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Le più belle storie di Carnevale per bambini

di Francesca Capriati - 08.02.2024 Scrivici

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Fonte: shutterstock
I racconti, le filastrocche e le leggende del Carnevale: tante storie di Carnevale per bambini

In questo articolo

Storie di Carnevale per bambini

Carnevale è un periodo dell'anno molto amato dai bambini che possono divertirsi indossando una maschera ed organizzando scherzetti simpatici. Ma possiamo anche trascorrere del tempo spensierato raccontando, ascoltando e leggendo storie di Carnevale per bambini.

Racconti di Carnevale per bambini

Dove nasce il Carnevale e qual è la sua storia? Si tratta del periodo che precede la Quaresima. In vista dell'austerità dei 40 giorni di Quaresima, era abitudine festeggiare con qualche giorno di grandi abbuffate e festeggiamenti.

Il Carnevale si chiude, infatti, con il martedì grasso, il giorno che precede il mercoledì delle Ceneri. Le maschere in epoca antica avevano il compito di tenere lontani gli spiriti maligni poi divennero invece solo degli strumenti per far divertire il popolo. La tradizione delle maschere è arrivata fino a noi che oggi festeggiamo il Carnevale con sfilate di carri allegorici, travestimenti, feste in maschera. Ecco un racconto intitolato Re Carnevale tratto da Il paese dei bambini che sorridono:

"Re Carnevale, sovrano forte e potente, governava un vasto regno con saggezza e somma giustizia. Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia, fornite di cibi prelibati, e saziarsi a volontà. Ma i sudditi, invece di rallegrarsi di avere un sovrano così generoso, approfittarono del suo buon cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza, da costringere il povero re a non uscire più dal suo palazzo per non essere fatto oggetto di beffe ed insulti. Egli allora, si ritirò in cucina e lì rimase nascosto, mangiando e bevendo in continuazione. Ma un brutto giorno, era sabato, dopo essersi abbuffato più del solito,cominciò a sentirsi male.

Grasso come un pallone, il volto paonazzo ed il ventre gonfio, capì che stava per morire; la sua ingordigia lo aveva rovinato. Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva condotto, ma non voleva andarsene così, solo, abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re Carnevale. si ricordò allora di avere una sorella, una bella donnina fragile, snella e un pò delicata, (eh sì era davvero diversa quella sorella di nome Quaresima!) che lui, un giorno, aveva cacciato di corte.

La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse; gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni, domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di essere l'erede del regno. Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì e sul trono, come precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima; prese in mano le redini del regno e governò il popolo con leggi dure e severe, ma in fondo benefiche."

Favole di Carnevale per bambini

Nel periodo di Carnevale possiamo sostituire la solita fiaba della buonanotte con una favola di Carnevale. Eccone una tratta da Il paese dei bambini che sorridono:

"Nel cuore della savana, in un tempo molto lontano tutti gli animali che oggi riconosciamo per le loro caratteristiche, avevano un aspetto ben diverso a quello attuale. In particolare la giraffa non aveva un collo diverso da tutti gli altri, e l'elefante aveva la stessa statura degli altri animali. Ma accaddero due episodi assai curiosi. La giraffa era sempre stata impicciona, e si nascondeva tra i cespugli per ascoltare i discorsi delle bestie della foresta. Ovviamente la giraffa non riusciva mai a mantenere un segreto, e per questo non era molto amata dagli altri animali. Nonostante ciò, il goffo animale continuava ad origliare e ad allungare la testolina per spiare tutti quanti. La sua curiosità, però, ben presto fu motivo di uno strano incidente: infatti, mentre un giorno la giraffa era nascosta dietro una roccia ad aspettare qualcuno da spiare, non vedendo arrivare nessuno allungò il collo, e rimanendo in quella posizione per ben tre ore alla fine si accorse che il suo corpo era cambiato.

Tanto era rimasta affacciata che il suo collo si era allungato, e non sarebbe più tornato come prima! Così da quel momento la giraffa diventò un animale molto riservato, e non si impicciò mai più degli affari altrui.

Nello stesso periodo avvenne un episodio molto simile a quello della giraffa. Infatti anche l'elefante, che era un animaletto piccolo ed esile, aveva un brutto vizio: era molto ingordo, e voleva essere pasciuto, servito e riverito dagli altri animali. Per di più, ogni volta che nessuno faceva la guardia alle provviste, l'elefante divorava ogni cosa fino all'ultima briciola.

