino, dalla quantità di tempo dedicato, dal contenuto del gioco e dal contesto sociale. Dunque - evidenziano gli esperti - sebbene tali strumenti non debbano essere demonizzati, è consigliabile proporli con prudenza: non prima dei 6 anni di età, per non più di 30-60 minuti al giorno, e sempre sotto il controllo diretto dei genitori".
Contemporaneamente, gli studi confermano che un uso eccessivo di videogiochi o strumenti elettronici "può indurre vere e proprie forme di dipendenza, con possibili comportamenti da 'astinenza' se il bambino ne viene privato", aggiungono i pediatri.