Tutte le creature, stanche delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto e decisero di porre fine alle angherie dell'elefante. Fino a quel momento, ogni ragionamento non era servito a niente, così si arrivò ad adottare rimedi estremi. Gli animali, avviliti per la situazione, discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una bella lezione. Anche la giraffa, che aveva già imparato ad avere rispetto per gli altri, fu pienamente d'accordo con gli altri animali, e tutti insieme invitarono l'elefante prepotente in un prato dove avevano preparato un ricco banchetto. L'elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere venerato dagli altri. Ma dopo aver mangiato come solo un elefante può fare, gli furono servite altre pietanze, ed altre ancora. Sdraiato sull'erba, si sentì gonfio come un pallone. Non riuscì ad alzarsi per tre giorni, tanto si era abbuffato. L'elefante, alquanto malandato a causa di quel gonfiore, andò ad immergersi nello stagno per darsi una rinfrescata. Fu lì che specchiandosi nell'acqua dello stagno, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante!

La sua ingordigia lo aveva trasformato per sempre. Quando la giraffa lo vide conciato a quel modo, lo consolò raccontando la sua esperienza. Di lì a poco, toccò alla scimmia, che a quel tempo era l'animale più vanitoso della foresta. Il motivo di tanta vanità era il suo meraviglioso pelo, molto simile a quello di uno scoiattolo.

È difficile da credere, ma anche la sua coda era folta e vaporosa! La scimmia, piena di sé, guardava tutti gli altri con aria di sufficienza, perché riteneva che nessuno fosse tanto grazioso da meritare di stare accanto a lei. Anche stavolta, gli animali, sconfortati per la circostanza, discussero a lungo, e sempre di comune accordo, decisero di dare una lezione memorabile anche alla scimmia vanitosa. Dopo aver costruito una specie di passerella, ognuno di loro si procurò una torcia. Tutti insieme invitarono la scimmia a fare una sfilata per loro, e spiegarono a quella sciocca bestiola che le torce servivano a creare le luci adatte allo spettacolo. La scimmia colse subito l'occasione di sfoggiare la sua meravigliosa pelliccia, ma l'aspettava una brutta sorpresa. Infatti, mentre al scimmia si pavoneggiava, tutti gli animali lanciarono le torce addosso alla sciagurata, che per non bruciare viva corse verso lo stagno.

Quando uscì dall'acqua, la scimmia aveva il pelo così rovinato che divenne la creatura più brutta e malridotta del genere animale. In quell'istante passò da quelle parti il Leone, il Re di tutti gli animali, e si meravigliò di fronte a quella trasformazione! La giraffa, l'elefante e la scimmia, avevano cambiato aspetto, e si disperavano al pensiero di non tornare più come prima……Il saggio leone, allora, cercò di trovare una soluzione, e così decise di dare una festa in maschera per tutti gli animali, così che i tre stolti amici non si sentissero fuori luogo. Tutti gli animali furono felici, e la festa fu chiamata Carnevale. Tutti erano travestiti, e nessuno poteva riconoscere nessun altro. La giraffa, la scimmia e l'elefante, per quel giorno di festa, dimenticarono la loro disavventura, ma dopo il Carnevale, nulla tornò come prima.

Filastrocche di Carnevale per bambini

Le parole in rima sono molto apprezzate dai bambini che riescono a cogliere più degli adulti la bellezza della loro musicalità e armonia. Ecco un esempio di filastrocche di Carnevale.

Filastrocca di Carnevale di Gabriele D'Annunzio

Carnevale vecchio e pazzo

s'è venduto il materasso

per comprare pane e vino

tarallucci e cotechino.

E mangiando a crepapelle

la montagna di frittelle

gli è cresciuto un gran pancione

che somiglia a un pallone.

Beve e beve e all'improvviso

gli diventa rosso il viso,

poi gli scoppia anche la pancia

mentre ancora mangia, mangia…

Così muore Carnevale

e gli fanno il funerale,

dalla polvere era nato

ed in polvere è tornato.

Spesso i bambini leggono poesie di Carnevale a scuola e imparano a memoria versi in rima che poi possono recitare anche a casa. Vi proponiamo una famosa poesia di Carnevale di Carlo Goldoni.

La stagion del Carnevale di Carlo Goldoni

La stagion del Carnevale

tutto il Mondo fa cambiar.

Chi sta bene e chi sta male

Carnevale fa rallegrar.

Chi ha denari se li spende;

chi non ne ha ne vuol trovar;

e s'impegna, e poi si vende,

per andarsi a sollazzar.

Qua la moglie e là il marito,

ognuno va dove gli par;

ognun corre a qualche invito,

chi a giocare e chi a ballar.

 

Storia delle maschere di Carnevale per bambini

Oggi i bambini amano travestirsi da supereroe o principessa, ispirandosi ai personaggi della televisione più amati. Ma solo fino a qualche anno fa questi travestimenti non esistevano e a Carnevale la scelta del costume poteva spaziare solo tra le maschere tradizionali.

Proviamo a non perdere queste tradizioni e spieghiamo ai bambini chi sono Arlecchino, Pantalone, Colombina e Pulcinella, perché si tratta di personaggi che in qualche modo conservano grandi esempi di saggezza popolare e dalle quali c'é sempre da imparare qualcosa. Ecco alcune delle storie delle maschere più famose d'Italia raccontate da Maestra Mary:

  • Arlecchino
  • Il Dottor Balanzone
  • Colombina
  • Meneghino
  • Pantalone
  • Pierrot

Arlecchino

Proviene dalla Lombardia ed è famoso per il suo vestito di "cento" colori. Si vestiva così perché era molto povero e allora sua madre gli cucì un vestito unendo tanti pezzi di stoffa regalati dai suoi amici che erano avanzati dai loro vestiti.

Il dottor Balanzone

Costume tradizionale di Bologna, è un personaggio molto sapiente e dotto, ma altrettanto brontolone e pedante e alla fine parla molto e conclude poco.

Colombina

Maschera veneta, una furba servetta che adora Rosaura, la sua padrona. Vivace, sapiente, civettuola e allegra è combina un mucchio di imbrogli per far felice Rosaura.

Meneghino

La maschera milanese per eccellenza, è un servitore rozzo ma molto saggio che difende i suoi simili e si prende gioco dei difetti e dei vizi degli aristocratici.

Pantalone

E' un commerciante veneziano avaro e molto brontolone che vorrebbe piacere ancora alle donne anche se è ormai in età matura ed è rimasto scapolo.

Pierrot

Una delle maschere più amate, la sua lacrima sul viso e il vestito bianco gli conferiscono un'anima languida e malinconia.

Pulcinella

La maschera napoletana, una delle più antiche del nostro Paese, personifica virtù e vizi, del borghese napoletano.

Storie sull'amicizia per Carnevale

Ecco una delle favole classiche di Carnevale, dedicate all'amicizia. E' la storia di Arlecchino per bambini e narra di come nascque il tradizionale costume colorato di Arlecchino.

C'era una volta un bambino molto povero che si chiamava Arlecchino e viveva con la sua mamma in una misera casetta Arlecchino andava a scuola. Per Carnevale, la maestra progettò una bella festa e propose a tutti i bambini della scuola di vestirsi in maschera. I bambini accolsero l'idea con molto entusiasmo: descrivevano i loro vestiti coloratissimi e bellissimi.

Soltanto Arlecchino, solo, in disparte, non partecipava all'entusiasmo generale: zitto zitto, in un angolino, sapeva che la sua mamma era povera e non avrebbe mai potuto comprargli un costume per quell'occasione!

Ma agli altri bimbi dispiacque vedere Arlecchino tanto triste, così ciascuno di loro decise di portare alla mamma di Arlecchino un pezzetto di stoffa avanzata dai loro costumi colorati.

La mamma lavorò tutta la notte, cucì fra loro tutti i pezzi diversi e ne fece un abito.

Al mattino Arlecchino trovò un bellissimo abito di tanti colori diversi. Geniale la mamma, vero? Così, alla festa della scuola fu proprio la sua maschera la più bella e tutto questo grazie all'aiuto che i suoi compagni gli avevano dato. La storia racconta, quindi, come nacque il costume di Arlecchino.

Storia di re Carnevale per bambini

Ecco, infine, una leggenda dedicata al re Carnevale, molto potente e generoso. Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia, fornite di cibi prelibati, e saziarsi a volontà. Ma i sudditi, invece di rallegrarsi di avere un sovrano così generoso, approfittarono del suo buon cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza, da costringere il povero re a non uscire più dal suo palazzo per non essere fatto oggetto di beffe ed insulti. Egli allora si ritirò in cucina e lì rimase nascosto, mangiando e bevendo in continuazione.

Ma un brutto giorno, era sabato, dopo essersi abbuffato più del solito, cominciò a sentirsi male. Grasso come un pallone, il volto paonazzo ed il ventre gonfio, capì che stava per morire: la sua ingordigia lo aveva rovinato. Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva condotto, ma non voleva andarsene così, solo, abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re Carnevale. Si ricordò allora di avere una sorella, fragile e un pò delicata, di nome Quaresima, che lui in passato aveva cacciato dal palazzo.

La mandò a chiamare e lei accorse: gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni, domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di essere l'erede del regno.

Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì e sul trono salì la Quaresima.

Storie di Carnevale di Rodari

Il vestito di Arlecchino

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano,
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone
bolognese e dottorone:
– Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene il mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta.ù

Viva i coriandoli di Carnevale

Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell'allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l'assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.

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